TEL AVIV — Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato ieri una risoluzione che chiama in causa Israele. Nell’ultimo mezzo secolo non era mai successo . Gli Usa avevano posto il veto pi� di 50 volte. Ieri, per la prima volta, si sono astenuti. Cos� � passata con 14 voti a favore (pi� il non-voto americano) un testo che chiede un �cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan che conduca poi a uno durevole e sostenibile� e �il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi�. La risoluzione sottolinea anche �l’urgente necessit� di espandere il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili nell’intera Striscia�.
L’Onu vota il cessate il fuoco con l’astensione degli Stati Uniti. L’ira di Netanyahu
Dopo il passaggio della risoluzione, Israele ritira la delegazione attesa a Washington. Gallant: �Non abbiamo il diritto morale di fermare la guerra�

Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, vota per l’astensione sulla risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza (Ap)
Non � un ordine, non ci sono minacce n� ultimatum, � stato intaccato solo il buon nome di Israele. Le Nazioni Unite gli chiedono di fermare l’avanzata sulla Striscia di Gaza e permettere la distribuzione di cibo per contrastare la denutrizione che sta mettendo in pericolo la vita di due milioni di gazawi intrappolati nella Striscia. La risoluzione dice anche altre cose , inutili se rivolte ad Hamas che ha gi� l’etichetta di organizzazione terroristica, ma fastidiose per lo Stato ebraico, unica democrazia del Medio Oriente. Parla, ad esempio, di rispetto degli obblighi �del diritto internazionale in relazione a tutte le persone detenute� (cio�, accusa i sistemi di carcerazione israeliani oltre che le prigioni nei tunnel di Hamas) oppure �deplora� gli attacchi contro i civili (quindi i bombardamenti israeliani) e gli atti di terrorismo (ma senza nominare esplicitamente il blitz del 7 ottobre) cosa che Israele ha sempre rimproverato alle Nazioni Unite.
Nel mondo musulmano la risoluzione � stata salutata come una vittoria. Per l’ambasciatrice francese � �finito il silenzio assordante dell’Onu�, Israele per� ha reagito a muso duro.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato che �Israele non ha il diritto morale di fermare i combattimenti mentre degli ostaggi sono ancora in mano ad Hamas. Opereremo contro i terroristi ovunque, inclusi i luoghi dove non siamo ancora stati�. Un riferimento forse alla citt� di Rafah nella Striscia, oppure ai Paesi di esilio di alcuni leader del movimento islamista come la Turchia o il Qatar.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu da Gerusalemme ha detto che il �mancato veto americano � una chiara retromarcia� rispetto alle posizioni precedenti di Washington, ma invece di venire incontro agli alleati ha, una volta di pi�, chiuso loro la porta in faccia. Come prima reazione al voto, ha ordinato ai delegati che erano volati in America di tornare in patria. Avrebbero dovuto discutere a livello tecnico i piani militari per la conquista di Rafah, spiegare ai dubbiosi generali americani dove Israele ha intenzione di spostare il milione e mezzo di rifugiati palestinesi accampati a Rafah e come cercher� di minimizzare le vittime civili. Gli Usa pi� volte in questi giorni e a vari livelli avevano sconsigliato l’operazione considerandola troppo pericolosa per i civili e avrebbero voluto suggerire delle alternative. La Casa Bianca ha accolto la chiusura del dialogo con il governo israeliano con un laconico �disappointing�, deludente.
L’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, ha spiegato che l’astensione �non � un cambio di rotta�. Il veto invece del voto favorevole nasce �da dissensi su certe espressioni�, ma il �cessate il fuoco pu� comunque cominciare immediatamente dopo la liberazione degli ostaggi�. La distanza tra Washington e lo Stato ebraico non � mai stata cos� grande.
Hamas si � detta immediatamente disponibile a uno scambio di ostaggi, ma solo �non appena inizier� il cessate il fuoco�. Cio� la Risoluzione non porter� n� un alt ai combattimenti, n� la liberazione degli ostaggi.
Sul campo si intensificano i bombardamenti su Rafah, ultima citt� non ancora conquistata da Israele , ma anche nel resto della Striscia si continua a morire. Dopo il rastrellamento di quasi una settimana fa dell’ospedale di Al Shifa a Gaza City, altri due ospedali sono sotto assedio israeliano. Le Forze di Difesa (Idf) sostengono che Hamas abbia riorganizzato le sue cellule nei nosocomi. L’organizzazione islamista e il personale sanitario negano.
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25 marzo 2024 (modifica il 25 marzo 2024 | 23:57)
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