
Scholz rinuncia al pareggio di bilancio Colpo ai rigoristi Ue
BERLINO -L’austero edificio bruno al civico 97 della Wilhelmstrasse è nato un secolo fa come ministero dell’Aviazione nazista e ospita oggi quello delle Finanze: da vent’anni è considerato il tempio dell’austerità in Europa. E di terremoti, il monumentale dicastero guidato ora da Christian Lindner, ne ha visti, soprattutto negli anni della crisi dei debiti. Ma mai come quello che lo ha scosso adesso: la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la filosofia dei “fondi speciali” - che da anni consente ai governi di ogni colore di derogare dal pareggio di bilancio - ha cassato nell’immediato 60 miliardi di spese. E rischia di far implodere il modello dei conti pubblici tedeschi. Inoltre, nei giorni scorsi la batosta di Karlsruhe ha aperto una crisi nel governo Scholz che difficilmente si chiuderà.

Intanto una prima testa è rotolata, e per l’Europa non è una buona notizia. Il navigato “signore dei bilanci” Werner Gatzer, sottosegretario alle finanze con Schaeuble, poi del socialdemocratico Scholz e infine di Lindner, è stato mandato in pensione. E al suo posto arriva un osso duro dell’ordoliberalismo: Wolf Reuter, pupillo del consigliere iper rigorista di Lindner, Lars Feld. L’ultimo loro saggio a quattro mani si intitola «La riforma delle finanze pubbliche europea: aumentare l’adesione alle regole, non la flessibilità». E con Reuter è chiaro che gli spazi di negoziato in Germania sui prossimi bilanci e in Europa sul Patto di stabilità tenderanno piuttosto a restringersi che ad allargarsi. Il messaggio che Lindner vuole mandare anzitutto ai suoi alleati di governo è chiaro: sull’austerità non arretra di un millimetro.

Certo, per evitare catastrofi nell’immediato, Lindner è dovuto correre ai ripari. Giovedì si è presentato a denti stretti davanti alla stampa per comunicare che per l’anno in corso sospenderà il freno al debito. Ma poi si torna al pareggio di bilancio: dal 2024 niente eccezioni. Dall’Handelsblatt il ministro rigorista ha avvertito i colleghi di prepararsi a decine di miliardi di tagli: «abbiamo una necessità enorme di un consolidamento». E se l’ indispensabile svolta energetica dovrà aspettare, se le aziende strangolate dai prezzi energetici dovranno fare sacrifici, pazienza: «Sarebbe una pessima notizia se il bene dell’economia tedesca dipendesse dai sussidi statali». Il pareggio di bilancio iscritto quattordici anni fa nella costituzione tedesca «è appena stato rafforzato» da Karlsruhe, secono Lindner.
Tuttavia i partner di governo, Spd e verdi, dissentono. Saskia Esken, leader Spd, punta non soltanto a una nuova sospensione del freno al debito per il 2024 - «siamo ancora in una situazione di crisi» - ma anche a una riforma del pareggio di bilancio. Il freno al debito non può diventare «un freno al futuro». Parole simili sono arrivate dalla copresidente dei Verdi, Ricarda Lang, che ha chiesto di emendare alla regola costituzionale per i prossimi due anni e di «riformarla profondamente». Persino dalla Cdu - il partito che aveva fatto ricorso a Karlsruhe - si levano dubbi: il sindaco di Berlino Kai Wegner chiede eccezioni per gli investimenti. La prossima settimana, finalmente, sarà Olaf Scholz a degnarsi di intervenire in Parlamento sul tema che sta facendo tremare il suo esecutivo.