Francia, il sondaggista: “Le Pen lontana dalla maggioranza assoluta, il rischio è che la Francia diventi ingovernabile”

PARIGI - L'Istituto Elabe ha diffuso l'ultima proiezione di seggi prima del silenzio elettorale in vista del voto di domenica. Secondo la rilevazione (su un campione di 2000 cittadini intervistati) dalle urne potrebbe uscire un parlamento diviso in tre blocchi: Rassemblement National (Rn) e il suo alleato Eric Ciotti, tra 200 e 230 seggi; Nouveau Front Populaire (Nfp) tra 165 e 190 seggi; Ensemble (il blocco centrale che finora faceva riferimento a Emmanuel Macron) tra 120 e 140 seggi. I Républicains non con Ciotti avrebbero tra 35 e 50 seggi. Come altri istituti che hanno diffuso proiezioni negli ultimi giorni, anche per Elabe il Rassemblement National non otterrebbe una maggioranza assoluta, e faticherebbe anche a raggiungere una maggioranza relativa. La maggioranza assoluta per governare è di 289 seggi (su 577 deputati). Bernard Sananès è il direttore di Elabe e spiega a Repubblica le tendenze e gli scenari possibili.

Proiezione in seggi dell'istituto Elabe per Bfmtv/La Tribune Dimanche
Proiezione in seggi dell'istituto Elabe per Bfmtv/La Tribune Dimanche 

La sera del primo turno delle legislative avevate diffuso una proiezione che arrivava fino a 295 seggi per Rn e il suo alleato Eric Ciotti. Cos'è successo?

“Il fronte repubblicano contro il Rassemblement National si è ricostituito con le desistenze di candidati del blocco centrale o della sinistra in 220 circoscrizioni. Queste desistenze dovrebbero costare a Le Pen la mancata vittoria di almeno una settantina di deputati. Il fronte repubblicano è parziale e differenziato a seconda degli elettorati, ma ha avuto effetto”.

Perché parziale e differenziato?

“Parziale perché il trasferimento di voti non supera il 70% nelle diverse configurazioni. Differenziato perché è più forte quando avviene da sinistra verso il centro. Facciamo l'esempio di un duello tra candidati Rn e Nfp: 50% degli elettori di Ensemble si astiene, 32% vota a sinistra, 18% per Rn. In un ballottaggio Rn-Ensemble: solo il 32% si astiene mentre il 62% degli elettori di sinistra sostiene il centro. Il fronte repubblicano quindi è più praticato nella gauche”.

Flussi elettorali in caso di ballottaggio tra sinistra (Nfp-Dvg) ed estrema destra (Rn). Istituto Elabe per Bfmtv/Tribune Dimanche
Flussi elettorali in caso di ballottaggio tra sinistra (Nfp-Dvg) ed estrema destra (Rn). Istituto Elabe per Bfmtv/Tribune Dimanche 

Come mai?

“Nell'elettorato centrista è meno consensuale la scelta di ritirare i candidati di Ensemble, e il 61% è opposto quando si tratta di far vincere un candidato della France Insoumise. Questo potrebbe costare alla France Insoumise qualche seggio. In particolare, potrebbe cambiare l'equilibrio di potere all'interno dei seggi totali della sinistra, in cui finora era più forte se non egemone Lfi”.

La possibilità di una maggioranza assoluta per il partito di Marine Le Pen è da escludere?

“È vero tutte le manovre politiche per evitare di far vincere il Rassemblement National possono creare anche una contro-mobilitazione. Ma la paura di vedere il Rn al potere ha un effetto di mobilitazione più forte, soprattutto per gli elettori di sinistra. Nei due fronti contrapposti - il fronte repubblicano e il fronte anti-sistema - mi sembra ce ne sia uno che mette in campo numeri più alti. Resto comunque sempre prudente”.

Una vittoria della sinistra è del tutto esclusa?

“Non si può mai escludere del tutto nulla. È vero che oggi c'è una fascia alta per la sinistra a 190 e una fascia bassa del Rn a 200. La sera del secondo turno delle elezioni legislative del 2022, la sinistra aveva 153 seggi. La sinistra ha è aiutata ora dal fronte repubblicano, quindi è probabile che ci sia una progressione domenica. Ma ancora una volta potrebbe essere penalizzata da cattivi trasferimenti di voti dall'elettorato centristra, in particolare quando ci sono candidati France Insoumise”.

Viste le sue proiezioni, pensa che una coalizione sia possibile?

Sulla carta sembra possibile. Sommando i deputati socialisti, comunisti, ecologisti, i deputati di Ensemble e quelli dei Républicains, si arriva a una maggioranza relativa o addirittura assoluta. Ma da un punto di vista politico, devo ammettere che non ci credo. Innanzitutto perché sarà molto complicato per il presidente della Repubblica non dare l'incarico al Rassemblement National di formare una coalizione. E' il partito che dovrebbe uscire vincitore e che ha mobilitato 10 milioni di elettori al primo turno. Quindi non vedo come Macron non propone prima al Rn di provare a formare un governo. Questo è il primo punto”.

Il secondo?

“Se si tratta di fare una coalizione 'arcobaleno' come dicono alcuni le divergenze ideologiche sono molto importanti. Firmare patti di desistenza non è come firmare un contratto di governo. Infine, bisogna andare a vedere nel dettaglio non solo i partiti all'interno del blocco Ensemble e del blocco Nfp, ma anche all'interno dei singoli gruppi riempire i ranghi di questi tre gruppi. Non vedo il gruppo socialista aderire nella sua interezza e neppure quello dei Républicains.

Quindi lo scenario più probabile è uno stallo, nessun governo?

“Lo scenario dell'ingovernabilità mi sembra possibile, a meno che il Rn non riesca a negoziare con una parte dei Républicains la non opposizione o un'astensione. Ma per il momento, i Républicains continuano a dire che si opporrebbero a un governo Rn”.

E il ruolo di Macron nelle prossime settimane?

“È molto indebolito e probabilmente lo sarà ancora di più domenica se non ci sarà una maggioranza assoluta che emergerà dalle urne. Rischia di essere accusato di aver spinto la Francia in questa crisi. È uno scenario a cui voi siete abituati in Italia o in Europa, ma che i francesi non hanno mai sperimentato. D'altra parte, la mancata vittoria dell'Rn potrebbe aumentare ancora di più una rabbia che si farà sentire alle prossime elezioni, cioè alle prossime elezioni legislative o alle elezioni presidenziali”.