Al G7 tra Parigi e Roma scoppia un caso sull’aborto
Macron: «Rammarico per la scelta di Roma». Meloni: «Sbagliato fare qui campagna elettorale»
«Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum così prezioso». La prima giornata del G7 si sta per chiudere e la presidente Giorgia Meloni commenta così la polemica sull’aborto, con il presidente francese Emmanuel Macron che si era detto «dispiaciuto» per il fatto che la parola fosse sparita dal documento finale. Incomprensioni che vengono spiegate così da fonti italiane: «Nel testo che verrà pubblicato non si fa nessun passo indietro» rispetto al comunicato del G7 di Hiroshima «e non si è tolto nulla.
Tanto è vero che c’è un esplicito riferimento agli impegni assunti a Hiroshima, che vengono tutti riconfermati». E ancora: «Il sospetto è che ci sia stata un po’ di strumentalizzazione post elettorale, qualcuno che magari abbia voluto inserire un elemento di disturbo in un G7 che va benissimo».
Nel corso della giornata i temi affrontati sono stati diversi. C’è un monito dei Sette diretto ad Israele, «siamo preoccupati per operazioni di terra su larga scala, chiediamo al governo di Israele di astenersi dall’offensiva a Rafah, in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale».
Ma c’è anche un invito pressante rivolto ad Hamas, nelle conclusioni finali del vertice G7, affinché accetti la road map annunciata da Joe Biden a maggio. Sul punto Meloni sottolinea il «sostegno unanime alla proposta degli Stati Uniti per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e la protezione della popolazione civile. Abbiamo ribadito ogni sforzo per evitare l’escalation». Oltre al Medio Oriente, c’è un focus sull’Africa, un panel apposito sulle infrastrutture globali e, come previsto, il via libera ai fondi aggiuntivi per Kiev.
L’arrivo di Zelensky movimenta il vertice a metà giornata, per lui c’è la buona notizia che i Sette hanno raggiunto un accordo politico su almeno 50 miliardi di dollari di ulteriori aiuti, che potranno ampiamente diventare 60, quando il progetto passerà alla fase operativa. Un accordo che il Cancelliere tedesco Scholz definisce «storico, che dimostra come il piano di Putin sia fallito. Non può sperare di vincere questa guerra a causa dei problemi finanziari dei sostenitori dell’Ucraina».
Mentre Meloni sottolinea di essere «fiera» del risultato raggiunto «a 841 giorni dalla guerra di aggressione russa, che ha trovato la resistenza eroica dell’Ucraina». Da Mosca non si è fatta attendere una reazione: l’accordo per usare gli interessi che maturano dai fondi russi congelati in Europa «non porterà l’Occidente a niente di buono», dice la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, per la quale «iniziative illegali» come questa rischiano di provocare uno «sbilanciamento del sistema finanziario e crisi devastanti».
Un’ora di confronto fra i leader, allargata al capo del fondo BlackRock, Larry Fink e al ceo di Microsoft, Satya Nadella, vede sedersi al tavolo dei Grandi anche un pezzo di establishment italiano, gli ad di Enel, Eni, Cdp e Sace. Tutti portano un tassello di esperienza su come trovare sinergie fra la PGII, la Partnership for Global Infrastructure and Investment, alternativa del G7 e americana alla via della Seta cinese, il Global Gateway della Ue, che contiene decine di progetti per l’Africa e il Piano Mattei.
La stessa Meloni lo rimarca a fine giornata: «Tra questi tre progetti vogliamo creare sinergie per massimizzare gli sforzi e gli investimenti per ottenere maggiori benefici per tutti». «In questo caso — ha proseguito la premier — il salto di qualità» fatto al G7 «riguarda la volontà di far dialogare i diversi strumenti che abbiamo messo in piedi negli anni, perché si possano mettere a sistema i vari interventi, in modo più coordinato».
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