
L’Italia secondo il Censis: un Paese di “sonnambuli”, senza direzione e presto senza giovani
ROMA – Un Paese senza direzione, che per l’80% degli italiani è in declino, senza aspirazioni, e sempre più senza giovani: dal 2003 a oggi ne abbiamo persi tre milioni, nel 2050 saranno 8 milioni, poco più del 15% della popolazione. Il Rapporto Annuale del Censis, che in passato ha elogiato il sommerso che però costituiva, sia pure in maniera autarchica e disordinata, il motore del Paese, e che ancora qualche anno fa identificava “minoranze vitali”, ora definisce gli italiani un popolo di “sonnambuli”: non vedono, non costruiscono il futuro, sono ripiegati su se stessi, e hanno paura. E sono “alla ricerca pacata di piaceri consolatori”, spiega Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.
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Paura di tutto: il clima, la crisi economica, la violenza, gli immigrati, il debito pubblico, le guerre. Ecco perché il risparmio, ancora consistente, diventa esclusivamente un’ancora di difesa personale, sganciato come non mai dai progetti di sviluppo del Paese. E anche quei pochi settori ancora in espansione, come l’export e il turismo, seguono in modo disorganico le spinte esterne: cresce il lusso, gli alberghi a 4 e soprattutto 5 stelle, e per il resto prolificano i bed and breakfast, che rendono sempre meno vivibili le città, che non sono pronte nei periodi di picco ad accogliere un flusso di visitatori che moltiplica per otto la popolazione residente.
L’illusione della ripresa è tramontata: nel primo semestre di quest’anno si registra il più alto numero di occupati di sempre, 23.449.000. Ma non è lavoro “buono”: si sono ridotte le ore lavorate in tutti i settori produttivi, con un picco del 3% in agricoltura. Tanto che il 76,1% degli italiani pensa che il lavoro oggi disponibile sia poco qualificato e sottopagato.
Il nostro tasso di occupazione, al 60,1%, rimane comunque lontanissimo dalla media Ue, al 69,8%.

I vecchi e i giovani
Ci avviamo verso un futuro insostenibile: nel 2050 la spesa sanitaria pubblica, a parità di prestazioni, dovrebbe arrivare a 177 miliardi di euro, dai 131 attuali. Ma potremo permettercela? Molto probabilmente no. Avremo quattro milioni e mezzo di italiani in meno, ma il problema è che gli under 65 saranno 9,1 milioni in meno, mentre gli over 65 4,6 milioni in più, di cui 1,6 milioni over 85. Un ciclo che non sarà più impossibile invertire, perché le madri dei futuri giovani dovrebbero metterli al mondo adesso, mentre le donne di età feconda sono scese a 11,6 milioni e nel 2050 saranno scese ancora di due milioni. Nel 2040 le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare il 25,8% del totale.
Ai giovani che non nascono, si aggiungono quelli che vanno via, in quello che il Censis definisce una forma di “dissenso senza conflitto”. I 18-34enni sono poco più di 10 milioni, pari al 17,5% della popolazione totale, mentre nel 2003 superavano i 13 milioni, pari al 23,0% della popolazione. Sono pochi, e quindi “inesorabilmente contano poco”: per esempio solo l’11,1% dei 7.786 sindaci attualmente in carica (860 in tutto) ha al massimo 40 anni. La grande maggioranza degli italiani (57,3%) riconosce che i giovani, in questo momento, sono la generazione più penalizzata di tutte. Ma siccome questo pensiero non si traduce in azione, i giovani continuano ad andar via: gli italiani che si sono stabiliti all’estero sono aumentati del 36,7% negli ultimi 10 anni; nell’ultimo anno sono andati via 82.014 italiani, di cui il 44% tra i 18 e i 34 anni. Il peso dei laureati sugli expat è passato dal 33,3% del 2018 al 45,7% del 2021.
Il declino
Per l’80% degli italiani viviamo in un Paese in declino, sul quale non vale più troppo la pena di scommettere: l’87,3% degli occupati ritiene che sia un errore mettere il lavoro al centro della propria vita. Il segno negativo davanti alla variazione del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre dell’anno (-0,4%) e poi la stagnazione dell’economia nel terzo trimestre (0,0%) certificano una nuova fase di incertezza.
Neanche il turismo, l’export e l’industria ricettiva danno le soddisfazioni che potrebbero, perché l’espansione non è governata. Nel 2022 la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata da 21,3 a 44,3 miliardi di euro (+108,1%), ma ha avvantaggiato quasi esclusivamente gli hotel di lusso. Per le categorie alberghiere più economiche e di minor pregio si
riscontrano invece contrazioni molto nette, che oscillano tra il -24,4% degli hotel a 2 stelle e il -29,1% degli alberghi a una stella, messi all’angolo dalla fortissima crescita dei bed and breakfast (più 17,8%).
Famiglie con figli sempre più rare
Il modello classico italiano della famiglia con figli si sta “restringendo”, e si avvia a diventare minoritario. Le famiglie in Italia sono complessivamente 25,3 milioni, ma quelle tradizionali,
composte da una coppia, con o senza figli, sono il 52,4% del totale: nel 2009 erano il 60%. Tra queste, inoltre, solo il 32,2% (8,1 milioni) è formato da una coppia con figli (nel 2009 la percentuale era del 39,0%).
In futuro andrà peggio: nel 2040 l’Italia sarà costituita per oltre un terzo da famiglie formate da anziani soli.