Buenos Aires, anche Zelensky all’inaugurazione del mandato di Milei

Ci sarà Viktor Orbán e Volodymyr Zelensky. Sarà assente Ignácio Lula da Silva, così come Daniel Ortega (Nicaragua), che questa settimana ha ritirato l’ambasciatore da Buenos Aires. Joe Biden manderà la ministra dell’Energia Jennifer Granholm . A rappresentare l’Italia ci sarà la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Sarà presente, ma non tra i leader, tutta l’alt right ispana, dallo spagnolo Santiago Abascal di Vox, a Jair Bolsonaro accompagnato dal figlio Eduardo. Javier Milei giura come presidente dell’Argentina a 40 anni esatti dalla fine della dittatura e per l’occasione ha scelto di dare le spalle al Congresso. Parlerà ai suoi davanti al palazzo legislativo, successivamente salirà su una Valiant cabrio, percorrerà l’Avenida de Mayo in senso contrario e sogna di scendere a piedi all’obelisco per ricevere un lunghissimo bagno di folla.

È il grande giorno di Javier Milei, e tutto fa discutere. Da qui in avanti il Paese compie un salto nel vuoto.

Le presenze e la nuova geografia


Le presenze alla cerimonia disegnano una nuova geografia del continente. Rafforzate le misure di sicurezza per la presenza di Zelensky. Milei aveva auspicato la sua visita a Buenos Aires durante una breve chiamata dopo il ballottaggio del 19 novembre. Dal canto suo Zelensky ha dichiarato di apprezzare la “posizione chiara” sul conflitto del suo omologo argentino. Non sono formalità. L’Argentina che inizia oggi è un Paese che taglia con la politica estera del passato: si allontana dai Brics, che hanno sempre strizzato l’occhio a Mosca, e annulla la sua adesione prevista per gennaio in favore di una posizione più atlantista. Milei è stato negli Usa prima ancora di insediarsi, e pianifica un viaggio in Israele.

(afp)


Dalla sua squadra preferiscono la cautela. “Mi sembra un’esagerazione trarre conclusioni dalle presenze all’inaugurazione”, commenta a Repubblica Diana Mondino, futura ministra degli Esteri del governo entrante, “Lula aveva, come è normale, un’agenda molto piena. Ma verrà la sua cancelliera, e verranno numerosi governatori di provincia in Brasile. Non c’è nessuna logica dietro a nessuna supposizione a riguardo a chi parteciperà”.

Il protocollo di rottura


Rimane comunque la polemica. Anche e soprattutto riguardo al protocollo che seguirà il presidente eletto. Nonostante i dettagli non siano stati rivelati completamente, il quotidiano la Naciòn ha ricostruito quali saranno i passaggi fondamentali. Milei giurerà all’interno del palazzo del Congresso insieme alla vice Victoria Villaruel. Alberto Fernández gli consegnerà lo scettro. La tradizione vuole che dia in questo luogo il suo discorso inaugurale, ma questa volta sarà diverso: Milei uscirà dal palazzo e parlerà alla moltitudine di fan accorsi per ascoltarlo. Parlerà cioè ai suoi e non all’opposizione. Una scelta che la sua squadra giustifica come l’intenzione di avvicinarsi alla gente, ma i detrattori lo accusano: “Pessimo segnale”, quello di perdere la prima occasione di confronto con l’opposizione.


Successivamente Milei salirà su una Valiant cabrio color crema, è un omaggio alla Cadillac Serie 62 che comprò – ma non usò mai – Juan Domingo Perón. Percorrerà la emblematica Avenida de Mayo in senso contrario a quello normale di marcia. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano locale, fino all’ultimo ha insistito per poter scendere all’altezza dell’obelisco e proseguire a piedi fino alla Casa Rosada. Vuole una cerimonia che sia un bagno di folla. La sicurezza ha suggerito di accorciare il tragitto e fargli attraversare a piedi solo la piazza.

La squadra di governo


Negli ultimi giorni si sta definendo la sua squadra di governo. E i ministri saranno 9, e non 8 come promesso in campagna: Luis Caputo, ex governatore della banca centrale,occuperà il delicato dicastero dell’Economia. Mondino, come si diceva, sarà agli Affari esteri. Guillermo Francos sarà ministro degli Interni. Sandra Pettovello, occuperà il superministero di Capitale Umano (che unisce educazione, uguaglianza, famiglia…). Mario Russo sarà a capo della Salute. L’ex rivale Patricia Bullrich, alla Sicurezza. Luis Petri alla Difesa. Guillermo Ferraro alle Infrastrutture. Mariano Cuneo, alla giustizia. Mentre ancora non è chiaro quale sarà il ruolo di Karina Milei che il fratello Javier voleva come Segretaria generale della presidenza, ma un decreto del 2018 impedisce la designazione di familiari in questa carica.


Tutti gli occhi sono puntati su Caputo perché il governo di Milei prende le redini di un Paese sull’orlo del precipizio economico. Secondo l’ultimo rapporto di Goldman Sachs il Paese è seduto su "una bomba di nitroglicerina che può scoppiare in qualsiasi momento". Il rischio principale, si afferma, è che una volta messo in marcia il programma di risanamento fiscale le diverse variabili macroeconomiche diventino incontrollabili. In tale contesto, scrive il Financial Times in un editoriale, "sarebbe come sbandare ad alta velocità con un auto di Formula 1, non c'è niente che tu possa fare, solo togliere le mani dal volante e sperare", e aggiunge, "Se Milei riuscisse a curare i mali economici dell'Argentina, sarebbe la migliore storia dei mercati emergenti degli ultimi decenni".