DAL NOSTRO INVIATO
MONACO DI BAVIERA — Il G7 dei ministri degli Esteri chiede �alle autorit� russe di fare chiarezza fino in fondo sulle circostanze� che hanno portato alla morte di Aleksei Navalny. Nel comunicato finale non ci sono i toni usati ieri, gioved� 16 febbraio, dai leader dei grandi Paesi. Joe Biden aveva denunciato la �brutalit� di Vladimir Putin. Il canadese Justin Trudeau aveva definito �un mostro� il leader russo. Il francese Emmanuel Macron aveva parlato di �gulag�. Oggi, venerd� 17 febbraio, i capi delle diplomazie dei sette Paesi pi� industrializzati, riuniti a margine della Conferenza per la Sicurezza a Monaco, hanno deciso di non chiamare in causa la responsabilit� specifica di Putin, senza aver prima raccolto informazioni pi� precise. Quest’anno l’Italia ha la presidenza del G7 ed � quindi toccato al vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani cercare una sintesi. Cos� la prudenza della prima frase viene bilanciata dal passaggio successivo: �Chiediamo alla Russia di interrompere l’inaccettabile persecuzione dei dissidenti politici, cos� come la sistematica repressione della libert� di espressione e l’illegittima limitazione dei diritti civili�.
G7 timido su Navalny, nel comunicato finale non chiama in causa direttamente Putin
Nel comunicato finale non ci sono i toni usati ieri dai leader dei grandi Paesi quando Joe Biden aveva puntato il dito direttamente contro il presidente russo Putin e Emmanuel Macron aveva parlato di �gulag�. I sette Grandi, guidati dalla presidenza di turno italiana, chiedono �alle autorit� russe di fare chiarezza fino in fondo sulle circostanze della morte in Siberia del dissidente russo.

I ministri degli Esteri dei Paesi del G7 durante il minuto di silenzio in ricordo di Aleksei Navalny prima della loro riunione (Ansa)
C’era molto sul tavolo di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Canada. In mattinata Volodymyr Zelensky si era presentato sul palco della Conferenza domandando agli alleati occidentali un ulteriore sforzo. Il presidente ucraino non ha nascosto le difficolt�. L’esercito di Kiev ha dovuto abbandonare il villaggio di Avdiivka, sulla linea del Donbass. Mancano munizioni, artiglieria a lunga gittata e, soprattutto, batterie missilistiche per la difesa anti aerea. Il problema di fondo resta il pacchetto di aiuti, non solo militari, da 60 miliardi, incagliato nel Congresso americano. I sette ministri degli Esteri non ne hanno discusso nella riunione formale, ma nei contatti bilaterali il Segretario di Stato, Antony Blinken, si � mostrato fiducioso: alla fine i parlamentari Usa daranno il via libera alla consegna di armi. Lo stesso Tajani, come presidente del G7, si � trovato pi� esposto. L’Italia pu� fare di pi�, pu� inviare altre armi a Kiev? Il ministro ha risposto che il Paese sta facendo la sua parte, concentrandosi anche su altri capitoli ugualmente importanti. Tajani ha citato l’accordo, firmato oggi con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Il governo italiano concede un prestito agevolato pari a 100 milioni di euro alla Ukrhydroenergo, la principale societ� idroelettrica ucraina. Altri 100 milioni arriveranno dalla Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
Zelensky aveva anche suggerito di sequestrare i 300 miliardi di riserve monetarie russe parcheggiate all’estero (la maggior parte in Europa) e di usarle per pagare la ricostruzione dell’Ucraina. I ministri ne hanno discusso. L’americano Blinken e il britannico David Cameron sono tra i pi� favorevoli. Gli altri temono che lo strappo possa minare la credibilit� dei sistemi bancari. Per ora non c’� accordo tra i Sette. Nella dichiarazione finale si legge che i Paesi si impegnano a tenere bloccate le risorse, fino a quando �la Russia non rifonder� i danni che ha causato� all’Ucraina. Per il resto �si continueranno a esplorare le strade per ottenere compensazioni dalla Russia, nel quadro dei rispettivi sistemi legali e del diritto internazionale�.
L’altro grande tema � il Medio Oriente. Il G7 riconferma il �diritto di Israele all’autodifesa�, dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023. Ma adesso � il momento di affrontare la �catastrofica crisi umanitaria di Gaza�. Servono urgentemente aiuti umanitari, cibo, medicine. Le pressioni sul governo guidato da Benjamin Netanyahu continueranno. Ma come porre fine alla guerra? Il gruppo dei Sette prospetta un percorso considerato praticabile: �Ci adopereremo per concordare pause prolungate nelle ostilit�, in modo da arrivare a uno stabile cessate il fuoco�.
Sul piano politico l’obiettivo resta la costituzione di due Stati, ma il comunicato riconosce le difficolt�, a cominciare dalla diffusione di colonie illegali israeliane in Cisgiordania.
Infine c’� preoccupazione per una possibile escalation nel Libano meridionale. Il G7 appoggia gli sforzi diplomatici condotti nelle ultime settimane soprattutto da francesi, tedeschi, italiani e spagnoli per sondare, grazie alla mediazione delle Forze armate libanesi, le intenzioni degli Hezbollah, i fondamentalisti sciiti appoggiati dall’Iran. Per ora i segnali sono parzialmente positivi. Gli Hezbollah continueranno attacchi isolati e azioni di disturbo, ma non sembrano avere intenzione di aprire un altro fronte di guerra con Israele.
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17 febbraio 2024 (modifica il 17 febbraio 2024 | 19:05)
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