Dai droni a microchip e laser: beni e tecnologie a potenziale uso militare verso la Russia, 4 arresti in Belgio e 2 in Olanda

BRUXELLES. Sei arresti, quattro in Belgio e due nei Paesi Bassi, in un’operazione volta a contrastare il traffico illecito di materiale «sensibile» che si presume diretto in Russia, a sostegno delle operazioni militari del Cremlino nella guerra contro l’Ucraina. In un più ampio dossier legato all’import-export illegale di tecnologie a doppio uso civile e militare, blitz sono scattati in contemporanea nelle Fiandre (a Knokke-Heist e Eekl), nel nord del Belgio, e nell’ovest dei Paesi Bassi, nella provincia di Rotterdam. Perquisite abitazioni private e sedi di imprese, e il fermo dei sei sospettati trattenuti per interrogatorio. Le prossime 48 ore saranno decisive per capire se convalidare l’arresto ed, eventualmente, far comparire i sospetti o anche solo una parte di loro davanti al giudice.

Nel mirino le cosiddette tecnologie a duplice utilizzo, o «duali». Droni, microchip, ricetrasmittenti, software informatici, sensori, laser, fino a motori, alimentatori e persino razzi. Tutto ciò che potrebbe essere utilizzato in prima linea o per alimentare ulteriormente il conflitto in corso. Gli inquirenti vogliono accertare la natura dell’attività illecita poiché si teme che il business di questo tipo di merce possa avere come destinazioni finali Paesi extra-Ue oggetto di restrizioni nazionali ed europee. E’ la stessa procura federale a fare esplicitamente il nome delle Federazione russa. «Alcune delle tecnologie scambiate potrebbero rientrare nelle norme di embargo applicabili ad alcuni paesi, come la Russia, in particolare a causa di conflitti armati».

L’Unione europea e i suoi Stati membri hanno decretato il bando totale del commercio verso la Russia di tecnologie a duplice utilizzo a giugno di quest’anno, per poi estenderlo anche alla Bielorussia, considerata alleata del Cremlino nel conflitto contro l’Ucraina. Ma c’è la possibilità di una rete, come dimostrano le perquisizioni e gli arresti condotti simultaneamente in due diversi Stati membri dell’Ue, su «soffiata» degli Stati Uniti. Sono «agenzia governative statunitensi» ad aver informato le autorità belghe e olandesi dell’esistenza di un traffico illecito di beni duali. Tutto nasce da un’inchiesta avviata dall’altra parte dell’Atlantico, dove sarebbe emerso che merce di provenienza statunitense è al centro di attività illecita e riciclaggio di denaro. Perquisizioni e arresti su suolo europeo sarebbero il risultato di «intensa cooperazione con il governo americano», fa sapere ancora la procura del Belgio, che per ora sceglie di rendere noto lo stretto indispensabile e continuare le indagini.