«Io, né maschio né femmina: sui documenti serve la dicitura “terzo genere”». E il tribunale rinvia alla Corte costituzionale

di Elena Tebano

Il Tribunale di Bolzano ha rinviato alla Corte costituzionale il caso di una persona trans che vuole essere indicata sui documenti come appartenente al �terzo genere�

Il caso di Aurel: «Io né maschio né femmina, sui documenti serve la dicitura “terzo genere”». Il Tribunale rinvia alla Corte Costituzionale

Il Tribunale di Bolzano ha riconosciuto il diritto di una persona transgender non binaria a vedersi indicata sui documenti come appartenente al terzo genere (n� maschio n� femmina), ma rilevando che la legge italiana sulla rettificazione anagrafica — cio� sul cambio di sesso — obbliga necessariamente a scegliere tra il genere femminile e quello maschile ha rinviato la questione alla Corte costituzionale. E ha chiesto che valuti se tale obbligo non sia una violazione dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.

Il caso riguarda Aurel (il nome � di fantasia per garantire il suo diritto alla privacy), transgender di 24 anni dell’Alto Adige che � assistito dall’avvocato Alexander Schuster e appartiene alla minoranza di lingua tedesca. Un anno fa Aurel ha iniziato una terapia ormonale a base di testosterone. Ora chiede di potersi sottoporre a mastectomia, di cambiare nome sui documenti e — per la prima volta in Italia — di essere indicato come di genere n� maschile n� femminile, ma �altro�.

L’identit� non binaria

Aurel, scrive il Tribunale di Bolzano nell’ordinanza di rinvio alla Corte costituzionale, �si identifica fortemente come persona non binaria�. �Senza dubbio — rilevano i giudici — si riconosce pi� nel polo maschile dell’identit� che in quello femminile, come dimostra il suo fervente desiderio di sottoporsi a mastectomia. Tuttavia, la sua visione � quella di poter essere s� stesso, di essere una persona non categorizzata come maschio o femmina. Per questo motivo desidera la terza opzione per la categorizzazione di genere, ovvero altro�.

I giudici notano anche che Aurel �non ha nessun disturbo mentale significativo che possa compromettere la capacit� di giudizio�. E che �lo sviluppo psicosessuale, il suo comportamento di socializzazione, le descrizioni di s� e i cambiamenti positivi sperimentati in seguito alla terapia ormonale indicano chiaramente che sta vivendo un’evoluzione personale nell’appartenenza di genere in cui si sente a suo agio e che vive come coerente e corretta per s�.

Il Tribunale di Bolzano ricorda infine che l’indicazione del terzo genere come �altro� (�divers� in tedesco) esiste sia in Austria sia in Germania e che altri Paesi come Malta e Belgio permettono ai loro cittadini di indicare il loro genere come indeterminato (talvolta anche con una �X�).

�Violato il principio di uguaglianza�

I giudici di Bolzano chiedono infine che la Consulta valuti se e come questo diritto debba essere riconosciuto anche in Italia, perch� l’obbligo di indicarsi necessariamente o come maschio o come femmina �sembra altres� violare il principio di uguaglianza, nella specie, gli articoli 2, 3 e 32 Cost., nella misura in cui prevede un sistema di rettificazione anagrafica rigidamente binario, che impone agli individui con identit� di genere non binaria e non conforme al sesso indicato nel loro atto di nascita di accettare una rettificazione esclusivamente verso il genere maschile o femminile, non corrispondente alla propria identit�.

La legge sul cambio di sesso, che risale al 1982, secondo i giudici di Bolzano ha infatti �una lacuna che sembra porsi in contrasto con il principio di uguaglianza, letto in combinazione con il diritto fondamentale all’identit�.

La Corte costituzionale pu� accettare o anche rifiutare di occuparsi del caso.

Il nome riconosciuto dall’universit�

Aurel, che studia fisica all’Universit� di Vienna, usa gi� il suo nuovo nome su tutti i documenti interni dell’ateneo. �Mi aiuta, come mi aiuta che ci siano molte persone transgender nella scienza: � un segnale che c’� posto per noi� dice. �Per me � importante che io sia rispecchiato anche sui miei documenti. Quando cerco un lavoro o una casa in affitto c’� sempre un momento in cui devo spiegare qual � il mio genere ed � molto faticoso. � disumanizzante che io debba ribadire ogni volta la mia identit�, spiega.

Il disagio durante l’adolescenza

�Ho avuto un’infanzia molto felice e normale. Non sono mai stato vincolato dagli standard sociali quando si trattava di scegliere vestiti e giocattoli e sono sempre stato libero di decidere cosa indossare o con cosa giocare. Sono molto grato ai miei genitori per questa libert�.

Le cose sono cambiate con la pubert�. �Mi sono reso conto di essere diverso all’et� di 12-13 anni, proprio quando il mio corpo ha iniziato a cambiare. Qualcosa non mi tornava, mi sentivo a disagio, ma non sapevo perch�. Ho iniziato a indossare maglioni grandi e spessi per nascondere il pi� possibile il mio corpo, agli altri e a me stesso. Per me i cambiamenti che le ragazze della mia et� vivevano con euforia erano alienanti e spaventosi, senza che sapessi perch� racconta. �Mia madre mi diceva che la pubert� non � piacevole per nessuno, quindi mi sono limitato a dare tempo al tempo e a sperare che la sensazione passasse. Non � mai passata. Anzi, mi � diventato sempre pi� difficile sentirmi a mio agio nella mia pelle. Ho iniziato a fare la doccia al buio e a evitare le superfici riflettenti. Non appena dovevo indossare abiti aderenti, iniziavo a piangere e mi era difficile uscire di casa�.

Poi a 16 anni a scoperto su internet i video di un uomo trans inglese, Jammi Dodgers, che parlava delle sue esperienze e della sua transizione.

La scoperta dell’identit� trans

�Ci� di cui parlava nel video, in particolare i sentimenti che descriveva, esprimevano esattamente ci� che ho vissuto e sofferto negli ultimi anni. � stato un sollievo sapere che c’era una parola per chi sono e che non ero solo. Ma la scuola secondaria � stato il periodo pi� difficile di tutta la mia vita. Ho pensato a lungo che sarebbe stato pi� facile e meglio smettere di vivere piuttosto che dover spiegare agli altri che non ero una ragazza, anche se ero nato in un corpo femminile� dice.

Le cose sono cambiate quando si � trasferito a Vienna per studiare. �All’universit� mi sono subito presentato come Aurel e tutti mi hanno subito accettato per quello che sono. Le esperienze positive che ho vissuto da allora sono state incredibilmente preziose per me�.

Anche i suoi genitori, che all’inizio hanno avuto bisogno di tempo per capire, ora lo sostengono. �Mi dicono sempre che la mia voglia di vivere � la cosa pi� importante per loro. Oggi sono la mia pi� grande risorsa per ricaricare le batterie e sono incredibilmente grato per il loro sostegno incondizionato. Grazie al mio ambiente sociale, mi sono sentito abbastanza incoraggiato a intraprendere la strada della medicina e nel dicembre 2021 ho ottenuto un parere specialistico che mi ha permesso di iniziare la terapia ormonale nel febbraio 2022. I cambiamenti che ne sono derivati mi hanno aiutato a sentirmi pi� a mio agio nella mia pelle e la mia qualit� di vita � migliorata immensamente. Non mi � stato permesso di crescere come la persona che sono, e per questo ho perso tutta la mia giovinezza, ma per la prima volta nella mia vita credo di poter avere un futuro in cui mi sento me stesso e sono felice — dice —. Il mio prossimo passo importante � cambiare nome e sesso pubblicamente e sottopormi a una mastectomia�.

La lotta per il �terzo genere�

Aurel potrebbe avere senza difficolt� l’autorizzazione al cambio di nome sui documenti e alla mastectomia se accettasse di venire indicato come maschio all’anagrafe. Ma sarebbe ancora una volta tradire se stesso. E ha deciso di intraprendere la strada difficile per chiedere il riconoscimento del terzo genere. �Non sono attivista. Ma essere transgender in un certo senso ti rende automaticamente un attivista, perch� devi sempre spiegarti e aiutare gli altri a capire. Per me per� significa solo essere me stesso�.


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16 febbraio 2024 (modifica il 16 febbraio 2024 | 14:04)

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