Le applicazioni proibite in Ue, le regole per sistemi come ChatGpt: cosa prevede l'AI Act

Dopo quattro anni di bozze, revisioni, proposte e analisi, il Parlamento europeo in seduta plenaria ha dato la sua approvazione, con 523 voti a favore, all'AI Act (qui il testo)Manca solo il voto - a questo punto formale - del Consiglio europeo e poi la prima legge al mondo per provare a regolamentare l'intelligenza artificiale. Il lungo iter legislativo è iniziato nel 2021 e terminerà verosimilmente entro giugno: l'obiettivo è quello di pubblicare la legge nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea entro la fine della legislatura del Parlamento - il voto per le prossime elezioni è previsto per l'8 e il 9 giugno. Venti giorni dopo, entrerà ufficialmente in vigore, ma la sua applicazione concreta avrà tempi variabili a seconda dell'urgenza della norme specifiche (ne parliamo nel dettaglio nelle prossime schede). L'obiettivo dell'AI Act lo ha riassunto l'eurodeputato Brando Beniferi, relatore della legge: «Rappresenta un chiaro percorso per lo sviluppo sicuro e umanocentrico dell'intelligenza artificiale». L'Ue si conferma ancora un volta l'ente istituzionale più attivo nella ricerca di regole e buone norme sullo sviluppo della tecnologia. Un percorso iniziato nel 2018, con il Gdpr, e proseguito con Digital Markets Act, Digital Services Act, Data Act e infine l'AI Act. La legge, questa, più complessa da redigere dopo il boom esponenziale delle applicazioni di intelligenza artificiale nell'ultimo anno - dal debutto di ChatGpt in poi - che hanno portato alla necessità da una parte di accelerare l'iter legislativo e dall'altra di profonde modifiche al testo per includere novità in continuo divenire.