L’eredità Agnelli e i quadri spariti. Il gip riapre il caso: «Sentire le governanti»

di Luigi Ferrarella

Dopo le perquisizioni dei caveau, le rogatorie ed i controlli incrociati su registri e telecamere, archiviati i due indagati di ricettazione. Nell’ordinanza di 10 pagine, la gip milanese Lidia Castellucci: �I pm accedano alle banche dati del ministero�

L’eredità Agnelli e i quadri spariti. Il gip riapre il caso: «Sentire le governanti»

Due delle opere di cui Margherita Agnelli (nel riquadro) ha denunciato la scomparsa

Gi� il sipario giudiziario sul tesoro d’arte �sparito� di Gianni Agnelli . Su il sipario. Per un verso cala definitivamente sui due (involontari) protagonisti del primo atto della saga familiare dei capolavori dell’Avvocato, reclamati dalla figlia Margherita contro i propri tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann ; ma nel contempo si alza in un secondo atto su due nuovi testimoni (le governanti della moglie dell’Avvocato e madre di Margherita, Marella Caracciolo), e su una nuova macchina scenica (la banca dati del ministero della Cultura).

Tutto nella stessa ordinanza di 10 pagine, 9 delle quali dedicate dalla gip milanese Lidia Castellucci a spiegare perch�, in accoglimento della richiesta dell’agosto 2023 dei pm Fusco e Barilli, debbano essere archiviati i due indagati di ricettazione: il gallerista svizzero Giovanni Gabriele Martino e il suo collaboratore Gennaro Martusciello, tacciati da un investigatore privato di Margherita Agnelli (Andrea Galli) di custodire in un caveau frontaliero a Chiasso 13 straordinarie opere collezionate dall’Avvocato, una sfilza di Picasso, Bacon, Monet, de Chirico, Balthus, G�rome e Balla di cui la figlia di Gianni Agnelli (assistita dal legale Dario Trevisan) lamenta la sparizione nel 2019 dal proprio asset ereditario a Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e in una casa a Roma.

Le perquisizioni dei caveau senza nulla trovare, le rogatorie eseguite dalla Svizzera, testi e controlli incrociati su registri e telecamere �non hanno consentito di rinvenire alcun coinvolgimento� dei due indagati difesi dall’avvocato Tiziana Bellani; e non si pu� — aggiunge la gip — andar dietro ancora alle ulteriori notizie adombrate dallo 007 privato di Margherita sulla fiduciaria �Fidersel spa� (dietro cui per lei si celerebbe il figlio John Elkann), visto che il detective si trincera dietro il segreto professionale per non indicare le proprie fonti, il che �non consente di svolgere alcuna seria valutazione sulla loro esistenza e attendibilit�. Ma per la gip ci sono invece ancora due cose che i pm possono fare in 6 mesi come ultimo tentativo per individuare �i soggetti che si sono appropriati delle 13 opere d’arte�.

La prima � domandare a due testi sinora mai sentite, le governanti di fiducia di Marella Caracciolo, Paola Montalto e Tiziana Russi, se ricordino le opere d’arte presenti nelle case al momento dei traslochi, se abbiano curato l’inventario, e se siano a conoscenza della collocazione o degli spostamenti nel tempo delle 13 opere d’arte �reclamate� da Margherita Agnelli.

La seconda, �per verificare le movimentazioni di tali opere�, � �consultare tutte le banche dati tenute presso i competenti uffici, compresi quella del Ministero della Cultura e la piattaforma Sistemi Uffici Esportazione�. Un risultato parziale ma comunque positivo per Margherita, se solo si pensa che appena 7 giorni fa il Tar del Lazio aveva negato alla Rai (per un giornalista di �Report�) l’accesso civico generalizzato all’elenco ministeriale delle opere di interesse nazionale appartenute a Gianni Agnelli con indicazione del titolare e del luogo: un rifiuto motivato dall’asserita esistenza non di un �interesse pubblico� legittimante ma di un mero �interesse del pubblico�, tale da far �prevalere le ragioni di riservatezza e sicurezza� degli Elkann.


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4 gennaio 2024 (modifica il 4 gennaio 2024 | 07:49)

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