Strage di cristiani durante la messa, almeno 15 vittime in Burkina Faso

di Michele Farina

L’attacco dei jihadisti nella chiesa di Essakane, regione al confine con il Niger. La mattanza dei civili continua nel Paese retto da una giunta golpista vicina a Mosca

Strage di cristiani durante la messa, almeno 15 vittime in Burkina Faso

Dall’oro al sangue: Essakane � un villaggio nel Nord-Est del Burkina Faso, al confine con Niger e Mali, una localit� famosa per una miniera di metallo giallo. Oggi il colore predominante � il rosso, il rosso del sangue versato nella chiesa cattolica questa mattina durante la messa, quando un commando di terroristi ha attaccato i fedeli uccidendone almeno quindici. Ad annunciarlo � stato il vescovo della diocesi di Dori, la cit� pi� vicina, capoluogo della regione del Sahel. Laurent Birfur� Dabir� ha detto a Vatican News che dodici delle vittime sono morte sul posto, mentre tre sono decedute a causa delle ferite riportate.

Quasi ottomila morti in un anno

I cristiani sono circa il 30% dei 23 milioni di abitanti del Burkina Faso, e i cattolici rappresentano il 23%. Il Paese � da anni teatro delle stragi delle milizie islamiste che hanno sconfinato dai Paesi vicini. Gi� nel 2019 il vescovo di Dori, lo stesso che oggi ha dato notizia dell’ultima strage, aveva lanciato l’allarme: �Se il mondo continuer� a non fare nulla, il risultato sar� l’eliminazione della presenza cristiana in quest’area e probabilmente in tutto il Paese�. Nel 2023, secondo l’ultimo rapporto di Human Rights Watch, le vittime della violenza jihadista sono state quasi 7.600, con un totale di oltre duemila attacchi. Dal 2016 circa due milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case. In questi anni, i gruppi Ansar-ul Islam e Jnim hanno accresciuto la loro potenza di fuoco, soprattutto nel Nord del Paese, con attentati anche nella capitale Ouagadougou. �Ai miliziani stranieri si sono aggiunti giovani locali, che in mancanza di lavoro e prospettive hanno accettato di diventare jihadisti�, raccontava il vescovo Dabir� nel 2019. Oggi i terroristi, secondo alcuni analisti, controllano circa il 50% del territorio.

Quasi ottomila morti in un anno

La situazione � andata via via peggiorando. Le stragi si sono susseguite. Il 12 novembre l’Unione Europea aveva chiesto un’indagine sul massacro avvenuto nel villaggio di Zaongo, nella regione centrale, dove �uomini armati non identificati� (cos� vengono chiamati i terroristi nel linguaggio corrente) avevano ucciso settanta persone, in maggioranza anziani e bambini. La minoranza cristiana � sicuramente nel mirino dei terroristi, ma non � l’unica. Chiunque si opponga ai miliziani � oggetto di violenza.

La mano di Mosca

La reazione delle autorit� non � stata efficace. Gli stessi governativi si sono macchiati di violenze contro civili sospettati di appoggiare i jihadisti. Lo scorso settembre un drone militare aveva ucciso almeno venti persone che si erano ritrovate per un funerale a Bidi, nel Nord del Paese. Dal gennaio 2022 il Burkina Faso � governato da una giunta militare golpista sempre pi� vicina alla Russia. A fine gennaio sono arrivati nel Paese almeno cento �specialisti militari� provenienti da Mosca. I soldati russi in loco potrebbero essere centinaia. La loro presenza ricalca quella delle missioni in Paesi vicini, come Repubblica Centrafricana e Mali. La dissoluzione della Wagner non ha cambiato il modus operandi dei mercenari, che puntano al controllo delle miniere in cambio di assistenza militare. L’anno scorso il capo della giunta, capitano Ibrahim Traor�, era il pi� vicino al presidente Vladimir Putin durante la foto di gruppo al vertice Russia-Africa a San Pietroburgo.

La repressione contro la societ� civile

Il governo non riesce a fermare la violenza jihadista, ma in compenso accresce la repressione contro la societ� civile che si oppone alla dittatura. Nel mirino anche i membri di Balai Citoyen, lo storico gruppo dei �Cittadini con la Scopa� che dieci anni fa aveva portato alla cacciata del presidente-dittatore Blaise Compaor� dopo 27 anni al potere. La parentesi democratica � un pallido ricordo in Burkina Faso. In questi giorni due membri del gruppo, tra cui un settantenne ex ministro, sono stati �arruolati a forza�, con una misura punitiva che assomiglia a quelle riservate a coloro che in Russia hanno manifestato per la morte di Aleksei Navalny. Un video umiliante pubblicato dal governo li mostra in divisa con un fucile in mano.

Non solo cristiani

Il sangue e l’oro. Nelle zone semidesertiche del Nord continua la mattanza (non solo) dei cristiani. In Italia il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il presidente della Camera dei deputati hanno espresso il loro sdegno. �Orrore per il vile attacco terroristico contro fedeli cattolici durante una santa messa a Essakane�, ha scritto Tajani su X. Lorenzo Fontana in una nota ha espresso �la speranza che la comunit� internazionale accenda, quanto prima e adeguatamente, i riflettori sul tema dei cristiani perseguitati, oppressi o nel bisogno, che sono centinaia di milioni nel mondo�. Come non essere d’accordo? Adesso l’entit� internazionale pi� vicina ai governanti burkinab� � la Russia che, come � accaduto in Centrafrica, � pi� interessata all’oro da estrarre che al sangue da non versare. E nel Nord del Burkina Faso, come nei Paesi vicini, non sono solo i cristiani nel mirino. Nel massacro di Zaongo erano morte 70 persone, in gran parte vecchi e bambini, che non portavano crocifissi al collo.


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25 febbraio 2024 (modifica il 25 febbraio 2024 | 19:25)

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