Europee in Ungheria, Orbán vince ma indietreggia. E ora ha un avversario: exploit per Magyar

diFrancesco Battistini

In Ungheria nove punti in meno per il cinque volte premier, mai sceso sotto il 47%. Il successo di Tisza: pochi mesi fa non esisteva, oggi è al 30%

FILE - Hungary's Prime Minister Viktor Orban acknowledges cheering supporters during an election night rally in Budapest, Hungary, Sunday, April 3, 2022. As former U.S. President Donald Trump attacked the U.S. criminal justice system following his guilty verdict, analysts say that his allegations could be useful to Russian President Vladimir Putin and other autocrats. (AP Photo/Petr David Josek, File)

Viktor Orbán

«Oggi dobbiamo vincere!». Al seggio, Viktor Orbán ieri mattina un po’ se lo sentiva: cinque volte primo ministro, mai sceso sotto il 47% dei consensi, eppure spiazzato dal suo ex fedelissimo Péter Magyar, diventato il suo più agguerrito oppositore. Orbán si faceva coraggio, ma capiva di non essere più il re dalla maggioranza assoluta. Ha vinto, non stravinto come al solito. Cala al 44% dal 53 che aveva, secondo i dati quasi definitivi, e la vera novità ungherese è Magyar, una carta già pronta e da giocare per le politiche 2026: il suo 30% è un risultato strabiliante, per un partito — Tisza: rispetto e libertà — che fino a qualche mese fa nemmeno esisteva.

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Pax Orbaniana

E adesso? Diceva il premier che «interpreteremo questi risultati come l’espressione di un’opinione sulla guerra e sulla pace». Se così fosse, i nove punti in meno direbbero che più di metà degli ungheresi non è per la Pax Orbaniana, ovvero la resa a Putin, né contro l’invio d’aiuti all’Ucraina: Orbán ha già bloccato 50 miliardi Ue a Kiev, rallentato l’ingresso della Svezia nella Nato, ma adesso l’incolpare i politici di Washington e di Bruxelles «favorevoli alla guerra» l’essere sempre e solo il signor no delle decisioni europee, forse non funziona più.

L'avvocato «né di destra né di sinistra»

Nel panorama politico s’affaccia una nuova Ungheria. È presto per dire che veda in Magyar un Homo Novus allineato con l’Ue sull’Ucraina. Ma certo i suoi comizi affollati e la sua guerra alla corruzione del governo di Fidesz, la promessa di non essere più «una colonia strumento di forze straniere» (Russia e Cina), «né il cuneo, ma semmai l’anello di congiunzione tra Est e Ovest», tutto questo ridà all’Ungheria una vera opposizione. E una spallata allo strapotere di Orbán. Avvocato 43enne, esperto di social, «né di destra né di sinistra», Magyar lavorava da una decina d’anni per il premier, era sposato con la sua potentissima ministra della Giustizia, Judit Varga, finché non ha deciso d’uscire tanto dalle stanze del potere quanto dal matrimonio. Accusando la moglie di tutto il peggio. E denunciando pubblicamente lo scandalo d’una grazia concessa da Judit a un pedofilo, con tanto di telefonate intercettate fra la ministra e lo stesso premier.

Presidenza Ue

Se questo doveva essere un referendum sul governo sovranista, come Orbán ha sempre ripetuto, così è stato. Un sì-o-no che non riguarda solo gli ungheresi: da luglio, toccherà a Budapest assumere la presidenza semestrale Ue. Re Viktor s’accomoda sul trono europeo con le vesti d’un monarca meno assoluto. Ha puntato tutta la campagna elettorale sulla paura d’un coinvolgimento nella guerra, sui dazi da imporre al grano ucraino, sulle minoranze ungheresi che vivono dalle parti di Kiev. «Svegliatevi, ungheresi!», era lo slogan di Magyar. L’Ungheria s’è svegliata prestissimo — prima del resto d’Europa: seggi aperti all’alba delle 6 — e con un’affluenza record ha detto a Orbán che qualcosa s’è incrinato.

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10 giugno 2024 ( modifica il 10 giugno 2024 | 09:31)

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