Frugandosi bene nelle tasche, l’uomo dei sogni realizzati riesce ancora a trovare qualche desiderio da esaudire. Il primo agosto 2021 Gianmarco Tamberi detto Gimbo, professione saltatore (molto) in alto, si � messo al collo l’oro olimpico di Tokyo in condivisione con l’amico Mutaz Barshim, la favola pi� bella di quell’edizione dei Giochi posticipati di un anno dalla pandemia, dodici mesi di angosciosa attesa in pi� per chi si era lesionato il legamento della caviglia sinistra alla vigilia di Rio 2016 e bramava l’occasione di incassare il suo credito con la vita. Il 22 agosto scorso, appostandosi come il cinese sulle rive del Danubio, Gimbo ha visto passare l’unica medaglia che mancava alla sua collezione di metalli pregiati: l’oro mondiale. � andato a prenderselo arrampicandosi a quota 2,36 m (un centimetro meno di Tokyo), completando il Grande Slam dell’atletica mondiale. Europei e Mondiali, al chiuso e all’aperto, pi� l’Olimpiade. Non c’� gara del salto che questo pesce volante nato sul mare ma destinato all’aria non si sia annesso, eppure. �Eppure nel 2024 non mi piace parlare di d�j� vu, preferisco puntare a sogni nuovi di zecca, anche in gare che ho gi� vinto. I desideri si somigliano ma non sono mai tutti uguali�. Parliamone, Gimbo.
Tamberi: «Sogno il salto ai Giochi di Parigi poi voglio diventare papà»
Gianmarco Tamberi, oro olimpico di Tokyo, vuole il bis: �Non tutti i desideri sono uguali, Parigi sarebbe un nuovo Olimpo�. Sul rapporto difficile col pap�: �Da quando non � pi� il mio coach non ci siamo pi� parlati. Riallacciare? Mi piacerebbe ma � complesso�

Meno 211 giorni a Parigi 2024. Si � allenato anche a Natale?
�No, � l’unico giorno dell’anno in cui, da tradizione, sospendo l’attivit�. E mi sono concesso anche un piccolo relax dalla dieta�.
Il ricordo pi� bello del 2023 da infilare in valigia verso l’anno nuovo?
�L’oro mondiale festeggiato con mia moglie Chiara, mia madre, mio fratello e gli amici nello stadio di Budapest. Una festa con i fiocchi. Tokyo � un ricordo indelebile ma per la pandemia quell’Olimpiade si era disputata a porte chiuse. Ecco, l’energia del pubblico mi era mancata terribilmente. Mi porto dietro anche il salto vincente, quello che mi ha permesso di lasciarmi alle spalle l’americano Harrison e il mio amico Barshim�.
Lei ha la straordinaria capacit� di essere concreto quando la situazione lo richiede, Tamberi. Una dote con cui si nasce o si allena?
�� da quando sono piccolo che performare quando conta � un cruccio. Mi spiego: puoi saltare 2,40 in tutte le gare della Diamond League, il circuito dell’atletica, ma se poi arrivi quarto al Mondiale o all’Olimpiade, la stagione � stata un fiasco. La gara secca mi esalta. Lasciati andare, mi dico. Accetto la possibilit� di cadere di faccia, sfracellandomi. Esserci quando conta � una caratteristica che ho affinato negli anni. Un esempio: lo sbaglio alla misura di ingresso a Budapest, 2,25, una volta mi avrebbe condizionato. Da l� in poi, invece, sono riuscito a tirare fuori il meglio di me. Si era trattato di un errore tecnico. L’ho capito. Sono andato oltre�.
Prima di Natale il Coni le ha consegnato il Collare d’oro, la massima onorificenza sportiva. Dove tiene coppe e trofei?
�Un po’ qua, un po’ l�. L’oro di Tokyo � in banca, a casa ho una replica con cui ogni tanto gioco. Ma non sono legato agli oggetti: � il ricordo a non morire mai�.
Per continuare a vincere, ha cambiato il suo team: fuori pap� Marco, dentro il nuovo coach Giulio Ciotti, ex saltatore. Anche pensare che il cambiamento sia in meglio � un esercizio di pensiero creativo che le riesce bene.
�Con pap� dopo Tokyo ero arrivato al punto di non ritorno, sono felice di essere intervenuto perch� ho trovato persone splendide, buone e pure. Il rischio c’era, ma ben ponderato�.
Come valuta la rivoluzione di Marcell Jacobs nell’anno olimpico? Il re dei 100 si � trasferito con la famiglia in Florida.
�Fossi stato in lui avrei cambiato senza stravolgere tutto: continente, cibo, aria, sonno, metodologia di allenamento, scuola dei bambini. Gli Usa, cos� a ridosso dei Giochi, sono tanta roba. Per� non voglio giudicare, non sto dicendo che ha sbagliato, anzi. Se l’� sentita? Allora ha fatto bene. Il mio approccio � stato pi� soft. Marcell avr� le sue ragioni: gli auguro grandi risultati�.
I due ori olimpici nell’alto e nei 100, vinti nell’arco di dieci minuti dentro lo stadio di Tokyo deserto, vi legano per sempre, Gimbo.
�Ho ancora i brividi addosso. Mentre Marcell correva la finale dei 100, io fluttuavo in aria con il cuore che mi usciva dal petto. Poi, all’improvviso, mi sono ritrovato sotto la bandiera italiana, con lui, a blaterare cose senza senso. Ecco, con Jacobs possiamo anche sentirci di rado per� io lo penso spesso, quel momento me lo porter� dentro per sempre insieme all’abbraccio con Barshim�.
Pi� bello di cos�, soltanto un oro tutto suo a Parigi.
�Nessun saltatore al mondo ha mai vinto due Olimpiadi consecutive, sarebbe un unicum che renderebbe Parigi un sogno diverso da Tokyo. E poi nulla sar� mai pi� come il Giappone: quell’oro aveva dietro cinque anni d’incubo, cinque interminabili stagioni aspettando di riprendermi quello che il destino mi aveva tolto con l’infortunio alla caviglia. Ma Parigi non sarebbe un banale secondo giro: sarebbe entrare in un Olimpo diverso�.
I requisiti perch� Gimbo Tamberi in Francia sia portabandiera dell’Italia ci sono tutti.
�Continuate a dirmelo, mi fermano anche le persone per strada per� chi deve decidere, il presidente del Coni Malag�, non mi ha messo nessuna pulce nell’orecchio. N� intendo fare campagna elettorale, non sarebbe bello. Se sar� scelto come alfiere, sar� perch� lo merito. La maglia azzurra mi d� la forza di Ercole�.
Non parla mai di record del mondo (Sotomayor, 2,45 m, Salamanca 27 luglio 1993).
�Non � il mio modo di ragionare, oltre a non essere mai stato cos� vicino (2,39 � il primato di Tamberi ndr). Il record in un meeting non mi darebbe lo stesso gusto di un oro iridato o olimpico. Quest’anno, per come stavo, potevo saltare 2,40 ma avrei dovuto fare 8-9 gare prima del Mondiale, pregiudicando la gara di Budapest. Ho trascurato la pecunia e puntato sull’obiettivo stagionale�.
Un progetto per il 2024 potrebbe essere il riavvicinamento con suo padre e il tentativo di viverlo nel presente, senza portarsi dietro la zavorra emotiva di un passato complicato?
�Non lo so, dico la verit�. Come allenatore e atleta, ma anche come padre e figlio, abbiamo sempre avuto un rapporto molto difficile. Da quando non � pi� il mio coach, non ci siamo mai pi� parlati. Se la relazione si � guastata cos� tanto, ci sono dei motivi. E non � facile risolverli in fretta. Sono decadi che non andiamo d’accordo. Vedo mia moglie Chiara e suo padre, li invidio molto. Sarebbe bello riallacciare? In assoluto s�. Molto complesso, per�.
Il prossimo sar� l’anno della famiglia Tamberi che si allarga, Gimbo?
�Fino a Parigi, la priorit� � l’atletica. Per il modo maniacale in cui la intendo, � l� che devo concentrare tutte le mie energie fisiche e mentali. Ma adoro i bambini, non vedo l’ora di diventare padre per dedicarmici anima e corpo. Sono fortunato: Chiara ha capito. Non voglio sciupare il talento che mi � stato dato�.
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28 dicembre 2023 (modifica il 28 dicembre 2023 | 07:41)
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