Venezia, debutta il ticket d’ingresso: oltre 80mila registrati in laguna, ottomila i paganti. E’ polemica per esenzioni e accessi limitati

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VENEZIA – E così dopo sei anni di dibattiti il tanto atteso giorno di Venezia a pagamento è arrivato. Oggi, stando agli ultimi dati di ieri pomeriggio, saranno 8000 i turisti giornalieri entreranno in città mostrando il voucher da 5 euro pagato per visitare Venezia in giornata, mentre oltre 40 mila saranno gli esenti, inclusi gli oltre 30 mila pernottanti che pagano già la tassa di soggiorno, i veneti, i parenti e gli amici invitati dai residenti. Tra gli esenti permanenti a ieri si erano registrate oltre 30 mila persone tra lavoratori, studenti e proprietari di immobili. Gli esenti permanenti registrati a oggi che però potrebbero non essere presenti in città sono 5300 proprietari di immobili; 15 mila lavoratori; 11 mila studenti.

Persone in coda per ottenere il ticket di ingresso
Persone in coda per ottenere il ticket di ingresso 

Che cos’è il contributo di accesso

Il contributo di accesso di 5 euro è rivolto al turista giornaliero, parte oggi 25 aprile in via sperimentale e sarà richiesto dalle 8.30 alle 16 per 29 giorni nel 2024 (dal 25 al 30 aprile; dal primo al 5 maggio; 11, 12, 18, 19, 25, 26 maggio; 8,9, 15, 16, 22. 23, 29, 30 giugno; 6, 7, 13, 14 luglio). Chi visita Venezia in giornata dovrà andare nel portale www.cda.ve.it del Comune e pagare il contributo o richiedere l'esenzione. A quel punto riceverà un QRcode che esibirà nei varchi previsti, per ora a piazzale Roma e alla ferrovia; nei punti di imbarco a Punta Sabbioni e a Chioggia; in Riva degli Schiavoni dove arrivano i lancioni turistici, pena una multa da 50 a 300 euro. Una squadra di 200 tra controllori e stewards daranno informazioni nelle apposite cabine arancioni realizzate per questi giorni nei punti chiave della città. Gli unici a non dover pagare né richiedere l’esenzione sono i residenti del Comune di Venezia che dovranno comunque dimostrare di vivere in città in caso di controlli.

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I numeri del contributo di accesso

A oggi la popolazione di chi risiede nella città storica di Venezia è di 49 mila abitanti, quasi 80 mila comprese le altre isole. L’intero Comune di Venezia, inclusi i residenti della terraferma, è composto, al 31 dicembre 2023, da poco più di 250 mila persone. I dati alle 15 di ieri davano 8000 paganti per il 25 aprile e oltre 9300 per il 26 aprile. Gli esenti, registrati alla stessa ora di ieri sono: 1363 conoscenti invitati da residenti; 1756 parenti fino al terzo grado di residenti; 1152 in gita scolastica; 30.300 pernottanti in strutture ricettive che già pagano la tassa di soggiorno; 9450 veneti e residenti nella Città Metropolitana di Venezia. A questi numeri si aggiungono quelli con un’esenzione permanente: 5300 proprietari di immobili; 15 mila lavoratori; 11 mila studenti. Stando a questi numeri oggi in città dovrebbero esserci sicuramente oltre 50mila persone, senza contare ovviamente i residenti nel Comune che possono girare tranquillamente con un documento che attesti di essere veneziani in caso di controlli.

Veneziani protestano mostrando i passaporti e un volantino con scritto l’articolo 16 della Costituzione sulla libertà di circolazione
Veneziani protestano mostrando i passaporti e un volantino con scritto l’articolo 16 della Costituzione sulla libertà di circolazione 

Traguardo o fallimento?

C’è chi considera la giornata un traguardo e chi un fallimento. La giunta di centrodestra di Luigi Brugnaro esulta: «Siamo i primi ad aver messo in pratica un sistema concreto per governare i flussi turistici» dichiarano gli assessori al Turismo Simone Venturini e al Bilancio Michele Zuin, promotori del provvedimento per disincentivare il turismo giornaliero proposto per la prima volta nel 2018.

«Siamo consapevoli che tutto il mondo ci sta guardando e che la norma sia perfettibile, ma è pur sempre la prima vera sperimentazione che sia mai stata fatta e noi i primi che ci mettiamo la faccia per proteggere la città e provare a migliorare la quotidianità di chi ci abita».

Tanti cittadini non credono che la norma risolverà l’overtourism e riassumono il loro dissenso nello slogan «Venezia città aperta». Molte associazioni e veneziani sono già pronti a manifestare oggi alle 10.30 davanti alle telecamere di tutto il mondo: non ci sono i tornelli, ma il voucher a 5 euro per entrare in città e i varchi posti alla ferrovia e a piazzale Roma (dove arrivano auto, bus e pullman) trasformano per i contestatori Venezia in una grande Disneyland con tanto di orari di ingresso e biglietto. Per provocazione qualcuno ha un passaporto finto, distribuito nei giorni scorsi dal Circolo Arci Franca Trentin, che riporta l’articolo 16 della Costituzione e il 14 della Carta dei Diritti dell’Unione europea, entrambi sulla libertà di circolazione nel territorio.

Molti cittadini sostengono inoltre che questo provvedimento li faccia sentire ospiti a casa propria e hanno già annunciato che non mostreranno nessun documento in caso di controllo. A chi è incredulo, la giunta Brugnaro risponde che per la prima volta si potranno davvero capire la tipologia di chi arriva a Venezia e la quantità di persone. Il passo successivo sarà infatti quello di determinare una soglia di carico per poter aumentare il costo dell’accesso a Venezia nei giorni in cui si supera la quantità di persone previste.

Chi contesta la norma sostiene che il provvedimento è pieno di esenzioni, in primis quella rivolta ai quasi 5 milioni di veneti, e che per contrastare davvero l’impatto dei flussi turistici servono politiche per la casa, aumento dei servizi per i residenti e creazione di posti di lavoro non collegati alla monocultura turistica.

Come nasce il contributo di accesso

La giornata scelta per avviare il cosiddetto ticket di accesso, mirato a disincentivare i turisti giornalieri, è già storica di per sé: oggi si festeggia la Liberazione dal nazifascismo in Italia e a Venezia il patrono San Marco. Verrà ricordata in futuro anche per il provvedimento? Chissà. La norma è stata prevista dal comma 1129 del maxiemendamento alla Legge di Bilancio, approvato dalla Camera il 31 dicembre 2018, che autorizza il Comune di Venezia «ad adottare nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all’imposta di soggiorno, l’applicazione del contributo di sbarco». A monte c’è una storia di convivenza tra turisti e residenti molto tormentata che negli ultimi anni è diventata insostenibile. Il turismo porta ricchezza all’economia, ma divora il tessuto sociale e aumenta il costo della vita. Bacchettata più volte dall’Unesco, che ha per due volte minacciato di spostare Venezia nella lista nera di città a rischio di perdere il titolo di Patrimonio dell’Umanità, la giunta Brugnaro ha iniziato a lavorare sulla proposta in partenza oggi, tra chi la sostiene e chi la contesta.