Coppa Davis, l’Italia di Sinner torna in finale dopo 25 anni. Domani a Malaga c’è l’Australia, e questa volta partiamo da favoriti
Esultiamo: dopo 25 anni l’Italia ritorna in finale di Coppa Davis, a Malaga anche la Serbia di Djokovic si è dovuta inchinare agli azzurri.
E’ l’Italia di Sinner: è lui che l’ha presa in mano, portando come contro l’Olanda due punti in questa magnifica giornata di Malaga, iniziata male con la sconfitta di un Musetti fuori condizione e dolorante da inizio secondo set alla gamba sinistra - ma perché schierarlo, allora? - contro il numero 2 della Serbia, Miomir Kecmanovic, ma finita in gloria con la qualificazione per la finale di Coppa Davis, l’ottava della nostra storia.
Italia-Serbia: Sinner e Sonego portano a casa il doppio e il passaggio in finale
Domani ci tocca l’Australia, ed è la quarta volta in una finale di Coppa. Le altre tre le hanno vinte tutte loro: ma era un’altra Australia, farcita di campioni. E se in passato l’Italia ha avuto numeri uno fortissimi come Pietrangeli e Panatta - che insieme a Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli nel ’76 alzò l’unica Insalatiera dela nostra storia - gli azzurri di oggi possono contare su Sinner, un numero 4 del mondo che in questo finale di stagione ha dimostrato di valere un numero uno bis. Battendo due volte su tre Djokovic in singolare in dodici giorni, e due volte nello stesso giorno considerando singolo e doppio. Inutile negarlo: stavolta i favoriti siamo noi. «Tutto può succedere, ma siamo fiduciosi per domani», conferma Sinner.
Coppa Davis: Sinner la Volpe batte ancora Djokovic, la cronaca del match
Il ragazzo meraviglioso Jannik prima ha battuto in tre set (6-2 2-6 7-5) il numero uno del mondo Novak Djokovic - è la seconda volta, su tre incontri negli ultimi 12 giorni - salvando per giunta tre matcpoint consecutivi nel terzo set; poi ha conquistato il punto decisivo in doppio, accanto al suo amico Lorenzo Sonego contro lo stesso Djokovic e Kecmanovic (6-3 6-4). E dire che qualcuno lo considera ‘non del tutto italiano’.
La chiave è stato il successo contro Djokovic, che dopo essere stato letteralmente preso a pallate nel primo set da un Sinner ‘in the zone’, capace di un ritmo insostenibile da fondocampo, è riuscito da fuoriclasse qual è a ribaltare l’equilibrio del match. Jannik è calato un po’ al servizio, Nole ha piazzati l’allungo vincente e anche nel terzo set è sempre stato avanti di un’incollatura. teneva con facilità il servizio, mentre Jannik faticava e doveva ricorrere ai vantaggi. Una palla break salvata nell’interminabile secondo game, un’altra nell’ottavo, salvata con uno ‘schiaffo’ al volo. Nel decimo, sembrava finita: con tre erroracci Jannik sprofondava 0-40, a un passo dalla sconfitta. Con l’Italia con un piede sulla scaletta dell’aereo, Jannik però ha messo i nervi in frigo. Il primo 15 glielo ja regalato Djokovic con uno slice ‘galleggiante’, gli altri due li ha annullati lui, chiudendo poi il game con un ace. Incredibilmente, è stato proprio Djokovic a quel punto a mollare mentalmente, facendosi breccare nel game successivo e inchinandosi poi dopo 2 ore e 32 minuti ad un Sinner capace non solo di metterlo in crisi tecnicamente - risposte fulminanti, rovesci lungolinea come lame - ma di sfidarlo sul piano della tenuta psicologica.
Dopo quaranta minuti Jannik si è ripresentato in campo per il doppio, al posto dell’annunciato Bolelli - ma era un cambio previsto e scontato…- e a fianco di Sonego, e anche stavolta è stato lui il protagonista. Lorenzo ha fatto la sua parte, intervenendo a rete, rispettando più le geometrie, finalizzando dove necessario, ad esempio sullo scambio incredibile che ha inaugurato il settimo gioco del secondo set, tre smash di Jannik e chiusura sua al volo. Ma è stato ancora una volta Sinner a lasciare il segno, con le sue risposte, i suoi servizi vincenti alternati - va detto - a qualche volée molto rivedibile. Dopo un primo set abbastanza tranquillo per gli azzurri proprio nel settimo game del secondo è arrivato il break decisivo che li ha portati avanti anche nel secondo. Djokovic, beccato per una botta rtirata a rete su Sonego, ha reagito aizzando le tribune, e il Martin Carpena è diventato ad un tratto una bolgia, ma con tutto il pubblico neutrale ormai schierato per l’Italia.
Sonego ha portato l’Italia sul 5-3, poi Kecmanovic ha vinto il suo servizio, e come era giusto, è stato Sinner a chiudere il conto, su una risposta sbagliata - forse era scritto - di Djokovic. Davvero, come suggeriscono le note della canzone di Rino Gaetano sparata ancora una volta dal dj di Malaga mentre Sonny e Jan si tuffavano mnel mucchio felice della panchina azzurra, il cielo è sempre più blu.