Velobox preso a calci, sradicato e gettato in acqua alle porte di Padova
Vandali in azione nel fine settimana ad Albignasego. Il sindaco: «È una postazione che segnala la presenza della pattuglia durante le attività»
Non bastavano gli autovelox, nel mirino del Fleximan di turno, ora nelle grinfie dei vandali finiscono anche i velobox. Peccato, però, che le colonnine arancioni e blu posizionate lungo le strade non abbiano l’obiettivo di erogare sanzioni, ma solo una funzione di deterrente.
Il velobox in acqua
Nella notte tra sabato 3 e domenica 4 febbraio, ignoti hanno danneggiato il velobox di Albignasego (Padova), in via Foscolo. Il rilevatore arancione, istallato lungo un’arteria secondaria del quartiere residenziale, all’altezza di una curva, secondo i primi rilievi eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Abano Terme, sembra sia stato preso a calci. Niente, dunque, flessibili o trattori per abbatterlo, come successo nei precedenti episodi che hanno fatto battezzare il “giustiziere” dei rilevatori di velocità con il nome di «Fleximan», come fosse un eroe dei fumetti ma un atto di vandalismo compiuto, probabilmente, per emulazione. Il rilevatore in questione, una volta “abbattuto” il cilindro, che altro non è che una scatola vuota, è stato gettato nelle acque del vicino scolo. Un’azione, secondo gli investigatori, in queste ore a caccia dei vandali attraverso la visione delle telecamere di sicurezza presenti nella zona, simile più ad una “bravata” che ad una “vendetta”. Il velobox di via Foscolo non sarebbe, infatti, mai stato utilizzato dalla Polizia locale per fare multe, ma posizionato, come spesso accade per questa tipologia di dispositivi, per costringere gli automobilisti a moderare la velocità.
I limiti da 50 a 30 chilometri orari
Nel quartiere, dove al lato della strada ci sono una serie di villette, vige infatti il limite dei 50 chilometri orari, non sempre rispettato dai veicoli in transito in una via frequentata anche da bambini e anziani in bicicletta o a piedi. Nel punto dove era stato posizionato il dispositivo, alla presenza anche di dossi rallentatori, il limite invece scende a 30 all’ora. «Non abbiamo alcuna evidenza che si tratti di un atto di vandalismo o di un’auto che sia andata addosso come capita spesso con la segnaletica - mette le mani avanti il sindaco di Albignasego Filippo Giacinti - quindi credo che ogni commento sia fuori luogo. In ogni caso non si tratta nemmeno di un velocar, bensì di una postazione che segnala la presenza della pattuglia della Polizia Locale quando fa attività di controllo della velocità in presenza su questo tratto con curva pericolosa».
I travestimenti di Carnevale
Certo che, visto i numerosi precedenti, difficile non pensare che l’episodio in questione non sia il risultato, invece, dell’ondata di consensi che si sono creati, nell’ultimo periodo, intorno a «Fleximan», tant’è che domenica 4 febbraio al Carnevale di Venezia sono addirittura apparsi i primi travestimenti con tanto di flessibile e autovelox segato sulle spalle. Il "giustiziere" dei velox sembra infatti avere alimentato pericolosi episodi di emulazione nei confronti di qualsiasi tipologia di rilevatore di velocità, anche quelli non diretti a infliggere sanzioni. Dopo l’ondata di autovelox segati in Veneto e, in seguito, in altre regioni (ad oggi una ventina i dispositivi abbattuti) il fenomeno si è allargato proprio ai velobox. Altri episodi vandalici ai danni dei dissuasori arancioni o blu, sono accaduti, di recente, a Santo Stefano di Cadore (Belluno) vicino al punto in cui, a luglio, erano stati uccisi da un’auto nonna, papà e il figlioletto di 2 anni (in questo caso un minore ha ammesso le sue responsabilità) e ad Adria, in provincia di Rovigo. La stessa fine hanno fatto altri due velobox nel Veneziano.
Caccia a Fleximan
Nel frattempo, a dare la caccia al vendicatore delle multe, che da maggio a oggi - il primo episodio fu a Bosaro (Rovigo), seguito, in Veneto, da Cadoneghe, Giacciano con Baruchella (Rovigo), Tribano e Carceri (Padova) – ha fatto saltare 15 impianti autovelox, sono le Procure di Padova, Rovigo, Treviso e Belluno, i territori nei quali Fleximan (ma potrebbe trattarsi di più persone che agiscono per emulazione o in contatto attraverso una chat) lungo strade ad alto scorrimento dove gli occhi elettronici captano gli automobilisti che sforano i limiti di velocità, sanzionandoli pesantemente.
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