Lo insegna il ciclismo, sport di fatica e resistenza: non sempre vince chi va in fuga per primo, spesso succede che chi sta dietro rimonta e ti batte quando il traguardo si staglia sullo sfondo. Un po’ quel che � successo ieri a Paolo Truzzu, partito lancia in resta e poi bloccato sui pedali nel finale, e ad Alessandra Todde, risultata in vantaggio nella tarda serata (il verdetto arriver� nella notte) dopo aver a lungo inseguito.
Sardegna, corsa all’ultimo voto: Truzzu male nelle città Todde vede la vittoria. Lo spoglio a rilento
La sconfitta di Soru che resta fuori dal Consiglio regionale. Per il primo partito � testa a testa tra Pd e Fratelli d’Italia

La giornata di spoglio delle elezioni regionali sarde ha ricalcato per molti versi una tappa del Giro d’Italia. Un tappone di quelli interminabili, complici le difficolt� dell’organizzazione nella trasmissione ed elaborazione dei dati, una nota dolente e irrisolta della Regione che gi� cinque anni fa accus� lentezze inspiegabili. Proprio questi problemi hanno reso la sfida tra la candidata del cosiddetto �campo largo� (Pd-M5S) e lo sfidante del centrodestra ancora pi� combattuta di quanto gi� non fosse. Perch� mentre i dati ufficiali affluivano lentamente sulla piattaforma regionale, e davano per ore in vantaggio il sindaco di Cagliari, dalle sedi dei partiti e dei comitati elettorali arrivavano numeri decisamente pesanti per Truzzu, soprattutto in casa propria. Venti punti in meno a Cagliari, la sua citt�. Altrettanti a Sassari. Una conferma per chi da tempo aveva messo in guardia il centrodestra dall’affidarsi a un primo cittadino che negli indici di gradimento denunciava scarse simpatie.
Ma era stata Giorgia Meloni in persona, ingaggiando un braccio di ferro senza sconti con Matteo Salvini, ad imporre quel compagno di battaglie giovanili, un fedelissimo della prima ora. Una questione di rapporti di forza da riequilibrare all’interno del centrodestra, la motivazione addotta per azzoppare il presidente uscente Christian Solinas (gi� fiaccato da guai giudiziari). Il riscontro degli elettori sardi non � stato conseguente. Salvo che ad Oristano e ad Olbia, Truzzu ha lasciato sul terreno molti consensi con ricadute, inevitabili, anche su chi politicamente lo ha investito di un ruolo per il quale non era forse il pi� attrezzato. Di contro, pu� forse consolarsi l’alleato leghista perch� aveva visto giusto, anche se dentro le urne i voti al Carroccio sono stati davvero pochi per cantare vittoria (mentre FdI ha battagliato a lungo con il Pd per il primato tra i partiti).
Se Truzzu � arrivato al traguardo affaticato, Todde ha vissuto una giornata con la consapevolezza che alla fine ce l’avrebbe fatta. I dati raccolti nelle sezioni sono stati fin dall’inizio incoraggianti per l’ex viceministra allo Sviluppo economico. Dal suo ufficio stampa partivano messaggi a raffica sui dati raccolti da Olbia a Cagliari, tutti positivi. Strategia un po’ sospetta, forse, ma poi affioravano anche le prime dichiarazioni: ottimistiche quelle degli esponenti del Movimento 5 Stelle e del Pd, preoccupate e misuratissime quelle di esponenti di Fratelli d’Italia e di Forza Italia (silenzio assoluto, invece, dalla Lega). Poi, a met� pomeriggio, mentre la piattaforma regionale dava in vantaggio Truzzu, ecco la notizia che Elly Schlein (un anno fa eletta segretaria Pd) e Giuseppe Conte a Fiumicino si involano per Cagliari. � il segno che ci sono dati ufficiosi che indicano la �rimonta� della sfidante.
Dopo dodici ore di spoglio Todde e Truzzu sono alla pari. Poi, la parlamentare 5 Stelle passa avanti. Il vantaggio non � marcato. Ballano mille, poi duemila, quindi quattromila voti. Quindi la forbice si stringe. � il classico testa a testa fra ciclisti. Ma resta davanti la candidata del �campo largo�. A cui in serata fa gli auguri Renato Soru, un altro dei grandi sconfitti (per sua stessa ammissione) di queste elezioni. L’ex presidente che si � candidato in solitaria, rompendo il fronte del centrosinistra (con lui anche Azione), si attesta sopra l’8 per cento ma non entrer� in Consiglio (serviva il 10) e come lui l’altra candidata presidente, Lucia Chessa, ferma all’1 per cento.
E mentre in piazza Dante, nel centro di Cagliari, accorrono alcune centinaia di simpatizzanti per fare festa a Todde, Dario Franceschini (uno che non parla mai a caso) rompe il silenzio da Roma per dire che l’alleanza tra Pd e M5S � la strada giusta da perseguire. L’uscita rafforza la sensazione della rimonta compiuta. Ma la lentezza con cui i dati delle sezioni entrano nel cervellone regionale non aiuta ad avere la certezza assoluta. Sicuro, invece, �, per l’una o per l’altro, il premio di maggioranza che va a chi vince superando il 40 per cento (che permetter� di avere il 60 per cento dei consiglieri). Superata la tappona, ora la strada per chi ha vinto � in discesa. Mentre sull’altro fronte, non fa differenza se sar� il centrodestra o il centrosinistra, c’� da inerpicarsi su sentieri (politicamente) impervi.
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26 febbraio 2024 (modifica il 26 febbraio 2024 | 23:24)
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