DAL NOSTRO INVIATO
TEL AVIV — �Ce li hanno ammazzati due volte�, dicono i famigliari dei tre giovani uomini deceduti sotto il �fuoco amico� dei soldati israeliani tra le macerie di Gaza Nord, proprio mentre credevano di essere a un passo dalla fine del loro Calvario. �La prima quando non abbiamo saputo nulla di loro nella mattanza perpetuata da Hamas il 7 ottobre e adesso nella beffa della trappola di Gaza�.
Gli ostaggi di Hamas uccisi dal fuoco amico a Gaza: le storie di Samer al Talalka, Yotam Haim e Alon Shmariz
Un beduino, un batterista, uno studente: chi erano i ragazzi colpiti dai soldati

Da sinistra, Yotam Haim, Alom Shamriz e Samer Al Talalka
Per prima raccontiamo del 24enne Samer al Talalka, perch� c’erano anche alcuni beduini del Negev tra le vittime di Hamas. Samer apparteneva al gruppo di beduini che fanno il servizio militare, spesso nei corpi scelti come scout, lavorava nel Kibbutz Nir Am quando i jihadisti lo hanno catturato e portato via con le mani legate. In quelle ore concitate dell’eccidio bastava un nonnulla per essere ucciso e lui probabilmente ha taciuto, non sappiamo se avesse mai detto in prigionia di essere musulmano. Avrebbe dovuto sposarsi la prossima estate. Ieri pomeriggio, durante il suo funerale al cimitero di Skati che sta alle porte del deserto del Negev a poche decine di chilometri dal confine di Gaza, il padre Lofti ha preso la parola di fronte alla piccola folla della loro trib� allargata. �Accuso sia Israele che Hamas. Di fronte a questa tomba vi dico che l’esercito dovrebbe lavorare per la liberazione immediata di tutti gli ostaggi e trarre lezioni da ci� che � avvenuto a mio figlio e ai suoi compagni�, ha detto. La madre non era presente: alla notizia della sua morte era collassata ed � ricoverata in ospedale.
Yotam Haim aveva 28 anni e la famiglia ricorda che l’ultima volta che hanno sentito la sua voce era per telefono la mattina presto del 7 ottobre. �Mamma qui sta bruciando tutto�, aveva sussurrato nel terrore alla madre Iris dalla sua abitazione di Kfar Aza. Il suo hobby era fare il batterista nella Persephore, la sua band musicale. Quella sera avrebbero dovuto esibirsi in un concerto metal a Tel Aviv. Tutto aveva in mente, tranne che potesse venire aggredito dalla furia jihadista di Hamas. Invece aveva scritto un messaggio: �I terroristi sono qui alla porta di casa�. Poi il silenzio: vivo, morto?
Per tante famiglie � stato lo strazio dell’incertezza e delle notizie al rallentatore. Gli ospedali stavano via via dando un nome ai cadaveri, il suo non arrivava mai. �Sono stati giorni d’inferno. Il 15 ottobre ci hanno infine detto che Yoram era stato rapito. Pochi giorni dopo un suo amico ci ha mandato la sua immagine mentre lo portavano a Gaza, sembrava pulito, senza sangue. Allora abbiamo capito che poteva sopravvivere. Da quel momento con sua madre siamo tornati a sperare di poterlo rivedere, pensavamo e agivamo in positivo�, ha raccontato il padre Raviv.
� cominciato il periodo dell’attesa. Quindi il purgatorio dell’ultima settimana di novembre, quando ogni giorno Israele scambiava i prigionieri palestinesi con quelli in mano ad Hamas. Ma Yotam non c’era mai. Non � arrivato. Continua il racconto di Raviv: �Di recente avevamo ricevuto nuove informazioni, ci dicevano che stava bene, anche se per� soffre di un’infiammazione cronica alla spina dorsale e ha bisogno di medicine. Necessita di un’iniezione ogni mese�. Il funerale anche per lui � stato ieri pomeriggio.
Alon Shmariz, 26 anni, era tornato un anno fa da un lungo tour in Sudamerica, come fanno tanti israeliani alla fine del triennio di servizio militare. Si era piazzato nella sua casa a Kfar Aza e stava per iscriversi alla facolt� d’Ingegneria. Un famigliare ha scritto di lui: �Ecco c’era la luce alla fine dei 70 giorni di tenebra con Hamas, ma all’improvviso � tornato il buio�. Al Maccabi Tel Aviv football Club, di cui era un fedelissimo, avevano acceso una candela per lui e per suo fratello Ido, a sua volta ucciso subito da Hamas durante il raid. Ieri la candela � stata spenta, mentre nella grande manifestazione in centro citt� le loro foto venivano brandite come slogan per convincere il governo a riprendere i negoziati con Hamas per la liberazione di tutti gli ostaggi.
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17 dicembre 2023 (modifica il 17 dicembre 2023 | 07:12)
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