L’Italia soffre di mal d’aria: 65mila morti in un anno. Ecco le città più a rischio

di Elena Comelli

I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente: nel nostro Paese il record di decessi prematuri, anche se i numeri sono in calo rispetto al passato. Polveri sottili, Cremona quarta su 150 citt�. Allevamenti e traffico sotto accusa

L’Italia soffre di mal d’aria: 65mila morti in un anno. Ecco le città più a rischio

Oltre 320mila persone in un anno hanno perso la vita in Europa per malattie causate dagli effetti dei livelli eccessivi d’inquinamento dell’aria. Quasi un quinto di questi morti sono italiani: 63mila. L’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente, con i dati pi� aggiornati sui danni alla salute umana causati da particolato fine, biossido di azoto e ozono, � impietoso. L’Italia risulta non solo il Paese con pi� decessi prematuri in Europa per numero di abitanti, ma anche quello in cui le citt� della Pianura Padana (dov’� concentrata la maggior parte della popolazione) sono perennemente in testa alle graduatorie negative sulla qualit� dell’aria, assieme ad alcune citt� dell’Est Europa, dove il combustibile pi� usato � ancora il carbone.

Cremona � arrivata quarta su 150 citt� nel 2022 (ultimi dati elaborati), battuta solo da due citt� polacche e una croata. Seguono Padova, Vicenza, Venezia, Brescia, Piacenza, Bergamo, Alessandria, Asti, Verona, Treviso, Milano metropoli, Pavia e Torino. In queste citt� si respira sempre aria qualificata come �scadente� o �molto scadente� con livelli di particolato fine 4-5 volte superiori al limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanit�. La graduatoria dell’Agenzia europea per l’ambiente parte dai dati sul particolato fine (Pm2,5), ancora pi� pericoloso delle Pm10 per la salute umana e causa principale di sei malattie specifiche, a partire dalla cardiopatia ischemica, seguita da ictus, diabete mellito, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro ai polmoni e asma.

I dati su cui si basa la graduatoria sono medie annuali e se si guardassero quelli quotidiani avremmo numeri ancora peggiori in alcuni periodi dell’anno. �In ogni caso - commenta Alessandro Miani, presidente della Societ� italiana di medicina ambientale - con la revisione della direttiva europea sulla qualit� dell’aria, su cui � stato raggiunto proprio la settimana scorsa l’accordo fra Europarlamento e Consiglio, i limiti europei per i vari inquinanti saranno pi� che dimezzati, avvicinandoli a quelli dell’Oms, e quindi l’Italia, che gi� oggi � sotto procedura d’infrazione per violazione sistematica dei limiti Ue, dovr� confrontarsi con dei tetti ancora pi� stringenti�, precisa Miani.

Unica soluzione, per Miani ma anche per Antonello Pasini, esperto di clima del Cnr, � tagliare il pi� possibile le emissioni inquinanti: �Sembra banale dirlo, eppure lo abbiamo visto anche con il lockdown come dopo 15 giorni l’aria di certe citt� era pi� pulita, perch� gli inquinanti legati al traffico veicolare hanno un tempo di vita di una decina di giorni e quindi con un blocco continuato solitamente le condizioni migliorano�, spiega Pasini. �Vorrei sfatare il mito che identifica l’industria come primo problema�, precisa ancora Miani. �A Milano il traffico veicolare incide tra il 60 e il 70% sull’inquinamento dell’aria, seguito dagli impianti di riscaldamento, mentre nella Pianura Padana sono gli allevamenti intensivi i principali responsabili e l’industria incide solo per il 10%�, sottolinea Miani.

La situazione � ben diversa, e migliore, rispetto agli Anni 60 e 70, quando erano in effetti le industrie a inquinare l’aria padana. �Negli ultimi anni il numero di morti precoci � calato, ma nel frattempo stanno insorgendo altri fattori che sono destinati a peggiorare la situazione nei prossimi anni, fra cui l’emergenza climatica: l’inverno scorso, per esempio, � stato particolarmente letale perch� � piovuto pochissimo e quando non piove l’aria resta carica di inquinanti pi� a lungo�, fa notare Miani. Ora le industrie pesanti non ci sono pi�, ma nel frattempo sono aumentati gli allevamenti intensivi. �Lo spargimento dei liquami sui terreni agricoli � deleterio per la formazione di aerosol che rimane a lungo nell’aria e contribuisce al particolato fine�, aggiunge.

A voler vedere, le soluzioni ci sono gi� tutte. �Manca solo la volont� politica di implementarle�, commenta Miani. In citt�, la prima soluzione � abbattere le emissioni veicolari riducendo il traffico urbano. �Bisogna prendere ad esempio le “citt� dei 15 minuti” e fare in modo che i cittadini possano raggiungere tutti i servizi essenziali a piedi, oppure con i mezzi pubblici. Promuovere gli spostamenti in bicicletta e scoraggiare le auto private con le zone a traffico limitato, offrendo servizi di car sharing e bike sharing. Aumentare il verde urbano e spingere i cittadini verso l’elettrificazione degli impianti di riscaldamento. Sono tutti provvedimenti che si possono prendere, come si � visto anche con il limite di velocit� a 30 km/h deciso a Bologna, che fa parte delle politiche a favore della qualit� dell’aria, perch� scoraggia gli automobilisti pi� accaniti a prendere la macchina�, sostiene l’esperto. Ci vuole solo pi� attenzione e impegno per assicurare a tutti la possibilit� di respirare aria pulita.


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2 marzo 2024 (modifica il 2 marzo 2024 | 17:29)

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