La serie danese, non svedese come scrivono sui social, �Una famiglia quasi normale�, balzata subito agli onori della cronaca su Netflix, � un ottimo prodotto perch� unisce la family story al thriller, la crime story alla commedia generazionale il cui epicentro � qui la cittadina di Lund, presso Copenaghen, nella tranquilla casa dei Sandell. Pap� � un prete, Adam, onesto di fede e ragione, la mamma Ulrika fa l’avvocato e la figlia adolescente fa la figlia adolescente, cio� ha un’amica del cuore e non � insensibile alle attenzioni di un bel ragazzo di 33 anni con spyder e casa da ricchi.
«Una famiglia quasi normale», un crime che indaga desideri e rabbie di genitori e figli (voto 8)
Nella miniserie Netflix il mondo di una famiglia apparentemente �perfetta� crolla quando la figlia adolescente viene accusata di aver ucciso un ricco playboy

La curiosit� del film sta tutta in quella parolina �quasi�, tutto sarebbe al suo posto, ma c’� qualcosa che non quadra, un assassinio nel parco in piena notte (non un femminicidio, � un maschicidio) di cui viene accusata proprio la figlia del pastore. Incredulit�, dolore, agitazione, via vai di vicini affranti mentre un avvocato, che � anche l’amante della signora Sandell, si prende il compito di tirar fuori la ragazza dai guai. Le sei puntate della miniserie vanno a zonzo nel tempo tra la vita ordinaria di questa famiglia quasi normale e le serate fuori, per dirla alla Pinter, della ragazza 19enne con l’amica e il playboy fino ad arrivare alla spiegazione e sorpresa finale.
Il tema � in fondo quello che spesso compare nelle nostre cronache oggi, l’incredulit� dei genitori nello scoprire un figlio/a diversi da quanto credevano e speravano, mentre molti spunti di psicologia spicciola arricchiscono il quadro drammaturgico, facendone un lungo film a cavalcioni tra dramma, poliziesco e sit-com nordica senza paura di sporcarsi l’anima nel denunciare l’onda lunga dell’amoralit� che sommerge un po’ tutti, Danimarca compresa. C’� tensione nella serie, un caso di omicidio accudito da un prete e un avvocato, attori bravi e anche bravissimi, ma anche una violenza sotterranea che spesso viene alla luce e che � la somma di tutto quello che non funziona nei rapporti interpersonali, con desideri e rabbie represse, baratri di incomprensione tra genitori e figli solo apparentemente colmati da una gentile indifferenza che ha sostituito l’affetto filiale.
La storia, di produzione forse s� questa svedese, � tratta dal best seller di Mattias Edvardsson con 550 mila copie vendute, in Italia per merito di Rizzoli. Alexandra Karlsson Treyfors � una ottima debuttante, Lo Kauppi � la madre dalla doppia vita sentimentale, Bjorn Bengtsson, il padre non padrone, � bravissimo e tormentato come un personaggio di Bergman, mentre il regista di questo incubo ben firmato � Per Hanefjord.
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31 gennaio 2024 (modifica il 31 gennaio 2024 | 08:43)
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