Tirano, automobilista sfiora e insulta un bambino con la sindrome di down. La mamma sui social: "Spero non incontrerai mai persone come te"
“Caro automobilista, spero che non incontrerai persone poco tolleranti e indifferenti come sei stato tu con noi, perché fa male”: è lo sfogo di Laura Ferrero – madre di Leo, un bambino di nove anni con la sindrome di Down – rivolto all’uomo che nel pomeriggio di martedì 9 gennaio ha sfiorato e insultato lei e suo figlio mentre stavano attraversando la strada che costeggia il fiume Adda a Tirano (in provincia di Sondrio).
Leo ha avuto una crisi, che l’ha portato a fermarsi in mezzo alla carreggiata senza volerne sapere di muoversi, bloccando il traffico per qualche minuto. Anzi, per circa cinque minuti secondo il resoconto affidato ai social dalla mamma, che commenta: “Possono sembrare pochi, ma per chi va al lavoro possono essere tanti. Mi spiace che tu abbia deciso di fare una manovra pericolosa in macchina per superarlo (nessun altro lo ha fatto e saranno stati tutti un po' infastiditi)”.
L’automobilista impaziente ha compiuto un’azione “non solo pericolosa per il mio bambino, ma irrispettosa – si legge ancora nel post della donna, che sta raccogliendo centinaia di like e condivisioni – Ci hai anche insultato passandoci accanto e ti assicuro che né io né Leo avevamo voglia di vivere le nostre difficoltà in mezzo alla strada”.
Leo era molto in difficoltà “a gestire se stesso e non riusciva a farsi capire”, mentre sua madre era a sua volta “in difficoltà nel gestire una sua fatica”: non un capriccio, quindi, ma un momento di estrema fragilità che tutti gli astanti a quanto sembra hanno compreso, con l’unica eccezione dell’uomo che si è reso protagonista di quella manovra azzardata e pericolosa.
Per lui Laura Ferrero non ha parole di condanna, ma solo di comprensione ed empatia: “Caro automobilista, ti dico solo che mi dispiace che tu sia stato rallentato mentre andavi al lavoro”.
E continua con una riflessione: “Oggi tu probabilmente godrai di salute e gioventù, ma la vecchiaia e la malattia ti portano a sperimentare le tue fragilità e ad avere bisogno di comprensione e aiuto – ha scritto – Oggi puoi decidere di cambiare atteggiamento e farlo insieme a chi ti circonda”.
Nonostante il tutto sia durato solo pochi istanti, “mi ricordo della tua macchina aziendale e del tuo viso – garantisce la donna – Se ti incontrassi, avrei piacere di farti conoscere il mio Leo, che oltre a tante fragilità ha anche enormi risorse: è spiritoso, autonomo e ha voglia di fare la sua parte nel mondo. A presto”.
Un messaggio pacato, che non eccede nei toni e ha suscitato l’approvazione di molti altri genitori che come Laura Ferrero hanno figli con la sindrome di Down: “Sono un papà di una bimba nata da poco con trisomia 21 – è il commento di uno di loro –Quello che mi spaventa di più è come sarà la sua vita nelle vite degli altri. Anche in quelle di chi deve attendere cinque minuti in strada”.