Griner, la stella del basket in prigione in Russia: «Messa in una gabbia, ho pensato al suicidio. Ho dovuto chiedere scusa a Putin»

diMaria Strada

La stella del basket Brittney Griner fu condannata a 9 anni in Russia per una e-cig alla cannabis. In prigione niente riscaldamento, gabbie piccole, 15 ore al giorno a cucire divise per i soldati in una esibizione di potere di Putin contro Biden: «Ho pensato al suicidio»

CLEVELAND, OHIO - APRIL 05: Brittney Griner looks on in the second half during the NCAA Women's Basketball Tournament Final Four semifinal game between the UConn Huskies and the Iowa Hawkeyes at Rocket Mortgage Fieldhouse on April 05, 2024 in Cleveland, Ohio.   Steph Chambers/Getty Images/AFP (Photo by Steph Chambers / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Brittney Griner tra il pubblico alle scorse finali di Ncaa (Getty Images)

Dieci mesi di prigionia sono duri per chiunque, probabilmente per un'atleta di più. Se la prigionia è all'estero, e per di più in un Paese ostile, e in condizioni quasi al limite, figuriamoci. Questa è stata l'odissea di  Brittney Griner, stella indiscussa della Wnba, il basket femminile americano. Nel febbraio 2022 era stata arrestata a Mosca con le accuse di possesso e spaccio di droga, obbligata a firmare un documento in russo senza avvocato, a causa della presenza di ricariche per sigaretta elettronica contenenti olio di cannabis, peraltro ottenute con una prescrizione medica in Arizona. 
 
Erano i  giorni immediatamente precedenti l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, e il fermo della cestista che da 10 anni partecipava alla Eurolega femminile con lo Ekaterinburg — probabilmente presa di mira anche perché lesbica dichiarata, e attivista per i diritti omosessuali, in un Paese in cui non essere eterosessuali è considerata malattia mentale — era strettamente legato alle crescenti tensioni politiche tra Mosca e Washington.  

Le condizioni di detenzione sono state inumane, racconta oggi al New York Times. Trasferimenti da un penitenziario all'altro in una  piccola gabbia di metallo assolutamente non adatta alla sua altezza, oltre i 2 metri (206 centimetri per l'esattezza); poca ginnastica obbligatoria all'aria gelida; apparizioni in tribunale con le catene ai polsi («e il lucchetto legato proprio intorno al polso stesso, mi sentivo un cane alla catena»);  cibo avariato;  riscaldamento scarso in una esibizione di potere in cui, come diceva nelle rare telefonate alla moglie Cherelle, aveva la sensazione di essere un pedone e che della «sua vita non importasse a nessuno». 

L'unico momento di libertà, racconta Griner, coincideva con una rinuncia: quella ai suoi bei ricci. Dentro una delle prigioni c'era infatti una specie di parrucchiere e lei, non avendo un phon a disposizione, e temendo una polmonite, aveva scelto di tagliarsi i capelli. Lì si sentiva accudita dalle colleghe. Mercoledì ha ammesso in una intervista alla Abc: «Ho più volte pensato di togliermi la vita nelle prime settimane». Il sollievo arrivava dalla Bibbia, lei che è la nuora di un predicatore ma non era particolarmente religiosa.  

In carcere, ha anche iniziato a fumare sigarette vere, arrivando «a un pacchetto al giorno».  Condannata in agosto, sei mesi dopo il fermo, a nove anni di carcere per spaccio di stupefacenti, è stata usata come leva politica per mettere pressioni al presidente Usa Joe Biden. In novembre è arrivato un drammatico trasferimento  in una colonia penale in Mordovia, a 500 km dalla capitale russa: Griner racconta di un viaggio in treno, in altre gabbie, durato sette o otto giorni. Per finire a tagliare e cucire per 12 o 15 ore le divise dei soldati russi, e dividere una cella con 20 prigioniere e un bagno con 50. Indossando una divisa troppo corta e una specie di hijab in testa. 

Brittney Griner è stata poi liberata in dicembre nell'ambito di uno scambio di prigionieri con un trafficante d'armi che era detenuto negli Stati Uniti.  Ma non prima di essere stata  costretta a scrivere al presidente Vladimir Putin. «Mi hanno obbligata a scrivere questa lettera. Era in russo. Dovevo chiedere perdono e ringraziare il loro cosiddetto "grande leader". Non volevo farlo, ma allo stesso tempo dovevo tornare a casa».

È però rimasta molto sorpresa di non trovare sull'aereo da Mosca ad Abu Dhabi, teatro dello scambio di prigionieri, un altro prigioniero nelle sue condizioni, l'ex marine Paul Whelan, arrestato nel 2018, condannato per spionaggio e tuttora detenuto. «Mi hanno chiuso il portellone alle spalle e mi chiedevo se facessero seriamente. Forse (Whelan) sarà il prossimo...». 

A marzo la Associated Press scriveva che non è noto l'esatto numero di cittadini degli Stati Uniti prigionieri in Russia, compresi quelli con doppia nazionalità, ma i casi più clamorosi oltre a quello di Whelan riguardano il giornalista Evan Gershkovich, arrestato a marzo 2023 con l'accusa di spionaggio, il musicista Travis Leake (droga), l'insegnante Marc Fogel (droga), e due donne con doppia nazionalità: la giornalista di Radio Free-Europe Alsu Kurmasheva (spionaggio) e l'estetista Ksenia Khavana, accusata di aver avviato una raccolta fondi pro Ucraina. 

La cestista il 14 maggio inizierà la stagione giocando per le Phoenix Mercury, e  a Parigi 2024 con il Dream Team Usa punta al terzo oro olimpico consecutivo (ne ha vinti anche due ai Mondiali). 

2 maggio 2024 ( modifica il 2 maggio 2024 | 12:39)

- Leggi e commenta