
Bollette luce, la beffa del mercato libero: prezzi più alti anche nel 2024
La fine della tutela dell’energia sembra arrivare nel momento sbagliato, cioè proprio quando costa meno rispetto al mercato libero. I dati riportati dall’Arera - l’autorità pubblica del settore dell’energia - così come le tariffe della tutela per il prossimo trimestre (rese pubbliche il 28 marzo) delineano un quadro chiarissimo: oggi chi è sul mercato libero paga di più.
La simulazione: il mercato libero perde sempre
Durante la crisi dell’energia (da metà 2021 alla prima metà del 2023) era molto meglio trovarsi nel mercato libero e la vera stangata l’hanno subita i clienti in tutela. Facciamo l’esempio del primo trimestre 2023: i primi pagavano (in media) l’energia 34,6 centesimi al kilowattora; i secondi 62,3 centesimi/kWh. Quasi il doppio. Poi però il prezzo sui mercati internazionali si è sgonfiato e la dinamica ha iniziato a invertirsi. Fino ad arrivare a oggi, quando sul Portale offerte di Arera non esistono offerte del mercato libero più convenienti della tutela. Né a prezzo fisso né a prezzo variabile.
Sulla base di una nostra simulazione, ipotizzando una famiglia con consumi annui di 2500 kilowattora a Roma, Bari e Milano (potenza impegnata 3 kilowatt), la migliore offerta a prezzo variabile costa comunque 46 euro in più rispetto alla tutela. E con il prezzo fisso va anche peggio: la migliore sul mercato comporta 60 euro in più all’anno in confronto a un cliente tutelato. Un altro punto a favore della tutela è stato segnato il 28 marzo, quando Arera ha comunicato che nel secondo trimestre 2024 il suo costo calerà del 19,8% rispetto al primo trimestre, comportando così una spesa annua di 662 euro tra luglio 2023 e 30 giugno 2024; il 47,7% in meno rispetto all’anno precedente.

Questo è il panorama di oggi. Ma Arera, nella sua audizione alla commissione Attività produttive della Camera, ha anche stimato quanto pagheranno i consumatori nel 2024. Per i clienti nel mercato libero il confronto si basa sulle offerte sottoscritte a dicembre 2023 e come metro è stata utilizzata la quotazione forward del prezzo dell’energia. Si tratta di una previsione, dunque non dev’essere presa per oro colato. In base a queste stime l’Arera calcola che:
- Nel 2024 i clienti in tutela pagheranno l’energia in media 33 centesimi al kilowattora;
- I clienti sul mercato libero che hanno cambiato fornitore a dicembre 2023, nel 2024 pagheranno l’energia 38 centesimi al kilowattora.
Arrivare preparati alla scadenza di luglio
È bene ricordare che dal prossimo luglio tutti i consumatori non vulnerabili attualmente in tutela, usciranno da questo regime. Per questi clienti restano sul tavolo due possibilità: la prima è trovarsi un operatore sul mercato libero, cercando di limitare i danni nei limiti del possibile; la seconda è non fare nulla. In questo caso si andrà a finire nel Servizio a tutele graduali (Stg), un regime transitorio in cui, a seconda della zona in cui ci si trova, si potrebbe cambiare operatore. Ma a tariffe piuttosto convenienti: secondo una stima di Switcho, infatti, nel Stg si spenderebbero 436 euro l’anno contro i 482 del mercato libero. Perché? È il risultato delle aste con cui gli operatori si sono contesi la fetta dei clienti ancora in tutela: pur di aggiudicarsene il più possibile, le società hanno applicato enormi ribassi nella componente fissa - cioè quella somma che si paga ogni mese, indipendentemente dai consumi - fino a portarla in territorio ampiamente negativo.
Il Servizio a tutele graduali (Stg) della luce, in cui finiranno gli italiani che a luglio non avranno scelto un operatore sul mercato libero, a oggi costa il 20% in meno rispetto alla tutela. Lo conferma l’autorità dell’energia Arera in una memoria presentata in settimana in commissione Attività produttive della Camera. Come già anticipato da Repubblica, da luglio non saranno i clienti vulnerabili - gli unici che rimarranno in tutela - a godere dei prezzi più convenienti. E questa è stata una sorpresa per tutti, tanto che la stessa Arera si chiede se era questa “la configurazione che il legislatore intendeva perseguire” e se “non siano da considerare interventi ulteriori e diversi in relazione ai clienti vulnerabili”. In altre parole, l’autorità chiede alla politica di aggiustare il tiro, per proteggere un po’ di più tutti quei consumatori anziani e soprattutto le famiglie a basso reddito: i vulnerabili appunto.
Cambiano le gerarchie
Le aste per assegnare i consumatori destinati al Stg, oltre a produrre una tariffa super-conveniente, hanno anche ridisegnato la geografia degli operatori a livello nazionale, diluendo (poco) la concentrazione. Se è vero che Enel e Eni rimangono ai primi due posti, Enel perde però quasi tre milioni di clienti passando dal 56 al 48% del totale dei contatori domestici serviti.
Il grande salto lo fanno Hera ed Edison, che rispettivamente triplicano e raddoppiano i propri clienti, mentre Illumia li vede aumentare di cinque volte: mentre prima era fuori dalla top 10, adesso è al settimo posto.
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Perché tanti sconti?
Arera spiega perché, in sede di asta, le compagnie hanno proposto sconti così corposi sulla componente fissa (espressa in euro/anno per contatore) che in alcuni casi raggiungono anche i 200 euro e a livello nazionale si traducono in uno sconto annuo di -73 euro in bolletta contro i 56 euro che si pagano oggi in tutela. L’ipotesi dell’autorità è che le società abbiano ritenuto comunque più conveniente il maxi-sconto, di fronte alla possibilità di risparmiare i costi per acquisire i clienti attraverso campagne di marketing. Le Tutele graduali infatti dureranno tre anni, al termine dei quali si finirà nel mercato libero attraverso il meccanismo del silenzio-assenso: sarà quindi piuttosto semplice tenerseli stretti anche in futuro.
L’altra logica che può aver guidato le compagnie di energia è quella del radicamento territoriale: ci sono società più forti in alcuni territori rispetto ad altri, e pur di mantenere quello zoccolo duro hanno fatto “all in” con un mega-sconto così da assicurarsi il lotto.
Differenze tra Tutele graduali e tutela
L’Arera ricorda poi la differenza principale tra la tariffa del servizio a Tutele graduali e la tutela della vulnerabilità. Entrambi sono prezzi variabili associati all’indice Pun (il Prezzo unico nazionale) ma mentre il prezzo della tutela è il risultato di una media trimestrale, quello dell’Stg è invece una media mensile. Cosa cambia? In tempi normali, nulla. Ma se il prezzo all’ingrosso dovesse subire aumenti repentini (come accadde nel 2022), per i vulnerabili l’impatto di questi rincari sarebbe diluito nel tempo, mentre gli altri se li ritroverebbero subito in bolletta.
Infine l’autorità rinfresca la memoria a tutti su alcune regole del gioco: gli operatori della tutela non potranno utilizzare quel canale per proporre tariffe di mercato libero, né usare dati o informazioni acquisite nel corso del servizio per scopi diversi; “non potranno neppure adoperare lo stesso marchio con cui svolgono attività al di fuori del servizio stesso”. Ciò non toglie che i vulnerabili potranno comunque ricevere offerte da altri operatori che si trovano sul mercato libero.
Ma anche i consumatori non vulnerabili che sono già passati al mercato libero, fanno ancora a tempo a tornare in tutela prima di luglio, così da rientrare in tutele graduali al momento del passaggio. Purché lo facciano rapidamente, perché le procedure per cambiare operatore durano circa due mesi. Per fare questa operazione bisogna chiedere all’esercente che svolge la tutela nel proprio territorio di riferimento (ad esempio a Milano è A2A, a Roma è Acea, a Napoli il Servizio elettrico nazionale). Sul sito di Arera, a questa pagina, basta inserire il proprio comune per scoprire a chi rivolgersi. Chi invece è già in tutela non deve fare nulla.
Chi sono i “vulnerabili” e cosa devono fare
Tutti i clienti che hanno già compiuto i 75 anni o che rientrano nei parametri del bonus sociale (quindi a basso reddito) sono considerati “vulnerabili”. Se questi consumatori sono già in tutela non dovranno fare nulla: ci resteranno. Se si trovano nel mercato libero hanno la possibilità di tornare in tutela in ogni momento. Quindi anche dopo luglio 2024. Altre categorie di clienti vulnerabili sono:
- Consumatori in gravi condizioni di salute tali da richiedere l'utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall'energia elettrica (oppure presso i quali sono presenti persone in tali condizioni)
- soggetti con disabilità ai sensi dell'articolo 3 legge 104/92
- Titolari di un'utenza in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi
- Titolari di un'utenza in un'isola minore non interconnessa