Netanyahu respinge il pressing Usa sulla soluzione dei due Stati. Bibi: «Un premier deve saper dire no anche agli amici»

DAL NOSTRO INVIATO
BEIRUT - Il Pakistan ha restituito all’alba di ieri la violazione della sovranit� subita marted� notte dall’Iran. I due grandi vicini si sono lanciati missili e droni. Islamabad ha parlato della morte di �due bambini innocenti� come conseguenza dell’attacco iraniano, mentre ieri Teheran ha comunicato la morte di 9 persone incluse 7 tra donne e bambini. Entrambi i governi hanno precisato che l’obbiettivo non era il vicino Paese �fraterno�, ma �gruppi terroristici� che vi avevano trovato rifugio. Si tratterebbe di organizzazioni armate di etnia beluci, all’apparenza scollegate una dall’altra, ma che combattono per l’indipendenza sia contro Teheran sia contro Islamabad. Durante l’intera giornata, i due colossi hanno evitato toni da escalation, ma, per quanto �fraterni�, non si sono comunque reciprocamente avvertiti dei bombardamenti �anti-terroristici�, segnando un punto pericoloso nei loro rapporti. Il Pakistan, potenza nucleare sunnita, ha fatto sentire le unghie alla Repubblica islamica sciita di Teheran. Siria e Iraq, che avevano subito il giorno precedente lo stesso tipo di aggressione missilistica da parte dell’Iran, si sono limitati a proteste formali. Il colpo di ieri era �necessario� per Islamabad a difesa del proprio prestigio anche in vista delle elezioni dell’8 febbraio. L’esibizione di forza di Teheran, invece, oltre colpire �basi terroristiche� pi� un presunto �centro di spionaggio del Mossad�, � servita anche ad �avvertire� Israele, nell’ambito del conflitto regionale che ormai si combatte in nome della difesa di Gaza.

A Gerusalemme, il premier Benjamin Netanyahu non si � mostrato per nulla toccato dall’escalation iraniana, ma neppure aperto alle richieste di Washington. �La sicurezza di Israele — ha dichiarato — richiede il controllo militare a Ovest del Giordano�, escludendo quindi uno Stato palestinese a Gaza, �e un premier deve saper dire no anche agli amici� cio� gli americani. Nel giro di poche ore, alla Casa Bianca, il portavoce John Kirby ha risposto che �non ci sar� una nuova occupazione di Gaza. Siamo stati chiari su questo. I due Stati sono la soluzione migliore nell’interesse di tutti�. Oltre a Israele, gli Usa devono considerare anche altri alleati, come i Paesi arabi lontani dall’influenza iraniana. Proprio Sauditi e altri, rivela il Financial Times, stanno spingendo per la nascita di uno Stato palestinese accanto all’israeliano. Per loro, condizione necessaria a stabilizzare la regione. Ieri c’� stato il quinto raid missilistico Usa sugli Houthi dello Yemen.