Kim Jong-un mette Seul nella Costituzione come “nemico principale”. Ecco perché Pyongyang archivia il dialogo, con un occhio a Mosca
PECHINO - Kim Jong-un fa risalire pericolosamente le tensioni nella penisola coreana: agenzie per il dialogo con il Sud da chiudere, monumenti alla riunificazione (come l’imponente arco fatto costruire da suo padre) da distruggere, Seul da inserire ufficialmente in Costituzione come “nemico principale” e confini con la Corea del Sud da “definire meglio”. “Non vogliamo la guerra, ma non abbiamo intenzione di evitarla”, dice il leader.
Dopo averlo annunciato nel tradizionale discorso di fine anno, davanti all’Assemblea Suprema del Popolo - il Parlamento-fantoccio di Pyongyang - Kim ha ripetuto che “l’unificazione con il Sud non è più possibile”. "Le relazioni Nord-Sud sono state completamente trasformate in relazioni tra due Stati ostili l'uno all’altro, tra due Stati belligeranti”, continua il Maresciallo. Per questo “possiamo specificare nella nostra Costituzione la questione della completa occupazione, sottomissione e riconquista della Repubblica di Corea e la sua annessione come parte del territorio della nostra Repubblica in caso di guerra nella penisola coreana”.
Un allontanamento da decenni di politica ufficiale che vedeva nella riconciliazione e nell'unificazione l'obiettivo finale. Il Nord e il Sud rimangono tecnicamente in guerra (nel 1953 ci fu un armistizio, non un trattato di pace), ma entrambe le parti hanno l'obiettivo finale di riunificare un giorno pacificamente la penisola e si considerano “membri della stessa famiglia”. Le parole di Kim sul fatto che la riunificazione è “realisticamente impossibile” segnano un decisivo cambio di rotta della sua politica: i sudcoreani non vengono più visti come “compatrioti”, ma il Sud viene dipinto ora come nazione straniera da conquistare se dovesse scoppiare una guerra.
Fino alla decisione di sciogliere le agenzie nordcoreane, i magri contatti tra i due Paesi che fungevano da relazioni diplomatiche erano gestiti dal Ministero dell'Unificazione sudcoreano e dal Comitato nordcoreano per la riunificazione pacifica, uno degli organismi che Pyongyang ora chiuderà.
Kim ha poi deciso la distruzione dell’Arco della Riunificazione, l'iconico monumento costruito nel 2001 a Pyongyang, sotto il regno del padre di Kim, per celebrare il progetto di Kim Il-sung (nonno dell’attuale dittatore) per l'unificazione basata sul sistema federale. La dichiarazione di Kim segna una rottura con la storica politica della Corea del Nord di cercare l'unificazione pacifica attraverso una confederazione di due sistemi, un approccio perseguito almeno idealmente dall'epoca di Kim Il-sung, fondatore e “presidente eterno” della Corea del Nord.
Un’escalation verbale che segue il deterioramento delle relazioni tra le due Coree, al punto più basso da decenni, dopo che Pyongyang ha lanciato un satellite spia a novembre dello scorso anno e Seul ha risposto sospendendo un accordo militare del 2018 volto ad allentare le tensioni.
Le mosse di Kim - secondo gli analisti - mettono sotto pressione il presidente conservatore sudcoreano Yoon Suk-yeol, che ha adottato una linea dura contro Pyongyang e ha irritato il regno eremita intensificando la cooperazione militare con Stati Uniti e Giappone.
In un report pubblicato la scorsa settimana dal sito 38 North, con sede negli Stati Uniti, l'ex funzionario del Dipartimento di Stato Robert Carlin e lo scienziato nucleare Siegfried Hecker hanno affermato che la situazione nella penisola coreana è "più pericolosa di quanto non sia mai stata dall'inizio del giugno 1950", cioè poco prima dell'inizio della guerra di Corea. "Può sembrare eccessivamente drammatico, ma crediamo che, come suo nonno, Kim Jong-un abbia preso la decisione strategica di entrare in guerra".
Nel frattempo i contatti con la Russia dell’amico Vladimir Putin si fanno sempre più frequenti. Dopo gli scambi e le visite dei mesi scorsi (con Kim in viaggio a Vladivostok), da ieri la ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son Hui è a Mosca. La visita avviene nel contesto delle accuse di coinvolgimento della Corea del Nord nella fornitura di armi a sostegno della guerra della Russia in Ucraina, in cambio di denaro, materie prime e tecnologia a Pyongyang.