DALLA NOSTRA INVIATA
PRAGA Percorrendo i lunghissimi corridoi del meraviglioso castello che domina tutta Praga, si capisce perch� V�clav Havel – il drammaturgo, poeta e leader della dissidenza che fu il primo presidente della Cecoslovacchia liberata dal regime comunista – usasse percorrerlo �a bordo� di un monopattino. Oggi al posto del volto della rivoluzione di velluto c’� un ex comandante della Nato che nel gennaio scorso ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Bruxelles sconfiggendo l’ex premier populista �modello trumpiano� Andrej Babiš, e riportando a palazzo un europeismo e un atlantismo che mancavano da molto tempo, considerate le posizioni filorusse e filocinesi del suo predecessore Miloš Zeman.
Ucraina, intervista al presidente ceco Petr Pavel: «Le nostre incertezze ostacolano Kiev»
Il capo dello Stato ceco in visita in Italia: �Non abbiamo mantenuto molte promesse, e il senso di frustrazione degli ucraini crescer�. L’anno prossimo potrebbe essere peggio�. Sulla Difesa: giusto rafforzare il pilastro europeo dentro la Nato, ma non serve duplicare una struttura costruita in settant’anni. �Si parla poco della velocit� con cui la Cina si sta armando�


Petr Pavel ha 62 anni, capelli e barba bianca curatissimi, un viso da attore. Lo abbiamo incontrato qualche giorno fa alla vigilia del suo viaggio in Italia, dove arriver� con la moglie Eva luned� 27 per poi incontrare Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, e spostarsi mercoled� a Milano con una folta delegazione di imprenditori. Mentre parliamo – delle incertezze occidentali sull’Ucraina, di Difesa europea ed euroscetticismo – ci osservano due adolescenti scelti dall’Unicef per passare una giornata con il capo dello Stato.
Presidente, con la sua esperienza militare, come vede la situazione in Ucraina in questo momento? Anche gli alti generali di Kiev parlano di stallo.
�Oggi da presidente devo vedere la situazione non solo dal punto di vista del campo di battaglia, ma piuttosto da quello dei principi. E noi non abbiamo altra scelta che dare all’Ucraina tutto ci� di cui ha bisogno per avere successo nella sua missione di ripristinare la sovranit� e il controllo dei suoi confini: qualsiasi cosa in meno sar� un nostro fallimento. E una vittoria russa ci si ritorcerebbe contro in futuro, perch� rafforzerebbe la percezione da parte loro di poter raggiungere gli obiettivi con la forza e incoraggerebbe tutti i regimi nel mondo a contare sulla debolezza delle democrazie occidentali�.
Ma non crede che in questi quasi due anni mentre noi parlavamo, discutevamo ed esitavamo Mosca guadagnava terreno?
�Francamente, penso non tutti credessero che l’Ucraina potesse sostenere la pressione: la disponibilit� di alcune nazioni a fornire equipaggiamenti migliori � cresciuta nel tempo guardando la determinazione e il coraggio degli ucraini. Sono grato ai miei cittadini e al mio governo che hanno sostenuto l’Ucraina fin dal primo giorno: grazie alla nostra esperienza sappiamo che l’unico linguaggio che la Russia capisce � quello della forza. Bisogner� anche, ovviamente, arrivare a una fase in cui sia possibile discutere con Mosca, ma ci� deve avvenire nell’ambito delle regole e delle leggi internazionali, non con le condizioni imposte da Putin�.

Al vertice Nato di luglio lei ha anche detto che qualsiasi risultato raggiunto entro la fine di quest’anno sar� la base per i futuri negoziati. Ma il bilancio finora non sembra un buon punto di partenza per l’Ucraina.
�Intendevo dire che l’Ucraina quest’anno avrebbe avuto una sola possibilit� per una grande controffensiva. Le controffensive sono costose, impegnative, richiedono tempo: non � possibile farne due, tre grandi in un anno. Dietro al mio ragionamento c’era poi la constatazione che l’anno prossimo ci saranno le elezioni in Russia, negli Stati Uniti e potenzialmente anche in Ucraina, e che questo inverno sar� estremamente difficile perch� una grossa parte delle infrastrutture ucraine � stata distrutta, e anche con il nostro aiuto non sono riusciti a ripararle tutte. Sar� dura per la popolazione e con le esitazioni da parte dei Paesi che ora sostengono l’Ucraina, il senso di frustrazione crescer�. E naturalmente questo crea una situazione poco favorevole al proseguimento delle operazioni di controffensiva. L’inverno dar� alla Russia, che � gi� stata in grado di trasformare la sua industria in modalit� bellica, il tempo di ricostituirsi. Stanno producendo molte pi� munizioni di grosso calibro, pi� carri armati, stanno reclutando pi� soldati. Sono in trattativa con diversi Paesi per le forniture: la Corea del Nord ha un potenziale di 1 milione di proiettili di artiglieria. Se perdiamo l’opportunit� di mantenere il nostro sostegno all’Ucraina, il prossimo anno potrebbe essere ancora pi� favorevole a Mosca. Quest’anno � cruciale per mettere le basi per il successo, il prossimo anno sar� pi� complicato�.
Sta dicendo che in qualche modo abbiamo fallito?
�Sfortunatamente le nostre consegne di equipaggiamento militare non sono abbastanza da permettere all’Ucraina di continuare un’operazione ad alta intensit�. Non abbiamo mantenuto le nostre promesse di fornire agli ucraini munizioni per l’artiglieria, l’addestramento per l’F 16 non procede alla velocit� in cui dovrebbe. Dopo le consegne degli Storm Shadows dalla Gran Bretagna e di missili simili dalla Francia, l’Ucraina si aspettava di ricevere i tedeschi Taurus. Ma Berlino non ha ancora deciso se fornire o meno quei missili. Questo crea uno squilibrio nelle consegne e l’incertezza, da parte ucraina, non � una buona base per la pianificazione militare�.
Putin sta probabilmente vivendo le migliori settimane dall’inizio della guerra, con il mondo distratto da Gaza. E con i dati sulla crescita del Pil, nonostante le sanzioni...
�S�, ma continuo a credere che abbiamo la capacit� di cambiare le cose�
A maggio dell’anno prossimo si festeggia il ventennale dall’ingresso della Cechia nell’Unione europea, eppure l’entusiasmo per l’Europa � diminuito e il populismo non � sconfitto.
�� un problema che non riguarda una sola parte d’Europa o di mondo. Ovunque c’� chi fa agli elettori promesse che non si possono mantenere, e li spaventa offrendo loro dei nemici. Anche in Cechia rivedremo crescere il populismo con le elezioni europee di giugno e le parlamentari nel 2025. Credo che per sconfiggerlo si debba essere onesti, offrire soluzioni basate su fatti, analisi, verit�. Vuol dire anche evitare l’eccesso di politicamente corretto e provare ad ascoltarsi gli uni con gli altri. Non c’� dubbio che oggi stiamo molto meglio che prima dell’ingresso nell’Ue, ma non tutti sono convinti che l’Europa stia andando nella giusta direzione. C’� chi andrebbe dritto verso gli Stati Uniti d’Europa e la piena integrazione, e chi vuole che l’Europa resti una comunit� di nazioni sovrane, con i governi in grado di mantenere la loro voce sulla maggior parte delle questioni. Come al solito, la verit� � nel mezzo, e non � facile trovare il giusto equilibrio. Credo per� che la maggior parte della popolazione europea capisca come nell’attuale competizione globale possiamo prevalere solo se restiamo uniti: nessuno dei singoli Paesi europei - compresi Germania, Francia, Italia - avr� da solo il potere di rimanere competitivo. Prendiamo ad esempio la Cina: se continuiamo a dividere le nostre risorse in tanti flussi diversi, ovviamente perderemo questa competizione. Ricordiamocelo sempre quando parliamo troppo di autonomia e sovranit�
La maggiore integrazione dovrebbe riguardare anche la Difesa?
�� il vecchio dilemma della difesa europea: ho assistito di persona ad alcuni di questi dibattiti quando presiedevo il comitato militare della Nato. All’epoca alcuni leader parlavano addirittura di un esercito europeo. Io penso che l’Europa debba avere un’industria della Difesa pi� efficiente, e accordi di cooperazione multipolari con i Paesi che non sono ancora membri dell’Ue o della Nato. E possiamo anche, ovviamente, rafforzare il pilastro europeo della Nato, ma non ha molto senso duplicare una capacit� costruita in pi� di sette decenni e cercare di inventare qualcosa di nuovo. Detto questo, dobbiamo essere consapevoli che in futuro potremmo trovarci in una situazione in cui gli Stati Uniti saranno pi� impegnati altrove e l’Europa avr� bisogno di un qualche tipo di azione militare, per cui se non vogliamo dipendere completamente da Washington dovremmo sviluppare i settori in cui oggi siamo carenti, ovvero il trasporto strategico, in particolare quello aereo, la comunicazione strategica e l’intelligence strategica. Non serve proporre qualcosa di nuovo, ma l’Unione europea deve essere pi� forte all’interno della Nato�.
Tornando alla Russia, un’altra parte della loro aggressione ai nostri valori � la guerra dell’informazione e l’interferenza elettorale. Nei mesi scorsi ci sono stati enormi raduni pro-russi a Praga. Pensa che dietro ci sia Mosca?
�Le proteste sfociavano dalle preoccupazioni della popolazione per le condizioni socio-economiche, ma certamente sono state alimentate anche da populisti che collegano queste paure all’orientamento filo-occidentale del governo, ricordandoci come in passato siamo stati liberati dall’esercito sovietico. Ma allo stesso tempo, credo che non ci siano molte persone qui che sarebbero propense a tornare nelle mani della Russia. L’esperienza dell’occupazione sovietica nel 68 � ancora piuttosto viva�
Lei ha chiesto una maggiore sorveglianza sui russi in Europa, richiesta che � stata molto criticata.
�Be’, se la Russia dichiara i Paesi europei suoi nemici, allora dobbiamo essere cauti quando si tratta di russi all’interno delle nostre societ�, considerato che molti di loro lavorano per l’intelligence. La Repubblica Ceca ha pi� di 15.000 aziende di propriet� di cittadini russi e poi ci sono molte propriet� che vengono usate a fini commerciali mentre dovrebbero essere usate solo per scopi diplomatici. Considerando ci� che la Russia sta facendo in questo momento in Ucraina, sarebbe molto irresponsabile se lasciassimo uno spazio aperto all’intelligence e alla propaganda russa per utilizzare liberamente tutti i loro canali�.
Contrariamente al suo predecessore, lei � piuttosto falco quando si parla di Cina.
�La Cina non � un nemico, ma � sicuramente un concorrente. Le loro istituzioni, i loro valori, i loro obiettivi e interessi strategici a lungo termine sono diversi dai nostri. Per questo motivo dobbiamo lavorare insieme non solo per fornire un contrappeso sufficiente alla Cina, in modo che ci consideri un partner, ma anche per dimostrarle che non possiamo essere spinti a fare le cose come vogliono loro. � giusto rivedere l’ordine mondiale costruito dopo la seconda guerra mondiale, ma questi aggiustamenti dovrebbero essere fatti intorno a un tavolo, non sui campi di battaglia. Non si parla abbastanza della costruzione di capacit� militari da parte di Pechino, ma i cinesi si stanno rafforzando a un ritmo altissimo, per terra, aria, mare e spazio. Per questo motivo dovremmo dire alla Cina che se giustamente vuole essere una potenza globale, deve anche assumersi le sue responsabilit� globali, e usare il suo peso – economico, politico, diplomatico – per fare pressioni su quelli che violano le regole, come la Russia�.
Il mondo sta assistendo a un’altra crisi, quella in Medio Oriente, che divide le societ� europee.
�Dire che nessun problema deve essere risolto principalmente con mezzi militari significa iniziare con la condanna di ci� che Hamas ha fatto il 7 ottobre in Israele. Quelle atrocit� non possono essere giustificate da nulla, e comprendiamo che Israele debba difendersi da una simile violenza. Lo Stato ebraico sostiene di dover sconfiggere completamente Hamas, almeno la parte militare. La verit� � che l’ideologia non pu� essere sconfitta: in Siria e in Iraq abbiami sconfitto militarmente l’Isis, ma quella ideologia sopravvive e si � spostata in Africa. E come lo Stato Islamico in Siria e i talebani in Afghanistan, Hamas usa i civili come scudo, li tiene in ostaggio, non protegge la sua popolazione. Noi dobbiamo sostenere Israele, e allo stesso tempo appoggiare le misure per proteggere la popolazione civile palestinese, fornire assistenza umanitaria e, una volta risolta la parte militare del conflitto, fare del nostro meglio per ripristinare una vita dignitosa a Gaza�.
Come sono i rapporti con il nostro governo e la nostra premier, molto vicina agli esponenti pi� euroscettici del gruppo Visegrad, come Orb�n?
� Le nostre relazioni bilaterali sono eccellenti, abbiamo una grande cooperazione nel settore aerospaziale, in quello dell’energia e dei trasporti. Ho gi� incontrato il primo ministro Meloni a Praga e l’ho trovata concentrata su soluzioni pragmatiche, i nostri punti di vista erano molto simili su diverse questioni. Penso quindi che le discussioni con lei e il suo governo e con il presidente Mattarella saranno molto fruttuose�.
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27 novembre 2023 (modifica il 27 novembre 2023 | 07:42)
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