Commissione Ue, il rush finale di Ursula von der Leyen. Resta lo spettro dei franchi tiratori
Gli ultimi faccia a faccia per conquistare il bis nel voto di giovedì a Strasburgo. Il Ppe: abbiamo i numeri. I Verdi: dubitiamo
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES Ancora pochi giorni e poi giovedì scatterà l’ora del pragmatismo, che porterà Popolari, Socialisti e Liberali, che sostengono Ursula von der Leyen per il bis alla guida della Commissione europea, a mettere da parte i giochi e a votarla a Strasburgo. Ma resta sempre l’incognita dei franchi tiratori. Per ora i gruppi politici ribadiscono che continuano i negoziati con la candidata designata per vedere accolte le loro richieste. Tutti, tranne la Sinistra e i Patrioti che hanno ribadito il loro «no».
Nella conferenza stampa in vista della plenaria di Strasburgo che martedì darà il via alla decima legislatura, i gruppi hanno ricordato le loro posizioni. Sia S&D sia Renew hanno ripetuto che il loro sostegno «non è un assegno in bianco» e che vogliono vedere riconosciute le loro priorità nelle linee programmatiche che von der Leyen presenterà per iscritto la prossima settimana — oltre una trentina di pagine — e poi sintetizzerà nel discorso in Aula giovedì, cui seguirà il dibattito con i deputati. I gruppi si riuniranno quindi per un paio d’ore per discutere prima di passare al voto.
I temi spartiacque e più delicati sono l’immigrazione e il Green Deal. I socialisti chiedono che nell’attuazione del nuovo Patto per la migrazione sia garantita la protezione dei diritti umani, che la Commissione proponga «strumenti solidi e complessivi per la migrazione legale» e che future partnership con i Paesi terzi siano condizionate a un coinvolgimento forte del Parlamento e non portino ad alcuna forma di esternalizzazione delle procedure di asilo. Su questo punto il programma del Ppe è più ambiguo. Da parte sua, Renew chiede che il nuovo patto per la migrazione sia «attuato integralmente».
Quanto alla transizione verde, per S&D bisogna perseguire target più ambiziosi al 2040 in linea con la proposta della Commissione e per Renew «la sostenibilità dell’Europa deve essere ulteriormente rafforzata, prestando particolare attenzione alla biodiversità». Il Ppe ha spiegato che «è in corso la discussione con le altre due forze della maggioranza, l’obiettivo è attuare quanto già è stato approvato del Green Deal», incluse in alcuni casi le clausole di revisione (ad esempio quella al 2026 sulle auto a zero emissioni). Chi si aspetta una completa marcia indietro sul Green Deal resterà deluso. I Verdi attendono le linee programmatiche e il discorso di von der Leyen prima di sciogliere la riserva, ma riconoscono un’apertura verso le loro priorità politiche.
Per il Ppe i 401 deputati della maggioranza basteranno a garantire la rielezione di von der Leyen: «Abbiamo i numeri», ha spiegato il portavoce aggiungendo che «sta a von der Leyen poi parlare con gli altri gruppi democratici e trovare più voti per sé, maggiore sarà il sostegno al suo programma politico meglio sarà per l’Europa». Dubbioso il portavoce dei Verdi: «Sarei sorpreso che bastino». La realtà è che le maggioranze cambieranno poi a seconda dei dossier.
L’Ecr, in cui siede Fratelli d’Italia, lascerà libertà di voto come cinque anni fa, ha spiegato il portavoce aggiungendo che «le delegazioni polacche, romene e francesi hanno già annunciato che voteranno contro». L’Ecr incontrerà von der Leyen alle 9 di martedì, la Sinistra lunedì pomeriggio.
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