Turchia, un giocatore israeliano ricorda gli ostaggi a Gaza: incriminato per “odio razziale”. Ben Gvir: “Erdogan nazista, boicottare il Paese”

LONDRA – Il calcio israeliano finisce nel mirino delle campagne internazionali contro lo Stato ebraico per la guerra di Gaza. Un giocatore israeliano è stato arrestato in Turchia, poi rilasciato in libertà provvisoria e incriminato per odio razziale, per avere esibito durante una partita un messaggio di sostegno agli ostaggi del suo Paese in mano ad Hamas.

L’episodio in Turchia, la polemica in Inghilterra

Una squadra turca ha aperto un’indagine disciplinare nei confronti di un altro calciatore israeliano per avere postato a sua volta sui social un messaggio di solidarietà con gli ostaggi. E intanto nel Regno Unito scoppia una polemica per la decisione dell’ex-campione della nazionale di calcio Gary Lineker, ora notissimo telecronista della Bbc, di ritwittare su X (ex-Twitter) un post che chiede l’esclusione delle squadre di calcio israeliane dalle competizioni internazionali: un provvedimento analogo a quello già applicato dalla Federazione Internazionale Hockey su Ghiaccio contro la nazionale maschile e femminile di Israele, escluse dai Mondiali.


Il primo caso riguarda Sagiv Jehezkel, 28 anni, difensore israeliano della squadra della massima seria turca Antalyaspor, che domenica ha mostrato un messaggio con la scritta “100 giorni 07/10” (ovvero 100 giorni dal massacro di 1200 israeliani commesso da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre scorso) accanto alla stella di David, simbolo di Israele, su una fasciatura al polso sinistro dopo aver segnato un gol per il suo club. Jehezkel è stato arrestato dalla polizia domenica sera. Lunedì mattina le autorità lo hanno messo in libertà provvisoria, incriminandolo per “odio razziale” in attesa di processo. Il ministro della Giustizia turco, Yilmaz Tunc, ha dichiarato che il giocatore è sotto inchiesta per avere “incitato il pubblico all’ostilità”, sottinteso nei confronti di Hamas: il suo gesto sarebbe stato considerato provocatorio in Turchia, dove il presidente Erdogan ha giustificato l’aggressione di Hamas del 7 ottobre e c’è ampio sostegno ai palestinesi. La federazione calcio turca ha condannato il calciatore israeliano, affermando che il suo comportamento ha “offeso la coscienza” del pubblico turco.


Durante l’interrogatorio da parte della polizia, il giocatore ha negato di avere voluto fare una provocazione. “Non sono a favore della guerra, voglio che la guerra finisca”, ha detto Jehezkel, “Da quando sono arrivato un Turchia non mi sono mai occupato di politica e non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Volevo soltanto attirare attenzione sul fatto che la guerra dovrebbe finire”. Stamane il giocatore dovrebbe rientrare in Israele insieme alla famiglia su un volo privato. Il suo arresto suscita sdegno a Gerusalemme. “Scandaloso” lo definisce il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, “con le sue azioni la Turchia è diventata il braccio esecutivo di Hamas”. E il ministro degli Esteri israeliano Israel Karz commenta: “Chiunque arresta un calciatore per avere esibito un messaggio di solidarietà con 136 ostaggi tenuti prigionieri da 100 giorni da un’organizzazione terroristica assassina rappresenta una cultura omicida e di odio”. Quanto al ministro della sicurezza Itamar Ben-Gvir, esponente di un partito israeliano di estrema destra, afferma: “Erdogan è un nazista, bisogna boicottare la Turchia”.

Un secondo caso analogo


Intanto esplode un nuovo caso analogo con l’indagine disciplinare avviata dalla squadra di calcio di Istanbul del Basaksehir nei confronti di Eden Karzev, un altro calciatore israeliano che dal 2023 gioca in Turchia con la società della città sul Bosforo, giudicato colpevole per un messaggio ritenuto “contro la sensibilità turca” condiviso sui social media dal giocatore. Karzev è accusato di avere “violato le istruzioni del club” con un post su Instagram in cui ha scritto, in riferimento agli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas: “Portateli a casa ora”. Il Basaksehir gli ha chiesto di presentare “una difesa scritta” del messaggio, in attesa di valutare sanzioni a suo carico.


E a Londra infuria la polemica contro Gary Lineker, dopo che il presentatore di “Match of the Day” (La partita del giorno), più popolare programma televisivo di calcio, ha ripostato su X un messaggio che invita la Fifa a punire Israele, mettendo le sue squadre al bando da tutti i tornei europei “fino a quando finiranno le sue gravi violazioni delle leggi internazionali” in relazione alla guerra di Gaza. Il post ritwittato dall’ex-giocatore della nazionale inglese era stato creato da Palestine Campaign ofr Academic & Cultural Boycott of Israel, un’associazione che si batte da anni per il boicottaggio accademico e culturale di Israele in segno di solidarietà con il popolo palestinese.

Vari deputati conservatori hanno reagito chiedendo alla Bbc di prendere misure contro Lineker, chiedendosi quando il commentatore sportivo “e presunto esperto di politica estera” esprimerà una condanna simile delle atrocità commesse da Hamas. Il post ripreso dal celebre ex-calciatore inglese esorta anche il Comitato Olimpico Internazionale a mettere al bando Israele per la guerra di Gaza. Nei giorni scorsi la Federazione Internazionale Hockey su Ghiaccio è stata la prima federazione sportiva a sospendere a tempo indeterminato le squadre israeliane citando generiche “ragioni di sicurezza” senza motivare la decisione.