Cosa farà ora Netanyahu? «Mr Sicurezza» vuole tirare dritto e valuta i tempi del prossimo colpo

di Davide Frattini

Come reagir� Israele all’attacco dell’Iran? Il premier Benjamin Netanyahu, al potere da 15 anni, insiste sull’esibire i muscoli e si tiene stretti gli alleati dell’estrema destra messianica. Dal primo aprile si � rifugiato nel bunker antinucleare

Cosa farà ora Netanyahu? «Mr Sicurezza» vuole tirare dritto e valuta i tempi del prossimo colpo

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - Quando Benzion curava il giardino di casa a Gerusalemme, imponeva al figlio di aiutarlo: innaffiare, concimare, sradicare le erbacce. E di nuovo: innaffiare, concimare, sradicare le erbacce. Una fatica che al bambino sembrava senza senso, la gramigna continuava a ricrescere, allora il padre gli spieg� l’importanza della tenacia contro le malepiante, �altrimenti infesteranno tutto�.

La visione pessimista del mondo � stata trasmessa come fertilizzante fortificante al piccolo Benjamin dal genitore che da storico ha studiato per tutta la lunga vita (� morto a 102 anni) le persecuzioni dell’Inquisizione spagnola contro gli ebrei. Il pericolo di un ritorno agli anni bui ha nutrito la risolutezza del premier pi� longevo contro il rischio di un Iran con la bomba atomica. Secondo il mantra, come ha titolato la rivistaTime mettendolo per la seconda volta in copertina cinque anni fa: �Chi � forte sopravvive� .

La �guerra ombra� tra i due nemici � stata illuminata dai bagliori delle esplosioni mentre i sistemi di difesa intercettavano centinaia di droni lanciati da Teheran e Benjamin Netanyahu deve adesso decidere quale sia la dimostrazione di forza pi� efficace. Per ora il primo ministro — scrive il New York Times — avrebbe seguito il consiglio imposto dal presidente Joe Biden e fermato la rappresaglia immediata. Come lui stesso � stato fermato, racconta nell’autobiografia Bibi — My Story — quando voleva ordinare il bombardamento dei centri nucleari iraniani.

I piani sono gi� stati visti e rivisti. Alcune squadriglie di F-35 — ricostruisce il giornale Jerusalem Post — volerebbero sopra il confine tra Siria e Turchia e proseguirebbero sull’Iraq (nonostante l’opposizione di questi Paesi). Altri gruppi potrebbero tagliare attraverso l’Arabia Saudita, se lo consente, e il Golfo Persico. Dopo duemila chilometri, il primo obiettivo sarebbero le difese anti-aree iraniane che proteggono i siti atomici. Problema: per distruggere quelli costruiti a 80 metri di profondit� servono le bombe �bunker buster� da 13 tonnellate che neppure l’amico Donald Trump ha accettato di fornire.

Al potere da 15 anni — salvo i 563 giorni passati all’opposizione tra il 2019 e il 2021 — �Mr. Sicurezza� sa di dover riconquistare la fiducia degli israeliani, sa di poterne perdere ancora di pi�. Nei sondaggi delle elezioni che prima o poi arriveranno viene travolto da Gantz. Invece della potenza militare — speculano alcuni analisti — dovrebbe cogliere l’occasione diplomatica per rafforzare le relazioni con i Paesi arabi sunniti, lui che ha sempre considerato gli accordi di Abramo il suo lascito alla nazione. Eppure non sembra voler cambiare strategia: tira dritto e si tiene stretti gli alleati dell’estrema destra messianica con le loro reazioni �pavloviane� — commenta Anshel Pfeffer sul quotidianoHaaretz — in favore di �una vendetta devastante�.

Mentre il comando per il Fronte Interno aerava i rifugi pubblici e consigliava ai cittadini di restare vicini alle protezioni sotterranee, la coppia primoministeriale si � accomodata nella villa offerta in prestito dal magnate americano Simon Falic: non tanto per la piscina coperta, ma per il bunker a prova di attacco nucleare, scrive la rivista digitale Walla. Ancora una volta il politico finito nei guai giudiziari per le casse di sigari e champagne ros� ricevute in regalo dimostra di appartenere a quelle �lites che nel 1996 — prima vittoria, primo dei sei mandati totali — prometteva di disarcionare dal potere.

Cinquant’anni fa Golda Meir si dimetteva da premier sei mesi dopo la fine della guerra di Yom Kippur: nonostante la commissione istituita per investigare gli errori di intelligence e strategici l’avesse assolta, si sentiva responsabile del disastro iniziale e soprattutto gli israeliani la consideravano tale. Netanyahu non ha ancora accettato alcuna responsabilit� per la mattanza perpetrata dai terroristi di Hamas il 7 ottobre, favorita anche da suoi errori. Nel 1973 torn� dagli Stati Uniti per combattere e con lui sull’aereo c’era Ehud Barak. Era il suo comandante nelle forze speciali, adesso invoca che se ne vada.


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15 aprile 2024 (modifica il 15 aprile 2024 | 07:30)

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