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Cina, l’hotel del mistero dov’è riunito il Terzo Plenum di Xi
In un Paese comune (normale), se i massimi dirigenti governativi fossero riuniti per tracciare la linea della politica economica, sapremmo tutto sul luogo dell’assemblea. In Cina invece la stampa statale non offre alcuna indicazione su dove si sta svolgendo il Terzo Plenum del Comitato centrale del Partito comunista. Il conclave dei circa 370 dignitari riuniti sotto la presidenza di Xi Jinping è avvolto nel segreto. Sappiamo che Xi e i suoi non sono nella Grande Sala del Popolo di Piazza Tienanmen, centro della «democrazia con caratteristiche socialiste cinesi». E sappiamo che sul cielo sopra Pechino è stato vietato per motivi di sicurezza il volo di droni commerciali tra il 15 e il 18 luglio, i giorni cruciali del Terzo Plenum. L’agenzia Xinhua ieri ha annunciato che «il segretario generale Xi Jinping ha esposto alla sessione plenaria la bozza di decisione sull’ulteriore approfondimento delle riforme e l’avanzamento della modernizzazione della Cina». Fine del comunicato e delle informazioni.
Nonostante l’ossessione per il segreto, è noto però che il Terzo Plenum è (presumibilmente) in corso nell’Hotel Jingxi di Pechino.
È un hotel molto particolare il Jingxi nel quartiere di Haidian della capitale (il nome significa Pechino Ovest): è gestito dallo Stato maggiore dell’Esercito popolare di liberazione. Non è un posto per turisti, in queste ore è presidiato da centinaia di uomini in divisa e in borghese, riconoscibili per i vestiti neri, più altre centinaia invisibili. Eppure compare nella classifica di Tripadvisor, con recensioni ottime e una menzione speciale per il suo yogurt fatto in casa. Le hanno lasciate anonimi dignitari orgogliosi di soggiornare nelle stanze dov’è stata fatta la storia della Repubblica popolare.
Perché quando non è occupato dai membri del Comitato centrale, il palazzo costruito negli Anni Sessanta in stile sovietico ospita riunioni di livello intermedio, delegazioni di ufficiali e burocrati.
Così sappiamo dello yogurt, dei mobili antiquati in legno di pesco, dei quadri donati da pittori ansiosi di farsi apprezzare dal potere. Ah, un altro dettaglio: «Le cameriere sono di ottima qualità, alte, belle e brave». Il «Jingxi del mistero» (citazione da un’altra recensione di un mandarino felice di esserci) ha una storia ufficialmente non raccontata di trame, decisioni epocali e complotti.
Nel 1966, all’inizio della Rivoluzione culturale trovarono rifugio nelle sue stanze lussuose diversi dirigenti preoccupati dalla furia delle giovani Guardie rosse maoiste. Si trovava nel Jingxi nel 1967 il vecchio maresciallo Ye Jianying, veterano della Lunga Marcia, quando proclamò che «chiunque pensi di mettersi contro l’Esercito farebbe una brutta fine». Si dice che Ye abbia sottolineato la frase con un pugno sul tavolino, facendo saltare le preziose tazze del servizio da tè.
Finita la Rivoluzione culturale, nel 1978 il glorioso albergo militare fu scelto come sede del Terzo Plenum in cui Deng Xiaoping impose la grande apertura al mercato (sempre con caratteristiche socialiste cinesi) che ha trasformato la Cina in superpotenza economica.
Quando la stampa internazionale cerca informazioni, la reception dell’hotel al telefono risponde immancabilmente: «Non accettiamo prenotazioni di turisti individuali, le stanze sono riservate per conferenze». Ora è il turno di Xi Jinping.
Ps. La Xinhua ha annunciato che oggi sulla rivista Qiushi (Cercare la verità) del Partito comunista è pubblicato un articolo di Xi Jinping. Contiene un appello a «mantenere fiducia nelle nostre capacità e coltivare l’autosufficienza». Uno slogan caro al segretario generale che ha come obiettivo lo sviluppo tecnologico. L’articolo consiste di estratti di discorsi tenuti da Xi dal gennaio 2013 al marzo 2024. E sottolinea che «non c’è mai stato un manuale di istruzioni con un prontuario per la soluzione dei problemi della nazione cinese». «Dobbiamo restare fermi nella nostra fede nel marxismo e nel socialismo con caratteristiche cinesi».
Nonostante l’ossessione per il segreto, è noto però che il Terzo Plenum è (presumibilmente) in corso nell’Hotel Jingxi di Pechino.
È un hotel molto particolare il Jingxi nel quartiere di Haidian della capitale (il nome significa Pechino Ovest): è gestito dallo Stato maggiore dell’Esercito popolare di liberazione. Non è un posto per turisti, in queste ore è presidiato da centinaia di uomini in divisa e in borghese, riconoscibili per i vestiti neri, più altre centinaia invisibili. Eppure compare nella classifica di Tripadvisor, con recensioni ottime e una menzione speciale per il suo yogurt fatto in casa. Le hanno lasciate anonimi dignitari orgogliosi di soggiornare nelle stanze dov’è stata fatta la storia della Repubblica popolare.
Perché quando non è occupato dai membri del Comitato centrale, il palazzo costruito negli Anni Sessanta in stile sovietico ospita riunioni di livello intermedio, delegazioni di ufficiali e burocrati.
Così sappiamo dello yogurt, dei mobili antiquati in legno di pesco, dei quadri donati da pittori ansiosi di farsi apprezzare dal potere. Ah, un altro dettaglio: «Le cameriere sono di ottima qualità, alte, belle e brave». Il «Jingxi del mistero» (citazione da un’altra recensione di un mandarino felice di esserci) ha una storia ufficialmente non raccontata di trame, decisioni epocali e complotti.
Nel 1966, all’inizio della Rivoluzione culturale trovarono rifugio nelle sue stanze lussuose diversi dirigenti preoccupati dalla furia delle giovani Guardie rosse maoiste. Si trovava nel Jingxi nel 1967 il vecchio maresciallo Ye Jianying, veterano della Lunga Marcia, quando proclamò che «chiunque pensi di mettersi contro l’Esercito farebbe una brutta fine». Si dice che Ye abbia sottolineato la frase con un pugno sul tavolino, facendo saltare le preziose tazze del servizio da tè.
Finita la Rivoluzione culturale, nel 1978 il glorioso albergo militare fu scelto come sede del Terzo Plenum in cui Deng Xiaoping impose la grande apertura al mercato (sempre con caratteristiche socialiste cinesi) che ha trasformato la Cina in superpotenza economica.
Quando la stampa internazionale cerca informazioni, la reception dell’hotel al telefono risponde immancabilmente: «Non accettiamo prenotazioni di turisti individuali, le stanze sono riservate per conferenze». Ora è il turno di Xi Jinping.
Ps. La Xinhua ha annunciato che oggi sulla rivista Qiushi (Cercare la verità) del Partito comunista è pubblicato un articolo di Xi Jinping. Contiene un appello a «mantenere fiducia nelle nostre capacità e coltivare l’autosufficienza». Uno slogan caro al segretario generale che ha come obiettivo lo sviluppo tecnologico. L’articolo consiste di estratti di discorsi tenuti da Xi dal gennaio 2013 al marzo 2024. E sottolinea che «non c’è mai stato un manuale di istruzioni con un prontuario per la soluzione dei problemi della nazione cinese». «Dobbiamo restare fermi nella nostra fede nel marxismo e nel socialismo con caratteristiche cinesi».