È definitivo: il 2023 è l’anno più caldo Tra 7 anni andremo spesso oltre 1.5°C

di Sara Gandolfi

Il servizio europeo Copernicus conferma: la temperatura media globale quest’anno ha superato di 1,46� quella del periodo preindustriale. E nel 2030 anni andremo spesso oltre 1.5�C

Clima, è  il 2023  l’anno più caldo di sempre.  Alla Cop28 è allarme emissioni: boom in Cina e India (che non rinunciano al carbone)

Questa volta il dato � certo e definitivo. Il 2023 � l’anno pi� caldo da quando si misura la “febbre” del pianeta Terra, finora di 1,46�C superiore alla media pre-industriale del periodo 1850-1900 e 0,13�C superiore alla media del 2016, finora il pi� caldo. La conferma arriva mentre � in corso la Conferenza sul clima di Dubai dall’ultimo bollettino del servizio Copernicus Climate Change (C3S), finanziato dall’Unione europea, che utilizza miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo. Secondo Samantha Burgess, vicedirettrice di C3S �il 2023 ha avuto sei mesi da record e due stagioni da record. Le straordinarie temperature globali di novembre, inclusi due giorni pi� caldi di 2�C rispetto a quelli preindustriali, significano che il 2023 � l’anno pi� caldo mai registrato nella storia�.

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In una serie ininterrotta, anche novembre 2023 � stato il novembre pi� caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,22�C: 0,85�C sopra la media del periodo 1991-2020 per novembre e circa 1,75�C pi� caldo rispetto a una stima della media di novembre per il periodo 1850-1900, il periodo di riferimento preindustriale designato.

Anche il mare soffre il caldo. La temperatura media della superficie per questo novembre, nella fascia geografica tra il 60� parallelo Sud e il 60�Nord, � stata la pi� alta mai registrata. L’evento El Ni�o � continuato nel Pacifico equatoriale, ma, unica notizia quasi positiva, con anomalie inferiori a quelle raggiunte in questo periodo dell’anno nell’evento del 2015.

Questo autunno, la temperatura media europea � stata di 10,96�C, ovvero 1,43�C sopra la media. Ci� ha reso l’autunno boreale del 2023 il secondo pi� caldo mai registrato, appena 0,03�C pi� freddo dell’autunno 2020. �Finch� le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare non possiamo aspettarci risultati diversi da quelli visti quest’anno. La temperatura continuer� ad aumentare, cos� come gli impatti delle ondate di caldo e della siccit�. Raggiungere lo zero netto il pi� presto possibile � un modo efficace per gestire i nostri rischi climatici�, ha commentato Inoltre, il direttore di C3S, Carlo Buontempo.

Anche dalla COP28 di Dubai arrivano segnali sconfortanti. I negoziatori stanno elaborando le prime bozze della dichiarazione sul Global Stocktake, il bilancio su quanto stato fatto finora per contrastare il cambiamento climatico e il tanto che resta ancora da fare. Intanto, la scienza riversa dati allarmanti. Secondo il prestigioso Global Carbon project, gruppo che riunisce oltre 90 universit� ed istituti di ricerca in tutto il mondo, � “ormai inevitabile” che la soglia di 1,5�C di riscaldamento globale venga superata �costantemente per diversi anni� e c’� il 50% di possibilit� che ci� accada in soli sette anni.

D’altra parte le emissioni di gas climalteranti non si fermano. Nel 2023 il totale raggiunger� i 40,9 miliardi di tonnellate (GtCO2). Le sole emissioni del trasporto aereo internazionale sono aumentate del 28,2% in un anno. L’inquinatore n. 1 resta il carbone, che rappresenta il 41% delle emissioni globali e il cui utilizzo � aumentato, soprattutto in Cina e India, mentre � diminuito drasticamente in Unione europea e negli Usa, che tuttavia lo sostituiscono con il gas. In aumento anche le emissioni del petrolio (32% del totale). Impressionante il “boom” delle emissioni delle due economie in pi� rapido sviluppo al mondo: India (+8,2% rispetto al 2022) e Cina (+4%).

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Un altro rapporto, prodotto da Net Zero Tracker, ricorda che solo il 13% dei Paesi con obiettivi di zero emissioni nette (19 su 151) ha almeno un impegno di eliminazione graduale di carbone, petrolio o gas. E tali Paesi rappresentano appena il 7% delle emissioni globali. Il 94% dei Paesi produttori di petrolio non ha alcun impegno per l’eliminazione graduale dell’esplorazione petrolifera, e il 95% per quella del gas. L’Arabia Saudita resta contraria a qualsiasi accordo per limitare i combustibili fossili. Alla COP28 si � registrato un numero record di 2.500 lobbisti del settore.

Un rapporto di Climate Analytics, infine, afferma che la cattura e lo stoccaggio di carbonio (Ccs), tecnologia su cui puntano molto gli Stati Uniti, �potrebbe rilasciare una bomba da 86 miliardi di tonnellate in pi� di gas serra nell’atmosfera tra il 2020 e il 2050� calcolando le emissioni aggiuntive che potrebbero derivare dall’uso continuato di combustibili fossili giustificato dalla scelta della Ccs.


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6 dicembre 2023 (modifica il 6 dicembre 2023 | 04:12)

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