Decreto Energia, la liberalizzazione delle bollette elettricità e gas non ha più ostacoli. Via libera a due nuovi rigassificatori “urgenti”

ROMA – La notizia era ormai attesa da qualche settimana. Ma ora è ufficiale: dopo quattro rinvii, la liberalizzazione definitiva delle bollette di elettricità e gas naturale ormai a un passo. Il decreto Energia appena approvato dal governo Meloni non prevede un ulteriore proroga del “mercato di tutela”. In pratica, circa 9,5 milioni di famiglie e partite iva dovranno sottoscrivere – entro la metà dell’anno prossimo – un nuovo contratto sia per la fornitura di metano sia per l’elettricità.

Bollette, passa la linea Draghi

Il governo di centrodestra, di fatto, sposa la linea Draghi che aveva posto il gennaio 2024 come data per il passaggio definitivo al mercato libero. Immediate le proteste dei Cinquestelle in Parlamento e delle associazioni dei consumatori: temono che siano “liberalizzate” anche le offerte commerciali delle bollette e che, almeno in un primo tempo, gli aumenti prevalgano sugli sconti. In realtà, potrebbero ancora essere introdotte alcune modifiche per rendere il passaggio meno “problematico”: sul tema è in corso una trattativa tra il governo italiano e l’Unione europea.

Porto Empedocle e Gioia Tauro, rigassificatori “urgenti”

Ma non è l’unica novità del decreto che farà discutere. Il testo contiene “una norma per considerare di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, le opere per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto on-shore, nonchè le infrastrutture connesse: una norma importante per impianti come Porto Empedocle e Gioia Tauro”. Il virgolettato è del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, che ha spiegato perché il governo si è schierato per la costruzione di un sesto e settimo rigassificatore in Italia.

Porto Empedocle, in Sicilia, è un progetto targato Enel rilanciato dal nuovo amministratore delegato Flavio Cattaneo, mentre l’impianto calabrese di Gioia Tauro è un progetto proposto dall’utility Sorgenia. Le polemiche riguarderanno l’effettiva utilità di costruire altri due rigassificatori, con cantieri che dureranno anni, quando l’economia europea si avvia verso la decarbonizzazione.

Incentivi green alle imprese energivore

Come si legge in una nota del governo, il decreto prevede altresì «un fondo per stimolare la costruzione di impianti rinnovabili in aree idonee, incentivi per le imprese energivore che vogliano decarbonizzare». Il provvedimento introduce: un fondo per Regioni e Province autonome da 350 milioni l'anno fino al 2032 «per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell'installazione di impianti rinnovabili in aree idonee; un sistema di incentivazione a installare impianti a fonti rinnovabili rivolto a circa 3.800 Imprese a forte consumo di energia elettrica come quelle della chimica, del vetro e del tessile, che potranno vedersi anticipare dal gse gli effetti della realizzazione di questi impianti, da restituire nei successivi venti anni».

Nucleare, autocandidature per il deposito scorie

Il decreto Energia prevede anche la possibilità per i comuni non inseriti nelle aree idonee di autocandidarsi per ospitare il deposito delle scorie nucleari che in Italia è atteso da oltre 40 anni, dall’epoca del primo referendum che ha fermato l’industria dell’energia atomica in Italia.