Baku in pole per la prossima conferenza sul clima nonostante l’invasione del Nagorno-Karabakh. Sarebbe la terza città produttrice di petrolio a ospitare la Cop

DUBAI. Dopo l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti, toccherà all’Azerbaigian ospitare la prossima Conferenza Onu sul Clima: sarà infatti molto probabilmente Baku la sede di Cop29 nel 2024. Manca ancora l’annuncio ufficiale, ma il ministro azero per l’Ecologia Mukhtar Babayev ha dichiarato, a margine della Cop28 di Dubai: “Sono lieto di annunciare che esiste un consenso generale sulla candidatura dell'Azerbaigian ad ospitare la Cop29”. La svolta c’è stata nel corso di una riunione dei Paesi dell’Est europeo, ai quali spetta l’organizzazione della prossima Conferenza sul clima.

Il paradosso è che per la terza volta consecutiva la Cop si svolgerà in un Paese produttore-esportatore di combustibili fossili e governato da un regime non propriamente democratico. L’Azerbaijan è al 25esimo posto per riserve di gas naturale. Tra i suoi clienti può vantare l’Italia e l’Unione europea: nel luglio del 2022 fu la stessa presidente della Commissione Ue a volare a Baku per raddoppiare la fornitura esistente entro il 2027, e arrivare entro quella data a ricevere 20 miliardi di metri cubi di gas naturale.


Più di qualche imbarazzo hanno suscitato a Bruxelles le ultime mosse del presidente azero Ilham Aliyev, al potere da 20 anni: a settembre i suoi militari hanno invaso il Nagorno-Karabakh costringendo alla fuga oltre 100.000 armeni. Sembrava che questa azione avrebbe compromesso definitivamente le chance di Baku di avere Cop29. Sono state avanzate le candidature europee di Bonn e della Bulgaria, ma la Russia ha fatto sapere che avrebbe posto il veto su qualsiasi località all’interno della Ue. La distensione delle ultime ore con l’Armenia (giovedì scorso i due governi hanno annunciato l’avvio di colloqui di pace) ha infine rilanciato le quotazioni azere.

(reuters)

Una volta approvata effettivamente dal gruppo regionale dell’Est Europa, la candidatura di Baku avrà comunque bisogno del via libera formale da parte dei quasi 200 paesi presenti ai colloqui della Cop28.
Se gli azeri gioiscono nel loro padiglione, molte organizzazioni governative protestano: “E’ giunto il momento che l’Onu sia più severa nella scelta dei Paesi ospitanti: la Cop non può essere organizzata da governi che violano i diritti umani”.