Sono stati al centro dell’attenzione degli specialisti di tutto il mondo riuniti a San Diego (California) per il congresso annuale dell’American Society of Hematology perch�, come era accaduto circa dieci anni fa con le CAR-T, rappresentano la novit� pi� recente e migliorano la sopravvivenza anche in pazienti finora privi di alternative.
Tumori del sangue: cosa sono e come funzionano gli anticorpi bispecifici, l’ultima novità nelle cure
Alcuni farmaci di questa categoria hanno concluso l'ultima fase di sperimentazione per diversi tipi di linfoma e mieloma. Lo scopo � la guarigione definitiva

Gli anticorpi bispecifici si chiamano cos� perch� sono composti da due parti: una riconosce il bersaglio sulla superficie della cellula tumorale e l’altra si lega a un linfocita T sano del nostro sistema immunitario portandolo vicino alla cellula tumorale, quindi il linfocita T si attiva e la distrugge.
�Esistono gi� diversi anticorpi bispecifici utilizzati per curare svariati tipi di linfoma e il mieloma, per ora per� vengono prescritti solo in terza linea (cio� ai malati che non hanno tratto i benefici sperati dalle due linee di trattamento precedente e che la cui malattia va avanti, progredisce) e prevalentemente ai pazienti che partecipano a sperimentazioni perch� per ora solo uno di questi farmaci (mosunetuzumab) � stato ufficialmente approvato dall’Agenzia italiana del farmaco� spiega Paolo Corradini, presidente della Societ� Italiana di Ematologia (Sie).
Cosa sono e come funzionano
�In pratica l’anticorpo bispecifico fa s� che le naturali difese dell’organismo imparino a riconoscere e distruggere le cellule cancerose — risponde Corradini, che � direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano —. � alla base di un nuovo principio di cura, una forma innovativa di immunoterapia basata sui linfociti T: crea di fatto una sorta di ponte tra due proteine diverse, il recettore espresso sulla superficie delle cellule T (quelle del nostro sistema immunitario) e quello sulla superficie delle cellule cancerose. In questo modo il sistema immunitario viene stimolato a riconoscere le cellule tumorali e attivato per combatterle efficacemente�.
Contro quali tumori servono
�Per quanto riguarda le neoplasie ematologiche diversi bispecifici sono arrivati alla conclusione delle sperimentazioni di fase tre (l’ultima prima dell’approvazione definitiva e l’entrata in commercio di un medicinale) per i pazienti con linfoma non-Hodgkin a cellule B che non hanno risposto alle altre terapie o hanno avuto una recidiva dopo averle ricevute (glofitamab, mosentuzumab, epcoritamab) e mieloma (teclistamab, talquetamab, cevostamab). Vengono somministrati in terza linea anche ai malati che hanno una ricaduta dopo l’immunoterapia con CAR-T, il che purtroppo avviene in circa la met� di malati con linfoma a grandi cellule B�.
Che differenza c’� con gli anticorpi farmaco-coniugati?
�Anche gli anticorpi farmaco-coniugati sono composti da due parti: una funge da radar e riconosce il bersaglio da colpire (ovvero la cellula cancerosa) mentre l’altra trasporta il carico, una sorta di pesantissimo chemioterapico, in grado di distruggerla. La differenza con i bispecifici � che non attivano il sistema immunitario, ma distruggono con una tossina le cellule tumorali. La terapia cos� viene diretta, in maniera estremamente precisa ed efficace, solo contro le cellule malate e risparmia quelle sane. Alcuni di questi anticorpi vengono utilizzati nei linfomi (brentuximab, loncastuximab) e un altro nel mieloma multiplo (belantamab)�.
Che differenza c’� fra CAR-T e bispecifici
�Entrambe le cure attivano e potenziano la risposta del nostro sistema immunitario contro il tumore, ma lo fanno in modi diversi. Certamente le CAR-T sono terapie che prevedono una procedura pi� “complicata” (una sorta di auto-trapianto di linfociti), con un ricovero ospedaliero e possono avere delle tossicit� maggiori, mentre i bispecifici vengono somministrati per endovena o sottocute, con pochi effetti collaterali che in genere tendono a scomparire dopo le prime infusioni. Mentre le CAR-T sono per� un trattamento singolo, i bispecifici vanno presi per molti mesi o fino alla ripresa della malattia: sono quindi un trattamento pi� lungo per il paziente. Certo entrambe le terapie sono molto costose: i bispecifici hanno un prezzo inferiore, ma vanno somministrati per una durata pi� lunga�.
Quale strategia d� risultati migliori
�Per ora non lo sappiamo, probabilmente molto dipende dalle caratteristiche della singola neoplasia: dobbiamo studiare e capire di pi� in modo da poter selezionare meglio i pazienti a cui somministrare l’una o l’altra cura. � importante ribadire che nessuno dei due approcci esclude l’altro, quindi un paziente che ne avesse bisogno potr� fare l’anticorpo farmaco-coniugato, il bispecifico e le CAR-T. Lo scopo ovviamente rimane sempre quello di guarire definitivamente la malattia�.
Per quali patologie sono gi� approvati
�Negli Stati Uniti e in Europa ci sono gi� numerosi anticorpi approvati e comunemente utilizzati negli ospedali — conclude Corradini —. L’Agenzia italiana del farmaco, per ora, ha concesso la rimborsabilit� a due anticorpi farmaco-coniugati (brentuximab e belantamab) e a un bispecifico (mosunetuzumab). Per altri si spera che possa arrivare il via libera nel 2024�.
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4 gennaio 2024 (modifica il 4 gennaio 2024 | 09:13)
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