Oltre due ore di processo a Orbán, ma dalla Ue solo un cartellino giallo

diFrancesca Basso

Ungheria accusata di avere infranto la fiducia e di minare la sicurezza. Ipotesi boicottaggio del Consiglio a Budapest

In this handout picture taken and released by Hungarian Prime Minister's Office on July 5, 2024, Hungarian Prime Minister Viktor Orban meets with Russian President Vladimir Putin at the Kremlin in Moscow. (Photo by VIVIEN CHER BENKO / HUNGARIAN PRIME MINISTER'S OFFICE / AFP)

Il premier ungherese Orbán con il presidente russo Putin a Mosca il 5 luglio scorso (Afp)

Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES Il segnale di «ampia insoddisfazione» o di «rabbia» dell’Unione europea per i viaggi a Mosca e Pechino del premier ungherese Orbán, che dal primo luglio ha assunto la presidenza di turno dell’Ue, è stato mandato forte e chiaro a Budapest ed è stato trasmesso attraverso il Comitato che riunisce gli ambasciatori dei Ventisette presso l’Unione, l’organismo che tecnicamente si chiama Coreper. Oltre due ore di discussione a porte chiuse, presenti nella sala solo gli ambasciatori per uno scambio più diretto e franco: una critica senza precedenti nei confronti di una presidenza di turno

Hanno preso la parola tutti i Paesi Ue, tranne la Slovacchia, quindi in 25, riferiscono più fonti diplomatiche al Corriere, per stigmatizzare le visite del premier Orbán al presidente russo Putin, al leader cinese Xi Jinping e all’Organizzazione degli Stati turchi, creando l’impressione di essere in missione per conto dell’Unione europea, che invece non gli ha attribuito alcun mandato. Il punto all’ordine del giorno del Coreper di ieri era stato introdotto su richiesta della Polonia, che ha trovato il sostegno di numerosi altri Stati membri. L’ambasciatore ungherese Ódor Bálint ha presentato la linea ufficiale di Budapest mentre nelle stesse ore il ministro per gli Affari europei János Bóka incontrava la stampa a Bruxelles e spiegava che l’Ungheria ha «uno stile proprio» nel condurre la presidenza e che le visite non sono state condotte «in nome dell’Ue» ma si è trattato di «incontri bilaterali», sui quali «il primo ministro Orbán ha informato» il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e i capi di Stato e di governo «in uno spirito di cooperazione, dopo le visite, anche se non era suo obbligo». Peccato che sui social sia stato usato il logo della presidenza ungherese per dare notizia delle missioni. «Ci sono voluti nove giorni perché la presidenza ungherese perdesse ogni briciolo di fiducia che le era rimasta — ha spiegato una fonte diplomatica —. Gli Stati membri hanno chiaramente scoperto il bluff di Orbán e sono stati molto duri nel condannare le azioni della presidenza ungherese, che non sta svolgendo il suo ruolo di honest broker. Orbán non rappresenta l’Ue o gli Stati membri. Le sue azioni non sono al servizio dell’Ue o della pace. Fanno il gioco di Putin e del suo progetto di guerra». 

I toni usati dagli ambasciatori sono stati forti, seppure con diversi livelli di gradazione. Gli interventi più intensi quelli di Polonia, Paesi dell’Est, Baltici ma anche Germania. Budapest è stata accusata, riferisce una fonte diplomatica, di avere «infranto la fiducia e minato la sicurezza», di «strumentalizzare la presidenza», di «evidente mancanza di rispetto dei trattati», di «avere violato l’articolo 4 del Trattato sull’Ue che stabilisce il principio di leale cooperazione». Alcuni ambasciatori hanno invitato l’Ungheria a revocare i veti che stanno bloccando diversi dossier, a cominciare dalla European Peace Facility, lo strumento per Ue aiutare militarmente l’Ucraina. I Paesi membri hanno ricordato che la presidenza di turno ha il dovere di «cooperare sinceramente», deve rispettare la posizione dell’Unione e ha il dovere di consultazione in politica estera. Ma soprattutto «non spetta alla presidenza di rappresentare l’Ue in politica estera». 

Alcuni Paesi Ue hanno chiesto di discutere di eventuali «conseguenze pratiche» contro l’Ungheria per evitare ulteriori potenziali impatti negativi sulla politica estera. Non sono entrati nel dettaglio ma tra le ipotesi c’è il boicottaggio del Consiglio europeo informale di novembre a Budapest, più difficile il Gymnich di fine agosto perché è presieduto dal capo della diplomazia Ue Borrell e non da un ministro ungherese. Non è stata discussa, invece, alcuna ipotesi di accorciare o togliere la presidenza all’Ungheria. La speranza degli ambasciatori è che il messaggio sia arrivato a Orbán, impegnato a Washington nel summit Nato. Lo scopriremo nei prossimi giorni.

11 luglio 2024

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