Europee e programmi, le parole dei partiti: diritti, pace, imprese, sicurezza, sviluppo, difesa
Dietro i termini più usati nei programmi elettorali, le strategie (e i travagli) delle forze politiche
C’è chi ne usa quattromila, chi quindicimila, chi addirittura arriva a 31 mila e chi si limita, a mo’ di riassunto, a sole 700. Se è vero, come si dice, che le parole pesano, tante parole o ancora di più la stessa parola ripetuta più volte, soprattutto in politica e a pochi giorni dal voto europeo, assume un peso specifico rilevante. E così, chiusa la faticosa (per alcuni) impresa delle candidature, tutti i partiti hanno presentato il proprio programma elettorale. Intenti, promesse e ricette spiegate, ovviamente, in parole. Ebbene, calcolatrice e penna alla mano, noi tutte queste parole le abbiamo contate e classificate. Un po’ come gli amanti del Festival di Sanremo che si segnano quante volte tornano amore o cuore nei testi delle canzoni. Parole «chiave» che, nel nostro caso, fotografano strategie (e travagli) di ciascuna forza politica. Ecco i risultati.
FdI ha improntato la campagna sul ruolo centrale della sua leader. Il titolo del programma lo dimostra, «Con Giorgia, l’Italia cambia l’Europa». E la strategia di Giorgia (Meloni), candidata da premier, punta soprattutto a rimarcare i risultati del governo in campo internazionale, a partire dagli obiettivi raggiunti in materia di Pnrr. Tra i vocaboli più utilizzati nel programma del primo partito italiano, di circa 4 mila parole, il tema economico è centrale. Troviamo imprese, poi sviluppo, investimenti. Seguite da difesa e tutelare, più in linea con l’ottica politica «tradizionale» dei meloniani.
Stringato e corredato da diverse immagini il programma della Lega. Poco più di 2 mila parole in cui la matrice anti europeista impostata dal segretario Matteo Salvini trova conferma anche nella classifica del vocaboli. Termini che richiamano alla riscossa dello Stato sovrano nei confronti della burocrazia di Bruxelles, come materie prime, prodotti e il green deal (spesso bersaglio del Carroccio). E ancora, il pericolo Cina e il capitolo dei confini, toccato più volte con immigrati e immigrazione. Di nuovo economia, poi, nella lista di Forza Italia e Noi moderati. In un programma di poco meno di 2 mila parole, troviamo sviluppo ed energia, ma anche infrastrutture e agricoltura. Il progetto del ministro Antonio Tajani, inoltre, punta al 10% ricordando anche tematiche richiamate dai termini difesa e ricerca. E torna la casa, da sempre «vicina» al partito fondato da Silvio Berlusconi.
Di tutt’altra mole i programmi del fronte riformista. Si va dalle 10 mila parole di Alleanza Verdi e Sinistra, alle 15 mila del Pd e fino alle oltre 31 mila del Movimento 5 Stelle. I vocaboli sembrano imboccare un’altra strada per lasciare spazio alle sensibilità più tipiche del mondo della sinistra. E così il termine diritti torna in larghissima parte nei manifesti dei partiti di Elly Schlein e Giuseppe Conte. Nel programma del Pd il vocabolario si apre alla voce sociale e lavoro (declinato più volte anche nelle varianti lavoratori e lavoratrici). In alto in classifica tra i dem anche la parola pace, quasi a testimoniare il dibattito tutto interno al partito che cerca da settimane di bilanciare le istanze anti-belliche rilanciate dalle candidature di Cecilia Strada e Marco Tarquinio e quelle più atlantiste, ancorate al convinto sostegno dell’Ucraina. Frequenti anche le parole salute (l’argomento che caratterizza la campagna di Schlein), sicurezza e investimenti.
Quanto ai Cinquestelle, oltre come detto ai diritti, il lunghissimo programma punta sui termini lavoro e sviluppo, su sociale e banche. Non può mancare neanche tra i pentastellati la parola pace, che apre il primo capitolo del manifesto e che Conte ha voluto nel simbolo sulla scheda elettorale.
Il no alla guerra, infine, rimane al centro dei programmi delle altre componenti della sinistra. Alleanza Verdi e Sinistra la nomina diverse volte, così come tra i rossoverdi tornano ancora i diritti, il lavoro e il sociale. Pace è la parola più utilizzata nel manifesto della lista di Santoro mentre i diritti hanno un ruolo da protagonista anche in quella centrista degli Stati Uniti d’Europa, quasi a richiamare la tradizione politica di Emma Bonino e le scelte di Matteo Renzi già dai tempi di Palazzo Chigi. A chiusura del nostro vocabolario, le parole difesa e imprese del programma a trazione europeista di Azione. Calenda tocca più volte il tema del green e delle emissioni con un occhio a lavoro e immigrazione.
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