Scherma alle Olimpiadi di Parigi: Errigo, Volpi, Marini, Di Veroli. Chi sono i favoriti
Fioretto e spada sono le specialità più attese, la squadra è un mix di giovani ed esperti. Giulia Rizzi debutta a 34 anni ai Giochi, per Rossella Fiamingo e la quarta Olimpiade
La missione della scherma azzurra ai Giochi di Parigi, onorata dal fatto che Arianna Errigo sarà portabandiera assieme a Gianmarco Tamberi nella cerimonia inaugurale, è semplice: deve cancellare gli «zero tituli» di Tokyo. Zero ori a fronte peraltro di tre medaglie d’argento e due di bronzo, un bilancio non da buttare via ma che è stato accolto come deludente dal momento che il mondo delle lame è per l’Italia una delle miniere più ricche. «Non è stato un consuntivo cattivo, ma abbiamo ricevuto un sacco di critiche: non ci è piaciuto e continua a non piacerci, per cui daremo tutto per fare meglio» dice Gigi Samele, sciabolatore, in Giappone due volte al secondo posto, nell’individuale e poi con la squadra, superata dalla Corea del Sud.
Mondiali ed Europei sono andati benissimo
I verbi chiave della spedizione sono pertanto due, entrambi con il prefisso «ri»: riprovarci e riscattarsi. Nel ciclo olimpico che si conclude a Parigi, più corto di un anno, gli schermidori azzurri hanno fatto non bene, ma benissimo. Nel 2022 e nel 2023, tra Mondiali ed Europei, sono state conquistate 44 medaglie, 15 d’oro (4 solo al Mondiale 2023 a Milano). E nelle varie prove della Coppa del Mondo i successi e i podi non sono mancati. Per farla breve: i Giochi di Parigi dovrebbero essere tra i migliori di sempre. «Assieme alla Francia siamo l’unico Paese che ha qualificato tutte le squadre (questo porta a tre le presenze nel torneo individuale, detto che in ogni arma ci sarà un quarto che tirerà nella prova collettiva e che fungerà da riserva, ndr): in una scherma a sua volta globalizzata è un gran risultato» dice il presidente federale Paolo Azzi.
Nuova generazioni e veterani
La squadra è un mix di esperienza e linea verde, con ben 11 «deb», quasi la metà dei 24 convocati. Eccoli, sono quasi tutti molto giovani: Martina Favaretto, Francesca Palumbo, Tommaso Marini, Guillaume Bianchi e Filippo Macchi nel fioretto; Giulia Rizzi, Davide Di Veroli e Federico Vismara nella spada; Chiara Mormile, Pietro Torre e Michele Gallo nella sciabola. Il più giovane della squadra è Torre, nato nel 2002 (seguito dai «figli del 2001» Favaretto, Di Veroli, Macchi e Gallo), mentre la più esperta è Mara Navarria, classe 1985, una delle mamme della scherma italiana a Parigi 2024 insieme a Irene Vecchi e ad Arianna Errigo. Queste ultime due e Rossella Fiamingo sono pure le veterane olimpiche della delegazione: per tutte e tre quarta presenza ai Giochi.
Il fioretto può regalarci tante medaglie
L’arma in teoria più attesa è il fioretto: arriviamo al Grand Palais con i due campioni del mondo in carica, Tommaso Marini e Alice Volpi (che a Milano ebbe a fianco sul podio Errigo e Favaretto). Tra i maschi c’è il rimpianto per la rinuncia di Daniele Garozzo, oro a Rio e argento a Tokyo, che ha chiuso la carriera per un guaio cardiaco (Daniele, ora medico, sarà presente a tifare per Alice Volpi, sua compagna: in Brasile, a parti invertite, aveva funzionato), ma le chance restano alte. «Vivrò questi Giochi come una gioia, puntando ad andare lontano» assicura Alice, che in Giappone dovette accontentarsi del bronzo a squadre. Marini dà invece una lettura più ampia, pensando a Sinner e all’esplosione dei ragazzi dell’atletica. «Siamo della generazione Z e ci teniamo a smentire il luogo comune secondo cui i giovani di oggi non combinano nulla».
Rizzi, esordiente olimpica a 34 anni
Le forze emergenti saranno a fianco di quelle più esperte. Su questo fronte, oltre alla sicurezza di un Samele («Ho meno l’urgenza di dimostrare quanto valgo») c’è la motivazione di una come Giulia Rizzi, esordiente a cinque cerchi a 34 anni nella città in cui ha vissuto a lungo: «I pianeti si sono finalmente allineati, la maturità mi aiuterà a gestire l’emozione della prima volta». Parigi, poi, è un po’ casa sua...