Onu complice di Hamas? I retroscena del Palazzo di Vetro

Onu anti-americana e anti-israeliana: come lo � diventata

Dodici dipendenti �umanitari� parteciparono alla strage di Hamas? Il sospetto infamante che alcuni dipendenti delle Nazioni Unite a Gaza abbiano �le mani sporche di sangue�, cio� che abbiano partecipato attivamente al massacro di civili perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023, obbliga ad affrontare una realt� scabrosa. L’Onu � talmente anti-israeliana, e spesso anti-americana, che una sua agenzia pu� essere diventata addirittura complice o fiancheggiatrice di una milizia jihadista? L’agenzia sotto accusa � l’Unrwa, acronimo di United Nations Relief and Works Agency, un ente creato nel 1949 per la popolazione palestinese. La sua missione dovrebbe essere umanitaria, l’assistenza ai profughi palestinesi con fornitura di servizi sanitari, istruzione, aiuto economico. L’accusa che diversi suoi dipendenti abbiano partecipato all’attacco terroristico del 7 ottobre, forse perfino uccidendo dei civili, non � del tutto nuova nella storia di questa organizzazione. Per� � la prima volta che questa accusa viene presa cos� sul serio: l’Onu ha proceduto a dodici licenziamenti nei suoi ranghi (dopo aver tergiversato per oltre tre mesi). Questo avalla la sensazione che Hamas avesse infiltrato dei militanti nello staff locale dell’Onu a Gaza; oppure che tra i funzionari “umanitari” delle Nazioni Unite alcuni abbiano finito per condividere l’agenda politica di Hamas ivi compresi gli obiettivi dell’attacco terroristico contro i civili. (Nella foto, una distribuzione di aiuti da parte dell’Unrwa a Gaza).


Il clima ideologico al Palazzo di Vetro

La partecipazione a una strage terroristica da parte di presunti �assistenti sociali� remunerati dalle Nazioni Unite � un’eventualit� terribile. Ma non stupisce troppo, per chi conosca il clima ideologico in cui si sono formati alcuni di questi dipendenti Onu. Perfino lontanissimo da Gaza, dentro il Palazzo di Vetro a New York, l’atmosfera prevalente � di ostilit� verso Israele e gli Stati Uniti. Questo dato politico, se lo si cala in una realt� tragica come la Striscia, pu� trasformarsi in qualcos’altro: una forma di vera e propria militanza. Oppure, in uno scenario solo leggermente meno estremo, i funzionari Unrwa possono aver simpatizzato con la causa palestinese al punto da reclutare nei loro libri paga alcuni abitanti di Gaza senza preoccuparsi della loro appartenenza ad Hamas. Frequentando da molti anni la sede centrale delle Nazioni Unite a New York, sono abituato a dare quasi per scontato che Israele sia sempre sul banco degli imputati, e l’America finisca spesso in minoranza. I funzionari Onu che agiscono sul terreno, in terre di frontiera dove sono esposti a pesanti disagi e perfino a pericolo di vita, possono riflettere quell’orientamento politico della sede centrale all’ennesima potenza. Ne ho conosciute tante e tanti che considero al tempo stesso delle eroine e degli eroi per il lavoro umanitario, ma anche degli esempi di partigianeria e faziosit�. Le cose non si escludono: puoi essere altruista, coraggioso, idealista, e fanatico. A proposito dell’Unrwa, 152 suoi dipendenti sono morti dall’inizio di questo conflitto.


Quando l’Onu fu creata da Roosevelt

Una domanda da porsi �: come si � arrivati a questo? L’Onu fu una creatura dell’America. La sua creazione risale a una decisione del presidente Franklin Delano Roosevelt nella seconda guerra mondiale; un ruolo importante a quell’epoca lo ebbe anche la First Lady Eleanor Roosevelt. Una pietra miliare nella sua fondazione la si pu� visitare ancora oggi a San Francisco, nella foresta di Muir Woods, dove � commemorata la riunione originaria. Pochi anni dopo la fondazione dell’Onu questo organismo sovranazionale legittim� l’intervento militare degli Stati Uniti e dei loro alleati in difesa della Corea del Sud, invasa dalla Corea del Nord nel 1950 con l’appoggio di Cina e Unione sovietica. Alle origini quindi si poteva ritenere che l’Onu fosse uno degli strumenti di un ordine internazionale americano-centrico, sullo stesso piano del Fondo monetario, della Banca mondiale, del Gatt (poi divenuto Wto), tutti figli di una visione rooseveltiana. Che a sua volta si poteva far risalire al primo progetto simile, la Societ� delle Nazioni voluta da un altro presidente democratico, Woodrow Wilson, alla fine della prima guerra mondiale.


Impotenza odierna, in Ucraina e non solo

Fast forward... saltiamo tante tappe intermedie e corriamo al presente: nessuno si sognerebbe di descrivere l’Onu di oggi come un docile strumento dell’egemonia americana. Semmai il contrario: � l� che spesso l’America si trova messa in minoranza, non riesce a far prevalere i propri interessi o i propri valori e visione del mondo. Sulla guerra in Ucraina l’Onu � stata inutile, paralizzata da veti incrociati dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Dal punto di vista decisionale, della capacit� di intervenire a spegnere conflitti, questa sembra essere diventata una costante: in un mondo che � ormai scivolato velocemente dentro una nuova guerra fredda, il fatto che in seno al Consiglio di sicurezza il potere di veto spetti a potenze antagoniste come America, Cina, Russia (oltre che Regno Unito e Francia) � quasi una garanzia di paralisi. A differenza del Consiglio di sicurezza, l’assemblea generale dell’Onu (dove vale il principio: un voto per ogni paese) ha poteri operativi davvero scarsi. Serve per� a rappresentare una certa mappa geopolitica del pianeta, a registrare gli equilibri nei rapporti di forze, le zone d’influenza, le maggioranze o minoranze a favore di questa o quella potenza. Sui diritti umani concede un ruolo spesso imbarazzante a regimi autoritari e liberticidi. Su Israele si trasforma facilmente in un tribunale accusatorio. Per il numero delle nazioni che lo compongono il Grande Sud globale pesa molto al Palazzo di Vetro; spesso quel mondo dei paesi emergenti propende a favore di Cina e Russia; quasi sempre � filo-palestinese a oltranza. Lo staff dei funzionari risente di questi orientamenti dell’assemblea. Lo scandalo dei dipendenti Onu accusati di partecipare alla mattanza di Hamas pertanto � aberrante ma non del tutto inaspettato.


Da Bush padre al figlio, fine di un’egemonia Usa

Per capire come si sia arrivati a questo, frugo nella mia memoria e risalgo ad alcuni episodi accaduti tra la presidenza di George H.W. Bush 1988-1992 (Senior, il quarantunesimo dalla fondazione della Repubblica) e la presidenza di George W. Bush 2000-2008 (Junior, numero 43). Il padre forse fu l’ultimo leader americano a saper piegare l’Onu ai propri fini, per esempio durante la prima Guerra del Golfo nel 1991, quando una vasta coalizione cacci� Saddam Hussein dal Kuwait che aveva invaso. Senza minimizzare la capacit� diplomatica del 41esimo presidente, il gioco era abbastanza facile. L’America di Bush Senior godeva di una superiorit� eccezionale, in quel “momento unipolare” in cui l’Urss non c’era pi�, la nuova Russia era stremata, la Cina si riprendeva con fatica dalla crisi di Piazza Tienanmen ed era solo all’inizio del suo boom economico. Bush figlio dopo il trauma dell’attacco terroristico di Al Qaeda l’11 settembre 2001 prov� a usare la legittimazione Onu con la seconda guerra del Golfo nel 2003. Cadde nell’impostura presto smascherata, mandando allo sbaraglio il suo segretario di Stato Colin Powell, a raccontare bugie e ad esibire prove false proprio al Palazzo di Vetro, sulle armi di distruzione di massa di Saddam. Al tempo stesso maturava nell’ambiente dei neoconservatori (“neocon”) che suggerivano la politica estera di Bush Jr, quella che oggi si direbbe una visione sovranista. L’establishment neocon che circondava Bush Jr era insofferente verso i vincoli del multilateralismo, non accettava di cedere pezzi di sovranit� nazionale a istituzioni collettive. Cominciava cos�, sempre pi� spesso, a chiamarsi fuori da alcune di quelle organizzazioni internazionali che l’America stessa aveva voluto e creato, a contestarne la giurisdizione, a ribellarsi alle loro regole.


Scalata cinese alle istituzioni multilaterali

Come sempre accade, il vuoto venne riempito da altri. La Cina in particolare, esaltava il multilateralismo, come un modo per imporre dei limiti alla leadership Usa. Pechino praticava una sistematica penetrazione delle organizzazioni internazionali per allargarvi la propria influenza. Se n’� avuta una conferma, l’ennesima, quando l’Organizzazione mondiale della sanit� (Oms) si dimostr� succube e passiva verso le menzogne della Cina sul Covid. L’Oms � una delle tante agenzie Onu.


Ideologia anti-occidentale

Questa lunga marcia verso il potere si � unita a una campagna ideologica, che ha trovato un terreno fertile nei paesi emergenti e tanti alleati anche in Occidente: per interpretare le relazioni Nord-Sud in chiave di sfruttamento e oppressione. La colpevolizzazione dell’Occidente – o l’autocolpevolizzazione, quando praticata da noi stessi – � diventata una pratica comune nei corridoi del Palazzo di Vetro. Dai delegati africani e latinoamericani, fino allo staff tecnico e burocratico assunto nelle varie agenzie Onu, un terzomondismo anti-capitalista e anti-occidentale si � insediato come un collante ideologico, elastico ma tenace. L’elezione di Donald Trump nel 2016 � stata l’ultimo episodio, ha accentuato o accelerato tendenze che erano chiare da tempo.


Trump e i �parassiti nemici�

Trump ha portato alla Casa Bianca una dose di sovranismo ancora superiore rispetto a quella dei neocon di Bush Jr. Con Trump la diffidenza verso le organizzazioni internazionali si � trasformata in aperta ostilit�. Chi stava in quelle organizzazioni internazionali, dal personale diplomatico ai funzionari, dalla burocrazia amministrativa fino allo staff impegnato nelle missioni umanitarie, non poteva che trarne le conseguenze: diventando ancor pi� antiamericano. In un circolo vizioso senza fine, questo esasperava vieppi� la destra Usa non senza ragione: gli Stati Uniti rimangono il maggiore finanziatore dell’Onu; ancor pi� se li si considera assieme agli alleati europei. Per molti americani dunque le organizzazioni multilaterali sono dei parassiti nemici, con una mano incassano i soldi del contribuente Usa, con l’altra firmano risoluzioni contro l’America o i suoi alleati (come Israele). La questione palestinese ha una capacit� quasi unica di unire il Grande Sud globale contro l’America e contro Israele. Dal Brasile al Sudafrica, in tutti i miei viaggi recenti ho trovato conferma che i paesi ex-colonizzati si considerano “gemellati” ai palestinesi da un destino simile. I dodici licenziati dall’Unrwa potranno essere indagati e giudicati colpevoli o innocenti dell’accusa di aver partecipato alla mattanza di Hamas. Mi guardo bene dall’anticipare le conclusioni di quest’inchiesta, che potrebbe pure scagionarli. Bisogna augurarsi che sia un’indagine seria, visto che l’Onu ha atteso pi� di cento giorni prima di reagire alle prove fornite da Israele sulla connection Unrwa-Hamas. Intanto gli Stati Uniti, il grande pagatore del Palazzo di Vetro, hanno sospeso i loro finanziamenti a quest’agenzia “umanitaria”. Che il personale Onu sia spesso tutt’altro che neutrale, schierato con una parte, � una realt�. Ci� purtroppo non contribuisce a rendere questa organizzazione pi� credibile, pi� efficace, n� candidata a una futura rinascita.