Putin minaccia: «Potremmo armare i vostri nemici. Italia meno russofoba»
Il presidente russo ai media: «Smettete di fornire armi in Ucraina e tutto finirà in due, massimo tre mesi. Trump? Su di lui accanimento politico»
Visto che Usa ed Europa stanno fornendo a Kiev missili a lunga gittata per colpire obiettivi all’interno della Russia, Mosca potrebbe rispondere allo stesso modo: «Stanno partecipando direttamente a una guerra contro di noi e allora ci riserviamo il diritto di fornire le nostre armi in altre regioni del mondo per colpire obiettivi dei Paesi che lo fanno nei confronti della Russia. Ci penseremo, rifletteremo».
In un lungo incontro con i rappresentanti delle principali agenzie di stampa internazionali, Putin ha colto l’occasione per chiarire la sua posizione sulla guerra, su quello che accade a Washington e sull’atteggiamento dei Paesi del Vecchio Continente. La minaccia di fornire armi particolarmente potenti a nemici dell’Occidente sparsi in tutto il globo è certamente assai preoccupante per i politici che stanno decidendo come comportarsi nei confronti delle richieste di Kiev.
Così come lo sono le accuse a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania di essere già impegnati direttamente sia con consiglieri e istruttori che opererebbero sul territorio in guerra, sia con la gestione «da remoto» degli ordigni che da soli gli ucraini non sarebbero in grado di utilizzare, secondo il presidente russo. Con pazienza, Putin ha spiegato che i mezzi capaci di raggiungere obiettivi a trecento chilometri di distanza non sono gestibili dagli operatori in loco.
«Ci vuole la ricognizione satellitare che viene fornita dagli Usa»; poi occorre scegliere il bersaglio; l’elaborazione del piano di volo e infine che tutti questi dati vengano inseriti nell’arma. A quel punto, per Putin, il ruolo del militare ucraino è solo «strumentale».
La minaccia atomica e le trattative fallite in Turchia nel 2022
Già negli ultimi giorni il capo del Cremlino aveva parlato della possibilità di ricorrere ad armi nucleari tattiche di fronte a gravi pericoli e attacchi sul suolo russo. Ieri ha detto che gli Usa «sono stati gli unici ad aver usato la bomba atomica». Ha aggiunto di non voler agitare questa minaccia, ma di essere pronto a tutto per difendere la patria.
Dopo aver sostenuto che le sanzioni hanno finito per rafforzare l’economia del suo Paese e non per indebolirla, Putin ha sostenuto nuovamente che nel 2022, durante le trattative di pace in Turchia, si era arrivati a un’intesa con Kiev, poi saltata per l’intervento del primo ministro di Londra Boris Johnson.
«C’eravamo messi d’accordo. Sia noi che loro eravamo pronti a firmare». Risolta la questione delle garanzie di sicurezza per Kiev: «Loro dicevano che non avevano la necessità di essere membri della Nato ma volevano garanzie adeguate. Si era pensato a un meccanismo assai vicino a quello previsto dagli articoli 4 e 5 della Carta dell’Alleanza. A noi andava bene, quello che alla Russia premeva e preme ancora era la neutralità del nostro vicino». Putin ha poi aggiunto che anche il discorso sulla «denazificazione», che tanto scandalo ha suscitato, era stato accettato dai delegati ucraini al tavolo del negoziato: «Voleva dire vietare a livello nazionale la propaganda del nazismo».
Ma poi tutto saltò perché il premier britannico, sostiene Putin, andò a dire agli ucraini che invece dovevano sconfiggere sul campo la Russia per infliggere a Mosca un colpo strategico. Evidentemente d’intesa con Washington, a suo avviso.
«Smettete di fornire le armi e tutto finirà in due, tre mesi»
Come porre fine alla guerra? Semplice, risponde Putin.
«Smettete di fornire le armi e tutto finirà in due, massimo tre mesi. L’ho messo per iscritto in una lettera che ho inviato a Biden in risposta a una sua richiesta».
Il presidente russo sostiene che i suoi non hanno nulla a che fare con le ingerenze elettroniche in vista del voto europeo e che la Russia non ha un particolare interesse nel risultato delle votazioni che ci saranno in America a novembre. «Biden è prevedibile e quindi per noi alla fine è lo stesso con chi lavorare».
«Russofobia da cavernicoli»
Però poi ha aggiunto che le accuse contro Trump sono totalmente fabbricate a fini politici. E fa capire che in caso di sua vittoria si aspetta un cambio di politica.
Infine l’Italia, a seguito di una domanda dell’ Ansa. «Sappiamo che è più contenuta di altri Paesi» nel suo atteggiamento verso Mosca.
«Non si fomenta una russofobia da cavernicoli». Forse un domani, se le cose si rimetteranno a posto, i rapporti torneranno «quelli di prima» più rapidamente che con altre nazioni.