Giansanti (Confagricoltura): “Con le rinnovabili possiamo garantire sovranità energetica ma il governo si muova”
«Le energie rinnovabili rappresentano una grande occasione che il mondo degli agricoltori può offrire per contribuire al progetto ambizioso della sovranità energetica. Ora però occorre un intervento del governo e l’attesa è grande». E’ quanto afferma Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura.
Che tipo di apporto può offrire il mondo dell’agricoltura nell’ambito della sfida green?
«Si tratta di un contributo molto significativo. Basti dire che se oggi il mondo degli agricoltori convertisse il metano prodotto dai tanti allevamenti del Paese in metano per autotrazione si riuscirebbe a coprire il 10% dell’intero fabbisogno nazionale. Questo aspetto può diventare una grande opportunità per il Paese che ha anche più valore se legata ai grandi temi della transizione green e, in questo contesto, se unita ai processi di decarbonizzazione delle attività agricole».
Quale è il vostro impegno concreto?
«Stiamo promuovendo la realizzazione di impianti che permetteranno alle aziende agricole di non disperdere più metano in atmosfera ma di immetterlo nella rete nazionale e contribuire in questo modo alla svolta green. C’è poi da citare il tema del biogas per la produzione di energia elettrica. Oggi in Italia ci sono 1.500 impianti di biogas attivi che realizzano una potenza installata di circa 1 gigawatt da produzione agricola. Da ricordare anche il grande progetto che il governo si è voluto dare con il fotovoltaico sui tetti e su terra rispetto agli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza dove sono stati destinati importanti finanziamenti a questo scopo. Già oggi contribuiamo con una produzione del 7-8% di energia elettrica da fonti rinnovabili e ci candidiamo a incrementare questa quota in modo significativo».
Quanto occorrerà spingere ancora in questa direzione?
«Ci sarà da realizzare un altro gigawatt circa relativo al fotovoltaico. Per quanto riguarda il biometano e il biogas, molto dipenderà dalle strategie che il governo vorrà adottare. Occorrerà che siano decise tariffe che consentano a nostri agricoltori di produrre biometano a costi ragionevoli e con il mantenimento degli impianti di energia elettrica che nascevano con la tariffa agevolata che adesso va a scadenza. Chiediamo, per questo motivo, al governo una tariffa omnicomprensiva che consenta a questi impianti di mantenere le proprie produzioni. Questa tariffa agevolata andrà a scadenza a fine anno e c’è molta attesa sul suo rinnovo. Chiediamo in pratica che gli impianti possano usufruire di una tariffa che permetta loro di stare sul mercato».
Quali riflessi ci sono?
«Vediamo un interesse che è enorme soprattutto se pensiamo anche a quelle che sono le manifestazioni in questi giorni degli agricoltori in Germania dove i tedeschi si sono trovati in difficoltà sui costi energetici rispetto alle tariffe applicate».
Che vantaggi ci sono per il Paese?
«Per l’Italia, che è a vocazione agricola, è importante tenere i costi di approvvigionamento degli alimenti a costi ridotti anche grazie al contributo delle energie verdi. Va nella direzione degli interessi dei consumatori. Confagricoltura ha iniziato già da anni un percorso virtuoso in questa direzione, prima con il biometano. Dall’altra parte ci sono altre due molecole, una è il bioetanolo, che si ottiene dall’agricoltura. Dall’altra il biofuel che può diventare un’opportunità dove esiste la possibilità di costruire una grande filiera direttamente di matrice italiana. Per fare un esempio, il nostro Pese è un grande produttore di soia e si può raddoppiarne la produzione e poi ottenere olio di soia per essere miscelato con il biofuel e ottenere così biocarburanti».