Shalit e gli altri: la vita e le sofferenze degli ostaggi che sono tornati

di Francesco Battistini

Il caporale israeliano che rimase per cinque anni nelle mani di Hamas oggi fa i conti con i sensi di colpa e con l’ostilit� del suo Paese. E non � l’unico: in Israele ci sono pi� di 1.500 persone sopravvissute al rapimento di Hamas, Hezbollah, siriani ed egiziani

Shalit e gli altri: la vita e le sofferenze degli ostaggi che sono tornati

Il caporale Gilad Shalit con il premier Benjamin Netanyahu il giorno del suo rilascio, il 18 ottobre 2011 (Epa)

L’abbiamo chiamato sul cellulare: Gilad, che cosa provi a vedere tutti questi israeliani uscire dai tunnel di Gaza? Risposta: clic. Una volta ci siamo appostati dove lavora: Shalit, che vita fai oggi? Se n’� andato senza un commento, la barba rada, un mazzo di chiavi in mano: il pi� famoso ex ostaggio d’Israele — i suoi duemila giorni di prigionia furono scambiati con 1.024 palestinesi detenuti — oggi � anche il pi� silenzioso. Lo catturarono nel 2006, ventenne, mentre pattugliava il confine di Gaza. Lo liberarono nel 2011, quando nemmeno lui ci sperava pi�. Per dodici anni, Gilad Shalit � rimasto nell’ombra di s� e della sua storia. S’� laureato, s’� sposato, � finito in banca. E ha sempre taciuto. Mai una parola, su come and�. E mai un grazie, per come lo tirarono fuori.

Cittadino onorario

L’eroe riprodotto su milioni di sticker, il cittadino onorario di Roma e di Parigi, il caporale che un Paese intero aveva aspettato, dal giorno dopo il suo rilascio � diventato pian piano uno scomodo fantasma. Poco amato: �Il peggior accordo nella storia d’Israele�, scrisse un giornale. Raccontano che Shalit � inseguito dai sensi di colpa, e nessuno fa granch� per aiutarlo. Ogni volta che c’� un attentato, tutti a pensare a quei 1.024 palestinesi scarcerati per salvarlo: fra loro c’era anche Yahya Sinwar, che il 7 ottobre � stato uno degli ideatori del massacro di Sukkot. �Avete scaricato troppo peso sulle spalle strette di Gilad — protest� un giorno il pap�, Noam —. Forse Netanyahu avrebbe preferito che mio figlio fosse tornato dentro una bara?�.

Tornando a casa, succede anche questo. In Israele ci sono pi� di 1.500 persone sopravvissute alle catene di Hamas e di Hezbollah, dei siriani e degli egiziani. Hatufim, rapiti. Pow, Prisoners of War. Reduci dell’incubo, durato qualche settimana o un’eternit�. Usciti dall’inferno dopo lunghi negoziati.

Soldati e civili

Tutti che rincasano arrabbiati o depressi, confusi o traditi, sicuramente insonni. Soldati e civili che impiegano una vita a rifarsi una vita: molti li incontri alla Zdvo di Tel Aviv, la Zahal Disabled Veterans Organization, una casetta bianca nel verde dove i 5.600 veterani disabili di tutti i conflitti e gli scampati alle gabbie del nemico condividono terapie, palestra, ricordi e perfino un poligono. �Portarsi il ricordo d’una prigionia di guerra � una delle esperienze pi� traumatiche d’un essere umano�, dice la ricercatrice Rachel Dekel, che ha intervistato 164 ex ostaggi fin dai tempi del Kippur e ne ha spesso diagnosticato il Ptsd, il disagio d’uno stress post traumatico: bendato, imbavagliato, violentato, umiliato, torturato, minacciato, chi esce da simili celle talvolta non ce la fa e se ne va lontano, se ne va nei labirinti della sue mente, se ne va all’altro mondo. �Io ce l’ho fatta imparando a non compiangermi�, spiega Amnon Sharon, 76 anni, colonnello che nel ’73 fu ferito, catturato e torturato in Siria: �Che tu sia un ostaggio o un prigioniero, dipendi dalle grazie che i tuoi carcerieri ti concedono. Non sei mai sicuro di nulla, finch� non ti liberano. E quando esci, devi affrontare una situazione nuova. Niente sensi di colpa. Nessuna proiezione nel passato o nel futuro�.

Le canzoni preferite

Gli ostaggi tornati vivi sono il problema d’ogni nazione in guerra. Talvolta, la coscienza critica. Il tab� degli hatufim � stato rotto solo qualche anno fa da una serie tv israeliana, ascolti alti e dibattito acceso: le storie di chi non si perdonava d’essere sopravvissuto, un po’ com’era accaduto dopo la Shoah, il ricordo degli orrori, le accuse di chi s’era sentito abbandonato dal suo Paese, i rimpianti di chi era stato manipolato dagli aguzzini. L� dentro, in Libano come in Siria, non tutti hanno avuto la forza del vecchio colonnello Sharon, che in prigionia sopportava le sevizie �cantando forte le mie canzoni preferite�. Una volta fuori dai tunnel di Gaza, non tutti sapranno trattenere l’ira verso il governo, gi� urlata nei video diffusi da Hamas. Due anni fa, nella base militare di Zichron Yaakov, venne organizzato un incontro fra chi era stato catturato nella guerra del Kippur e un vecchio generale israeliano incaricato, all’epoca, di difendere il confine sud. Erano ormai passati quasi cinquant’anni. Ma alla fine della giornata un riservista preso in ostaggio dai beduini del Sinai, ancora furioso, non rinunci� ai dubbi che da mezzo secolo gli rodevano dentro: �Dov’era finita la miglior intelligence del mondo? — chiese al generale Shmuel Gonen —. E il vostro formidabile esercito? Perch� fummo lasciati soli? Perch� nessuno di voi venne a salvarci?�. Fa impressione: sono le stesse domande che tormentano gli ostaggi di oggi.

Corriere della Sera � anche su Whatsapp. E' sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

25 novembre 2023 (modifica il 25 novembre 2023 | 07:01)

- Leggi e commenta