Così l’Iran contribuisce alle operazioni russe in Ucraina: dopo i droni kamikaze i missili balistici

Fonti diverse hanno rivelato alla Reuters almeno quattro spedizioni di ordigni via mare, attraverso il Caspio, o con aerei cargo. E altre sono previste nelle prossime settimane. Teheran, come aveva anticipato l’intelligence occidentale, avrebbe messo a disposizione di Mosca circa 400 Zolfaghar, con raggio d’azione di 700 chilometri ma non � neppure escluso che nel pacchetto siano inseriti i Fateh 110 (con gittata di 300 km). Le forniture sono in parallelo a quelle della Nord Corea, molto attiva in questi mesi nell’aiutare il Cremlino vendendo un milione di munizioni per l’artiglieria. Secondo indiscrezioni i nordcoreani potrebbero aver ceduto dei vettori a medio e corto raggio, anche se per gli esperti sono di qualit� inferiore rispetto ai sistemi iraniani. Il punto, per�, � che l’insieme di questo �pezzi� amplia in modo considerevole le capacit� di �fuoco� dell’Armata, estende le scorte, garantisce un’operazione di lunga durata. Un contributo che integra i vasti depositi dell’Armata.

La Repubblica islamica, intanto, ha proseguito con il programma legato ai vari modelli di Shahed, i droni d’attacco impiegati nei bombardamenti sulle citt� ucraine. Ha aggiornato alcune versioni ed ha esteso la collaborazione con i russi cedendo centinaia di velivoli senza pilota mentre altri verrebbero prodotti in una fabbrica in Russia. Teheran ha ricevuto in cambio oro, valuta e nuovi caccia. Inoltre, � probabile una cooperazione pi� profonda nel settore nucleare.

Gli iraniani, a loro volta, hanno migliorato l’arsenale testando gli equipaggiamenti in conflitti veri: hanno lanciato missili contro il Pakistan e il Kurdistan, hanno armato gli Houthi nello Yemen, hanno ricavato dati significativi dal fronte ucraino.