IL CASO PIEMONTE Torino, l’ex Psi Gallo intercettato prima delle Comunali 2021: «Quel favore ti costa 50 voti»
L’inchiesta ruota principalmente attorno agli appalti per le manutenzioni dell’autostrada Torino-Bardonecchia e ha portato a 9 misure cautelari Fantini: «Ne ha fatti eleggere otto»
Nell’intreccio tra appalti, lavori pubblici e ’ndrangheta scoperto dall’indagine dei carabinieri del Ros e della stazione di Leinì, coordinati dal pubblico ministero della Dda Valerio Longi, emerge anche un presunto scambio di favori per ottenere voti in occasione delle elezioni comunali di Torino dell’ottobre 2021.
L’inchiesta ruota principalmente attorno agli appalti per le manutenzioni dell’autostrada Torino-Bardonecchia e ha portato a 9 misure cautelari con accuse – a vario titolo – di associazione mafiosa, concorso esterno, riciclaggio, estorsione, ricettazione, e detenzione illegale di armi.
Non è invece stata concessa la custodia cautelare per Salvatore Gallo, 85 anni, figura storica del Psi torinese e del centrosinistra, amico personale di Bettino Craxi e padre di Raffaele (attuale consigliere regionale e capogruppo del Pd, non indagato, ma citato più volte nell’ordinanza). Gallo, ex presidente di Sitalfa e procuratore speciale di Sitaf fino al 2015, è indagato per estorsione e peculato, ma un capitolo dell’ordinanza è dedicato anche a presunte violazioni delle normative elettorali che regolano le elezioni amministrative.
Nel 2008 Gallo è stato il fondatore dell’associazione culturale IdeaTo, definita dagli inquirenti «una vera e propria costola locale del Partito Democratico» e alla vigilia della tornata elettorale del 2021 si è impegnato per favorire i candidati della «sua» area. Il 27 settembre viene contattato da Francesco Anello (imprenditore piccolo azionista Sitaf, anche lui indagato) che gli domanda un «aiuto» per potersi sottoporre rapidamente a un intervento di chirurgia ortopedica: «Tu puoi farmi operare in fretta perché qui sono intervenuti tutti – si legge nelle intercettazioni -, ma non mi danno un termine e io non posso andare avanti un mese».
Gallo a quel punto suggerisce di effettuare prima un controllo medico nello studio di un suo conoscente e chiede immediatamente in cambio un impegno attivo in campagna elettorale: «…senti, allora, ’sta campagna elettorale qualche telefonata la puoi fare? Si? Anche se sei su una sedia a rotelle». Anello accetta, pochi giorni più tardi ottiene rassicurazioni dal medico sulla celerità dell’operazione e a quel punto Gallo diventa più esplicito: «Vabbè senti questo ti costa 50 voti di preferenza… non sto scherzando se no… non chiedere più niente. Devo vincere… Mi devi dimostrare che ci siano i voti, se no ti tolgo il saluto».
Gallo indica come nominativi Caterina Greco, candidata al Consiglio comunale a Torino nelle fila del Pd e Sonia Gagliano, definita «la figlia di un nostro ex compagno», candidata al Consiglio della circoscrizione 4. Il giorno prima del voto arriva la conferma di Anello: «I miei dipendenti li ho mobiliati, io quello che dovevo fare l’ho fatto … io ho dei problemi perché al mio seggio ci sono venti gradini». Ma anche su questo Gallo è categorico e gli chiede di trovare una soluzione rapida «perché non dobbiamo perdere neppure un voto». Greco e Gagliano (che non sono indagate) sono state poi elette rispettivamente con 857 e 244 voti.
Alla fine ne fa vincere otto. «Quel caz ... di Gallo li ha nominati tutti», dice al telefono l’ex ad di Sitalfa, Roberto Fantini, finito agli arresti domiciliari. Per il giudice si tratta del «viatico per acquisire maggiore potere e orientare con ancora maggiore facilità le scelte della pubblica amministratore». Ma poi le cose non vanno come sperato. Al momento di nominare gli assessori, il neosindaco Lo Russo (che non è coinvolto in nessun modo nella vicenda) non chiama nessuno del gruppo Idea-To: preferisce, a quanto si legge nelle carte, «persone competenti sulle materie specifiche».
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