MILANO �Quanta fame ho? Tanta…�. Simone Inzaghi non ha bisogno di togliersi la giacca a bordo campo per lanciarla in aria recitando un copione e non � nemmeno uno che ingaggia duelli corpo a corpo con l’arbitro o con i suoi assistenti. Ma vederlo saltare come una molla e prendere a pugni l’aria gelida dello stadio di Monza sabato sera per il gol del possibile 3-0 fallito da Thuram dopo appena venti minuti, rende bene l’idea di quello che cova dentro l’allenatore dell’Inter, che oggi sar� a Londra per il premio Fifa di allenatore dell’anno, assieme al grande favorito Pep Guardiola e a Luciano Spalletti.
Inzaghi, come è cambiato all’Inter: obiettivo primo scudetto
Il tecnico nerazzurro � pi� carico che mai: pi� spigoloso, parla poco e con �le orecchie tappate�, sempre pi� focalizzato sull’obiettivo

(Getty Images)
� sicuramente vero che Inzaghi e la sua squadra �lavorano tanto e ascoltano poco�, ma dopo le polemiche della scorsa settimana e il conseguente rischio di non veder valutato come merita un girone d’andata da 48 punti, Inzaghi si � presentato pi� carico che mai. E i suoi giocatori assieme a lui, quasi telecomandati, per mettere in chiaro le cose e rispolverare il manuale dell’Inter migliore, che nelle ultime settimane aveva preso giusto un velo di polvere: cambi di campo continui, spinta sugli esterni, difensori all’attacco, con il Calhanoglu migliore di sempre (lo ha detto il diretto interessato) e Lautaro che riesce sempre a migliorare se stesso, gi� a quota 20 reti stagionali (18 in campionato e 2 in Champions), l’unico assieme a Mbapp� e Kane ad avere segnato nelle ultime quattro stagioni pi� di 17 gol.
Nell’immediato orizzonte interista c’� la partenza per l’Arabia Saudita domani alle 15 e Inzaghi, che ha fama meritata di specialista delle gare secche, con 4 Supercoppe e 3 Coppe Italia in bacheca, � combattuto. Non solo perch� il nuovo format della Supercoppa, con semifinale (venerd� contro la Lazio) e finale eventuale luned� 22, la rende pi� imprevedibile e complicata da vincere, ma perch� lo scudetto della seconda stella viene prima di ogni altra cosa. Per il club, per i tifosi, ma anche per lui che insegue il suo primo trionfo dopo il ko in volata due anni fa contro il Milan.
Ad aprile Inzaghi compie 48 anni, gli stessi che aveva Allegri nel 2015, quando vinse il suo primo campionato con la Juve (il secondo dopo quello al Milan). Se c’� un raffronto da fare tra i duellanti per questo scudetto, � chiaro che lo juventino � avanti 6-0 nel conteggio e ha pi� esperienza, ma l’interista sembra ormai maturo per consolidare un ciclo gi� ben avviato: il bivio � rappresentato proprio dalla lotta di quest’anno, tra la vecchia volpe e il giovane-non pi� giovane, che si � fatto una scorza bella spessa. La scorza di Simone.
Al ritorno da Riad l’Inter � attesa dal trittico alpino delle trasferte con Fiorentina e Roma, intervallate proprio dalla sfida a San Siro contro la Juve del 4 febbraio. Inzaghi nega che il passo tenuto dalla squadra di Allegri sia uno stimolo per il cammino da record della sua Inter, ma � chiaro che la concorrenza � l’anima anche dello scudetto e che molti pensieri sono gi� rivolti a quell’appuntamento chiave: �Dobbiamo incidere su noi stessi senza pensare alla Juve — sottolinea il tecnico — e soprattutto dobbiamo ragionare partita per partita. In altri campionati con 51 punti il margine sarebbe stato pi� ampio, ma le vittorie non sono mai scontate e le partite non sono mai chiuse�.
Anche quella per lo scudetto promette di restare aperta a lungo. Ma questa Inter extralarge e questo nuovo Inzaghi, pi� spigoloso, con �le orecchie tappate� e sempre pi� focalizzato sull’obiettivo, sognano di accelerare al momento giusto: manca poco, bisogna farsi trovare pronti.
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15 gennaio 2024 (modifica il 15 gennaio 2024 | 07:18)
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