La legge per le armi all’Ucraina in scadenza a fine anno. Le incognite nella maggioranza

di Francesco Verderami

Le pressioni per rinnovarla. Senza, la Lega potrebbe tenersi le mani libere

La legge per le armi all’Ucraina in scadenza a fine anno. Le incognite nella maggioranza

La legge che regola gli aiuti militari all’Ucraina scade il 31 dicembre, ma il governo non ha ancora deciso se prorogarla: � per via dell’ingorgo parlamentare di fine anno o c’� un problema politico?

Varate subito dopo l’aggressione russa del 22 febbraio 2022, le norme hanno consentito di sostenere la resistenza ucraina. Sostegno che l’esecutivo Meloni ha pi� volte ripetuto di non voler interrompere.

E infatti marted� prossimo il ministro della Difesa illustrer� al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica l’ottavo �pacchetto� di aiuti bellici a favore di Kiev. Ma fra due settimane la legge che venne approvata dal gabinetto Draghi — e che � stata reiterata l’anno scorso dalla premier — decadr�. E Crosetto non ha ancora sciolto la riserva: �Non so se interverremo entro dicembre o a gennaio�, spiegava ieri in un colloquio riservato.

Il punto � che per assistere l’Ucraina con un altro �pacchetto�, scaduti gli effetti giuridici dell’attuale provvedimento, il governo dovrebbe appoggiarsi a un’altra legge: la 185, che stabilisce i criteri di cessione di armi all’estero. Ma le procedure sarebbero diverse. Mentre le norme in vigore autorizzano il passaggio degli armamenti �da Stato a Stato�, la 185 consente anche la vendita da parte di privati. E non prevederebbe il controllo parlamentare. Di pi�. Oggi la decisione di fornire materiale bellico a Kiev � regolata da un decreto interministeriale firmato dai titolari della Difesa, degli Esteri e dell’Economia, espressione delle tre maggiori forze del centrodestra: FdI, Forza Italia e Lega. Con la 185, basterebbe invece solo il benestare di Crosetto.

Messa cos�, la questione potrebbe assumere rilevanza politica e porrebbe in risalto le differenti posizioni nella maggioranza sul conflitto. Ancora l’altro giorno in Parlamento, dopo che Meloni aveva sottolineato l’esigenza di una �pace giusta� per l’Ucraina, il capogruppo della Lega al Senato, Romeo, ha marcato con enfasi la distanza dalla premier: �Pi� che di pace giusta bisognerebbe che iniziassimo a parlare di pace possibile�. Perci�, un eventuale uso della legge 185, potrebbe essere interpretato come uno strumento che consentirebbe al Carroccio di tenersi le mani libere in futuro.

Il tema � fortemente sentito nell’opposizione, tanto che il renziano Borghi — rappresentante del Copasir — ha chiesto con una nota all’esecutivo di �chiarire come pensa in prospettiva di aiutare l’Ucraina�, criticando l’idea che venga �smantellata l’impalcatura legislativa costruita da Draghi� ed esortando palazzo Chigi a una �immediata decisione�. Ma anche nei partiti del centrodestra, esponenti di governo di Forza Italia e l’intero blocco centrista vorrebbero che Palazzo Chigi intervenisse con un decreto �entro dicembre�. Il segretario dell’Udc Cesa, presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della Nato, ieri sosteneva che �non possiamo dare alcun segno di timidezza su questo tema in un momento cos� delicato: in una recente visita a Washington lo abbiamo potuto verificare...�.

Sia chiaro, nella delicata fase di crisi internazionale Meloni non pensa minimamente di arretrare n� sulla linea decisa con i partner dell’Occidente n� sulla difesa dell’Ucraina. Lo dimostrano l’intervento pronunciato in Parlamento questa settimana, il comunicato emesso dopo l’ultimo Consiglio supremo di difesa svoltosi al Quirinale e la postura tenuta al Consiglio europeo sulle procedure d’ingresso di Kiev nella Ue. Anche perch� la premier non ha interesse a lanciare segnali che — per usare le parole di un esponente di governo — �potrebbero essere interpretati dagli alleati Atlantici come gesti di discontinuit�.

Ma se cos� stanno le cose, non si capisce questo surplace. � vero, la sessione di Bilancio impegner� il Parlamento fino all’ultima settimana dell’anno. E lo stesso Crosetto ha assicurato ai suoi interlocutori che il timing della scelta �� legata solo all’intasamento� delle Camere, che non c’� la volont� di cambiare impianto legislativo perch� �a gennaio adotteremmo lo stesso schema, copiando le norme dell’attuale provvedimento�. Resta per� un interrogativo: se � vero — come riferiscono fonti di maggioranza — che per prorogare la legge Draghi si starebbe pensando di inserirla nel decreto Milleproroghe, perch� non annunciarlo?

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16 dicembre 2023 (modifica il 16 dicembre 2023 | 07:26)

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