Unione europea: i fondi congelati alla Russia per finanziare gli aiuti all’Ucraina. Ecco come
BRUXELLES – Oltre tre miliardi. Da destinare in buona parte agli aiuti militari per l’Ucraina. Sono gli interessi maturati dagli assett russi congelati dall’Unione europea.
Di cosa si tratta? Con il pacchetto di sanzioni stabilito dall’Ue in seguito all’attacco del Cremlino a Kiev, l’Unione europea ha “sequestrato” i beni russi presenti sul territorio dell’Unione. In questo caso si fa riferimento ai soldi della Banca centrale di Mosca che ha depositato le sue risorse in istituti stranieri, per il 70 per cento europei. Questi soldi, a causa delle sanzioni, non possono essere ritrasferiti in Russia (ad esempio a causa del blocco del sistema Swift) e generano degli interessi come qualsiasi conto corrente o investimento.
Cosa fare di questi interessi? Il Consiglio europeo ieri ha accettato la proposta della Commissione di utilizzarli per finanziare l’Epf (European Peace facility), il Fondo che in questi due anni è stato impiegato da Bruxelles per aiutare l’Ucraina, anche dal punto di vista del sostegno militare. Per comprare e produrre armi. Si tratta appunto di circa 3,5 miliardi di euro. Il 90 per cento sarà destinato all’Epf (quindi 3 miliardi) il restante 10 per cento al Bilancio Ue.
Ieri notte il Consiglio europeo ha dunque approvato il progetto e ora la Commissione Ue deve mettere a punto l’impiego di questi fondi soprattutto dal punto di vista giuridico. Per evitare ricorsi o anche solo di destare il sospetto negli altri investitori internazionali che i loro soldi in Europa non siano al sicuro.
L’impegno dell’esecutivo europeo è di risolvere la procedura entro giugno per trasferire all’Epf il primo miliardo di euro nei primi giorni del prossimo luglio.