Lega in affanno, rischio debacle alle europee. Zanni, fedelissimo di Salvini, fa un passo indietro: “Non mi ricandido”

La prossima debacle leghista al Parlamento europeo, dove il gruppo del Carroccio passerà dai 28 eletti del 2019 ai 5-6 di giugno, miete già la prima vittima ed è una vittima di peso: Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e democrazia, la famiglia europea leghista di cui fanno parte Rassemblement national e Alternative für Deutschland. Il quale, e qui siamo al punto, non si ricandiderà alle elezioni.

Zanni è un fedelissimo di Matteo Salvini e la sua storia politica in realtà nasce con il M5S. Viene eletto per la prima volta a Bruxelles nel 2014, ed è il Movimento 'né di destra né di sinistra' che sceglie l'alleanza europea con la destra euroscettica di Nigel Farage. Ma già nel 2017 Zanni lascia i 5 Stelle ed entra nella Lega in ascesa, venendo rieletto nel 2019 nella circoscrizione Nord-Ovest. Solo che adesso, a giugno, le cose cambieranno parecchio. Il Carroccio punta alla doppia cifra ma non sarà semplicissimo, anzi. E soprattutto in quel collegio la concorrenza si preannuncia fortissima.

Del generale Roberto Vannacci capolista in tutti le circoscrizioni si è detto molto, si vedrà, di sicuro per lui - se sarà - si prevede una bella incetta di preferenze. Ma per dire, oltre al fattore Vannacci, lo Zanni che prese 18 mila preferenze nel 2019 come può competere con l'Angelo Ciocca che sta scaldando i motori e che ne conquistò 89 mila? Oppure, altro nome di peso: come farlo con la milanese Silvia Sardone, 44 mila preferenze?

Per Zanni meglio quindi un preventivo passo indietro, visto anche il ruolo politico di peso avuto sinora a livello europeo. E una futura compensazione un domani, chissà, del resto Salvini viene descritto come uno che non si dimentica degli amici.