Omicidio di Nizza Monferrato, convalidato l'arresto di Makka: la 18enne che ha ucciso il padre per difendere la madre
La decisione del giudice dopo quattro ore di interrogatorio in cui la giovane che ha ucciso il padre ne ha raccontato le violenze: «Quando torni ti ammazzo», scriveva l'uomo alla moglie. È accusata di omicidio aggravato
Nuova svolta nel pomeriggio, Makka potrà continuare a studiare a distanza e rimarrà in comunità protetta ai domiciliari. È la decisione del giudice Riccardo Ghio, al termine dell’udienza di convalida, respingendo la richiesta del pm Andrea Trucano arrivata nel pomeriggio. Non solo. Il giudice ha deciso di non convalidare il fermo per motivi tecnici. Infatti non esiste pericolo di fuga o reiterazione del reato. La giovane, che questa mattina è stata ascoltata per quattro ore, ha accolto la notizia piangendo.
L'accusa di omicidio aggravato
L'omicidio sarebbe avvenuto dopo reiterate violenze familiari, secondo le prime indagini, confermate agli investigatori da diversi testimoni e prove raccolte nelle prime ore dopo il delitto. Tecnicamente non è stato convalidato il fermo della 18enne ma è stato disposto dal gip che la ragazza rimanga in comunità, seguita dalle psicologhe, dove si trova separata dalla madre e dai fratellini. La procura di Alessandria aveva chiesto ai giudici la misura del carcere. I suoi legali avevano invece chiesto che potesse rimanere in comunità, poiché in «condizioni psicofisiche» molto precarie. L'accusa per la 18enne è di omicidio aggravato.
L'interrogatorio
«Quando papà è tornato a casa ha aggredito mamma. Le ha messo le mani al collo. Non le ha nemmeno dato tempo di svestirsi. Ho cercato di dividerli, di dire "basta papà, fermati". Ma lui mi ha inseguita. Poi ha picchiato anche me». È un lungo racconto quello fatto questa mattina da Makka, la 18enne che ha ucciso a coltellate il padre Akhyad Sulaev, ceceno di 50 anni, venerdì sera a Nizza Monferrato, in provincia di Asti.
I messaggi: «Quando torni ti ammazzo»
In poco più di quattro ore di interrogatorio in tribunale ad Alessandria la 18enne ha ripercorso quanto accaduto venerdì pomeriggio attorno alle 16 quando ha afferrato un coltello e, per difendere la madre, ha colpito il padre con diverse coltellate alla schiena e all'addome al culmine dell’ennesima lite violenta avvenuta tra le mura dell’appartamento di famiglia in via San Giovanni, a Nizza Monferrato, nell’Astigiano. Lo ha fatto mostrando prove di violenze, anche attraverso chat e messaggi che la madre riceveva dal padre e le inoltrava. Ha raccontato delle percosse subite, degli strattonamenti, dei capelli tirati. E poi di quei messaggi di minaccia di morte alla madre che dicevano: «Quando torni ti ammazzo».
Le richieste di soldi e la seconda famiglia in Cecenia
Akhyad Sulaev, ceceno di 50 anni, era un padre padrone. Musulmano osservante, voleva avere il controllo sulla sua famiglia. «Makka ha raccontato che chiedeva sempre soldi - spiega il legale della giovane-. E pare avesse anche una seconda famiglia in Cecenia». Soldi che gli servivano per frequentare altre donne, in Italia e, secondo la giovane, sembravano non gli bastassero mai. Per Makka, accusata di omicidio aggravato dal legame familiare, intanto il pm questa mattina ha convalidato l’arresto e chiesto la custodia cautelare in carcere. Una richiesta a cui si è opposto l'avvocato Massimiliano Sfolcini, ribadendo che per la giovane serva una struttura protetta, ritenendo questa la scelta più idonea in relazione al fatto che ritiene insussistenti i pericoli di fuga e di reiterazione del reato, visto che la ragazza ha per sua stessa ammissione ha commesso il delitto per difendere se stessa e la madre.
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