Inghilterra, bocciato il «Piano Ruanda» sulla deportazione degli immigrati

di Luigi Ippolito

La Corte suprema silura il progetto del premier di portare gli immigrati illegali nel Paese africano. Colpo destabilizzante per Sunak: quadro politico britannico in movimento

Inghilterra, bocciato il «Piano Ruanda» sulla deportazione degli immigrati

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA - Il Piano Ruanda � “illegale”: la Corte suprema britannica ha bocciato all’unanimit� il progetto del governo di Rishi Sunak di deportare nel Paese africano gli immigrati illegali, sulla base del fatto che c’� il rischio che profughi legittimi finiscano per essere rispediti nei Paesi di origine, da cui erano scappati.

La sentenza � un colpo durissimo per il premier, che gi� deve fronteggiare le critiche della ex ministra dell’Interno, Suella Braverman , che lo ha accusato di portare avanti una politica fallimentare sull’immigrazione.

Era stato lo stesso governo a rivolgersi alla Corte suprema, dopo che un tribunale d’appello aveva silurato il Piano Ruanda: ma la pi� alta magistratura ha dato torto a Sunak e ha accolto le preoccupazioni di chi sostiene che in Ruanda non ci sia un adeguato sistema di asilo e che il Paese africano resti assai carente sul piano del rispetto dei diritti umani.

Gi� nell’estate del 2022 il primo volo con destinazione Ruanda era stato bloccato sulla pista di decollo da un intervento dell’ultimo minuto della Corte europea per i diritti umani: da allora il piano del governo si � arenato tra i ricorsi legali, ma adesso sembra essere stato seppellito dalla stessa Corte suprema britannica. Sunak potrebbe provare a correre ai ripari facendo nuovi accordi, pi� stringenti, col Paese africano, ma sembra difficile che la situazione possa cambiare rapidamente in maniera tale da condurre a considerare il Ruanda un Paese sicuro: per il prevedibile futuro, gli aerei carichi di immigrati non partiranno.


Per il governo di Londra, deportare i clandestini in Africa voleva essere un modo per disincentivare gli arrivi: se la prospettiva � quella di finire in Ruanda – � il ragionamento – la gente ci penser� due volte prima di provare a entrare illegalmente nel Regno Unito. Ma si � trattato anche di un gesto propagandistico rivolto all’opinione pubblica interna, esasperata dal boom di sbarchi attraverso la Manica che di fatto ridicolizza lo slogan della Brexit sulla “ripresa del controllo” dei confini: l’anno scorso sono stati oltre 45 mila gli arrivi illegali, un flusso che quest’anno � diminuito ma senza prosciugarsi. Per di pi� ci� che fa infuriare i britannici � che questi sbarchi non avvengono da Paesi quali la Libia o la Tunisia – come nel caso dell’Italia – ma dalla sicurissima Francia.

Ora Sunak si ritrova con le armi spuntate di fronte all’immigrazione illegale, lui che aveva fatto del “fermare i barconi” uno dei pilastri della sua azione di governo: e soprattutto ha il fianco esposto alle critiche della destra del partito conservatore, che reclama azioni pi� radicali e che ha trovato in Suella Braverman una leader agguerritissima, pronta a lanciare una campagna per buttare gi� il premier.

La sentenza sul Ruanda � una vittoria per gli avvocati dei diritti umani, ma � una sconfitta destabilizzante per Sunak che rimette in movimento tutto il quadro politico britannico.

15 novembre 2023 (modifica il 15 novembre 2023 | 12:49)

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